PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

venerdì 26 giugno 2015

25 giugno Audizione in Commissione Ambiente


25 giugno 2015
 
 
Un nuovo contatto  istituzionale,  questa mattina in seconda Commissione presso il Comune della Spezia dove sono stato audito sul tema della dotazione degli impianti dedicati al Ciclo dei Rifiuti.

 Prima di entrare nel vivo della discussione ho chiarito che all’ Associazione Comitati Spezzini premeva che fossero  poste agli atti le proprie posizioni in materia e  non già la condivisione del proprio dissenso sui piani del Gestore e degli Enti Locali.  Anche perché tali Piani appaiono inemendabili .. di più,   si potrebbe dire un' autentica Ragion di Stato!

Il primo punto affrontato è stato il rilascio dell’ AIA all’ impianto di Saliceti imposta dal D.lgs. 46/2014. Come ho riferito al Secolo XIX nei giorni scorsi,  Acam ha presentato la richiesta dell’ AIA  circa un mese fa, con forte ritardo rispetto al termine indicato dal Decreto e cioè il 7 settembre 2014. Pertanto le Autorità scientifiche e di controllo (ASL ed ARPAL), a partire dal giorno della Conferenza Istruttoria lo scorso 19 giugno, si sono ritrovate a gestire la pratica in 17 giorni essendo fissata la Conferenza  Decisoria il 6 luglio.

 Il 6 luglio è stato individuato dalla Provincia come l’ ultima data utile per ottemperare agli obblighi di legge.  Che dire?   Intanto a rappresentare i Comuni   il 19 giugno c’ era solo il Sindaco di Vezzano Ligure Fiorenzo Abruzzo e  poi che Acam, ancora una volta, si è dimostrata inefficiente e superficiale.  Non di meno, a noi pareva quasi scontato che almeno un passaggio nei consigli comunali si dovesse fare anche perché il 26 giugno i Soci Ammistratori di Acam ( i Sindaci della Provincia) tratteranno nella Sede di Via Picco anche del riassetto societario di Ambiente nonchè del Projet che dovrebbe potenziare i siti di Boscalino e Saliceti.

 Il Dott. Garavini,  lo abbiamo letto sul Secolo XIX ha tentato di giustificare il ritardo di Acam nel presentare la domanda di AIA  richiamando lo stato di  “ anormalità”  dell’ Azienda,  quasi a dire  “ sparate ad un uomo morto! “  E’ sempre cosi,  quando critichi Acam  aprono tutti l’ ombrello della crisi aziendale di cui nessuno però sembra avere responsabilità.!!


 

Un punto su cui ho richiamato l’ attenzione sia oggi in Commissione Ambiente che nella Conferenza di Servizio del 19 giugno è l’ intenzione della Provincia di inserire nell’ AIA la sezione di tritovagliatura con la quale, negli ultimi mesi,  si è potuto gestire il flusso di   Rifiuto Indifferenziato  proveniente dal Tigullio. Ufficialmente tale dotazione sarebbe deputata a far fronte ai fermi dell’ impianto TMB ( per rotture o manutenzione) ma è chiaro che  per  Acam rappresenta anche uno strumento per aumentare i suoi profitti,  tant’ è che l’ Azienda prevede di portare  le 105 mila tonnellate previste per il 2015 a 125 mila nel 2016. 


Questo scenario ha fatto imbufalire il Sindaco Abruzzo che si è detto contrario ad incrementi delle quantità da trattare, in quanto la popolazione residente a Saliceti è da anni in agitazione per gli effluvi maleodoranti che ammorbano il sito. E proprio  a riguardo dell’ iracondo intervento di Abruzzo, il simpatico Ingegner Fanton  (di  Acam Ambiente)  mi ha fatto notare come fossi stato   “scavalcato a sinistra” .   Certo il comportamento del sindaco di Vezzano Ligure ha sorpreso anche me.

 E’  da dire però,  che la mia presenza in Conferenza era appena tollerata,  al mio arrivo mi è stata subito notificata la mia posizione: quella   di Astante Pubblico...  figuriamoci se mi fossi  allargato troppo come sarebbe finita! 

 Una piccola polemica con l’ ing. Maggi  comunque l’ ho avuta ...  

In Commissione Ambiente  ho  ancora ricordato il grande dissenso popolare che si levò prima della realizzazione dell’ Impianto vezzanese . Dissenso che nei primi anni del 2000 ha spinto i Comitati ad organizzare forti proteste ed a ricorrere alla Magistratura Amministrativa. L’ intento fu quello di cercare di bloccare un Polo Industriale inadeguato, costoso e pericoloso.  Inadeguato in quanto tarato su una raccolta differenziata del 45 %   ( al 65% le biocelle non servono più a nulla) , costoso perché ha comportato per la Comunità un esborso di  22 milioni di euro ( di cui quasi un terzo ancora da pagare),  pericoloso poiché prevedeva oltre alle sezioni di bioessicazione, deferrizzazione, vagliatura sottovagli / sovvalli anche quella per la trasformazione del cosiddetto "secco"  in Combustibile.

Trasformare dei Materiali Post Consumo   in Rifiuti Speciali e poi dover spendere fior di quattrini per garantirne lo smaltimento in discariche o inceneritori fuori provincia,  non ci è mai parsa una soluzione assennata.  Pertanto vantarsi  come fa l’ Assessore Natale (ma invero anche altri )  di essere l’ unica Provincia ad avere un Impianto come quello di Saliceti  è davvero singolare.  Basterebbe essere obiettivi e mettere nel conto non solo i costi sinora affrontati ma anche il disagio che si è recato e tutte le misure che si dovranno prendere per cercare di contenerlo ( vedere la bozza Arpal con le prescrizioni per l’ AIA).

Come più volte riferito, la nostra Associazione ritiene che la miglior opzione resta quella di riconvertire Saliceti in impianto di compostaggio aerobico, senza importare rifiuti da altri ambiti. Questa proposta però non è stata ritenuta conveniente dai vertici di Acam che vogliono  mantenere il suo ruolo di Hub del rifiuto tal quale. 

Il secondo punto all’ o.d.g.  riguardava l' impianto di Boscalino:  ai consiglieri ho rammentato che le biocelle aerobiche di cui è dotato non sono mai state messe nelle condizioni di lavorare.  Sin dai tempi dell’ inaugurazione  -nel 2002- si sono presentati dei problemi.  E non solo in relazione all’ uso da parte degli utenti dei sacchetti di PET ( poi messi al bando e sostituiti da quelli in PLA) ma anche probabilmente a motivi tecnici ed economici di cui nessuno,  tra coloro che erano in grado di farlo ha fornito spiegazioni esaustive.

L’ inattività di Boscalino comporta ormai da anni l’ esportazione di tutta la FORSU raccolta in Provincia  ( compresa quella dei distretti Porta a Porta)  verso altri impianti situati in Piemonte ( Alessandria e Cuneo). La biomassa da rifiuto anche se smaltita,  viene comunque conteggiata nella raccolta differenziata grazie ad una Delibera di Giunta Regionale    la  1457/ 2014     di cui riporto un significativo quanto astruso stralcio:  
..ai fini della valutazione del raggiungimento degli obiettivi di cui all’art. 205 del d.lgs. n.152/06, la percentuale di raccolta differenziata è data dal rapporto tra la somma dei pesi delle frazioni merceologiche raccolte in maniera differenziata destinate al recupero, o a corretto smaltimento, e la quantità dei rifiuti urbani complessivamente raccolti ..

La raccolta differenziata dovrebbe avere la seguente definizione :  “è raccolta differenziata la pratica volta ad abbattere la ricaduta ambientale derivante dal ciclo dei rifiuti ed a produrre un ritorno economico sia ai Soggetti che lo gestiscono che ai Cittadini ”

 
Quella enunciata nell’ art.183 comma 1 lettera p) del T.U.A.  pare piuttosto riduttiva,  “raccolta differenziata”: la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo ed alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento specifico.  

 
L’ area di Boscalino è da tempo al centro dell’ attenzione per un progetto che prevede di insediarvi un Digestore Anaerobico. Sono sicuro di non sbagliarmi se affermo di essere stato l’ unico a parlarne negli ultimi anni .. nessuna Associazione di rango nazionale, nessun Comitato  se ne mai occupato  .. invero anche lo stesso comune di Arcola  - competente per territorio-  si è mostrato del tutto impreparato. 

 
In Commissione ho descritto sommariamente il funzionamento di questo tipo di impianti.

 
In genere vengono realizzati per trattare “biomasse sporche”:  organico fuori specifica, fanghi biologici, deiezioni animali, scarti di macellazione ect.  E’ consuetudine unirle insieme e deporle in capienti silos,  dopo di che esse vengono assoggettate a due tipi di processo: mesofilo o termofilo.   Il più usato è quello mesofilo che ha maggior durata ma è più economico in quanto meno energivoro. 

 
A valle del processo si ottiene gas metanifero che poi viene in parte usato per il fabbisogno dell’ impianto ( da accertare l’ effettiva quantità immessa in rete) e vi risulta un materiale solido denominato digestato, pari al 30 % della massa in ingresso.  Da questo non è possibile ricavare compost di qualità  specie se la Forsu raccolta, risulta fuori specifica e se ad essa verranno associati fanghi biologici ( Acam stessa mi ha confermato questo orientamento).

 
Per ciò che attiene all’ impiego del “digestato”  ho segnalato le emergenze occorse in alcuni paesi europei, specie in Germania, derivanti dall’ uso di questo prodotto in agricoltura. Alcuni ricercatori tra cui Helge Bohnel dell’ Università di Gottinghen hanno potuto evidenziare la pericolosità di alcuni batteri che in esso si sviluppano,  tra questi i Clostridi ed altri del tipo gram-positivo  responsabili di tetano, gangrena gassosa, tossinfezioni alimentari, necrosi dei tessuti, botulismo.

 
La Svezia impone l’obbligo di pastorizzare i digestati prima che questi siano sparsi sul terreno, ma il procedimento nulla può contro le spore. Anche l’uso di antibiotici non previene questa formazione. Il 24% dei Clostridi trovati nei fanghi residui sono patogeni per l’ uomo e per gli animali.

 
Le perdite di digestato nei terreni ha provocato inquinamento di terreni e corsi d’acqua con ripetute morie di pesci. Anche il ricercatore dell’ Università di Modena Stefano Montanari conferma i rischi  sopra annotati ed anche altro vedere qui >

 
http://blogeko.iljournal.it/mais-cancerogeno-riciclato-come-biogas-il-professor-montanari-idea-pericolosa/71996

 
Dunque ho precisato alla Commissione quanto sia insensato condividere queste  prospettive,  peraltro,  a fronte di vantaggi che non andranno certo a beneficio della Collettività ma al costruttore dell’ impianto. Un digestore anaerobico capace di trattare 30 mila ton/anno di biomassa con annessa centralina turbogas sotto il megawatt di taglia ( non sconterebbe la VIA) può costare almeno 10 milioni di euro.!.  

A questo punto ho fornito informazioni in merito a chi  finanzierà l’ opera e alla sua ubicazione. Alla Commissione Ambiente ho fatto notare che considerata la gravissima situazione finanziaria del Gestore,  il  finanziatore non potrà che essere il nuovo partner della partecipata “Ambiente” la quale come risulta nell' ultima versione del Piano di Salvataggio ha previsto di cedere almeno il 51% del suo pacchetto azionario. Sino a poco tempo fa l’unica manifestazione d’ interesse a partecipare alla gara è pervenuta da Iren ( che avrebbe anche una prelazione ):   multi utility emiliano-ligure-piemontese che è quotata in borsa ma è anche indebitata per ben 5 miliardi di euro,  oltre 10 volte quello di Acam Spa ! 

Sull’ allocazione del digestore ho fatto presente che l’area di interesse misura circa 22,500 mq e che risulta occupata per un terzo dalle scorie di un vecchio inceneritore  ( demolito dopo il sequestro giudiziario avvenuto nel 1986), per un altro terzo da alcune strutture ancora parzialmente in uso e per un ulteriore terzo dall’ impianto di compostaggio aerobico.

 Pertanto l’ idea di costruirvi un digestore anaerobico pare alquanto improvvida, non fosse altro per l’ evidente carenza di spazio.



 

 
L’ attività della centralina per lo sfruttamento del biogas, anche se di piccola entità, immetterà sostanze inquinanti a qualche centinaio di metri dal centro abitato di Baccano e comunque in un contesto già fortemente gravato da un pesante carico ambientale:  la centrale dell’ Enel, 13 siti critici tra discariche ed aree industriali dismesse.

Ultimo punto della mia relazione è stato quello relativo alla  discarica di servizio .. abbandonate le opzioni Mangina e Rocchetta Vara  ( a proposito il Comitato che difendeva il Biologico non si occupa più di rifiuti ? perché non prova a sensibilizzare i Comuni della Vallata affinchè attivino almeno l’ auto compostaggio?)  resta pertanto quale alternativa l’ ex discarica di Saturnia già ricadente nell’ ex SIN di Pitelli (oggi SIR). 

Da qualche settimana è in corso la fase di caratterizzazione. Ho descritto ai Consiglieri le caratteristiche del sito che si presenta come un incavo di grande volumetria, aperto a metà anni ’80 e chiuso dalla Magistratura dopo poco tempo .

Nella vasca più profonda vennero conferite circa 90 mila tonnellate tra ceneri da combustione del carbone e RSU.  In continuità con quanto delineato dal Ministero dell’ Ambiente,  è verosimile che la Regione  preveda di effettuare la messa in sicurezza permanente (MISP),   scenario,  o meglio destino comune a tutti gli altri siti critici ricadenti nel Perimetro.
La MISP dovrebbe dunque essere effettuata con terra vergine e materiale strutturante. L’apporto di materiale per ripristinare l’area dovrebbe a nostro avviso essere contenuto e limitarsi alla vasca più profonda e non interessare i gradoni a suo tempo predisposti. Gradoni su cui -come si vede nell' immagine sottostante-  è tornata la vegetazione.

 















 Da quanto invece perviene da Comuni ed Acam  l’ orientamento è quello di sfruttare tutta la volumetria,  ovviamente una volta certificata la bonifica del sito e riacquisito lo stesso per gli usi legittimi.  Sopra la piccola vasca messa in sicurezza, previo espletamento della procedure di VIA ed AIA,  verrebbe aperta una nuova discarica in cui sarebbero conferite terre/rocce da scavo e FOS.

I sindaci soci amministratori di Acam hanno approvato un Piano Economico che prefigura un utilizzo del sito quale discarica di servizio, per un periodo di 7 (sette) anni dal 2015 al 2021. Il nuovo impianto -sempre secondo le previsioni del Piano-  dovrebbe garantire una redditività di 4.3 milioni di euro l’ anno.

La volumetria disponibile a Saturnia è stimata in circa 700 mila metri cubi pertanto si calcola di conferirvi 100 mila metri cubi l’ anno di materiale.  100 mila metri cubi corrispondono a circa 140 tonnellate. L’ apporto secondo quanto riportato dall’assessorato all’ ambiente del Comune Capoluogo,  sarebbe misto: terre - rocce da scavo e FOS al 50%.  Ergo nel caso della FOS si tratterebbe di recapitarvene almeno 70 mila tonn/anno.

Con un semplice calcolo aritmetico è possibile stabilire che nella nuova discarica di Saturnia verrebbero allocate ben 490 mila tonnellate di FOS. Una quantità che forse non sarebbe possibile reperire nemmeno in tutto il settentrione d’ Italia.

Non meno arduo sarà trovare 70 mila tonnellate/ anno di terre vergini .. A conferma di ciò è sufficiente vedere cosa è stato conferito nella Discarica di Pitelli Ruffino nell’ ambito della Misp del sito:  fanghi dei canali cittadini Lagora-Dorgia- Fosso Maestro, fanghi da cartiera peraltro maleodoranti di cui alleghiamo i test richiesti ad Arpal

 
PDF: Risultanze analitiche .pdf

ed una quota residuale di materiali provenienti da scavi di fondazione.

PDF">http://www.file-pdf.it/2015/06/27/quarto-report-pitelli/">PDF: QUARTO REPORT PITELLI.pdf

Si è sentito spesso citare gli scavi per il Terzo Lotto della Variante Aurelia come la fonte di approvvigionamento, ebbene tutti sanno che da ormai molti mesi i lavori sono praticamente fermi   e comunque non è con i circa 500 mila metri cubi di materiale ancora da rimuovere (fonte ANAS)  che si possano risolvere tutti i problemi !   U na parte verrà rimpiegata sullo stesso Tracciato  per terrapieni e risagomature.   Sul territorio poi non sono pochi i Soggetti che necessitano di terre da riempimento.

Ora siccome la nuova discarica di Saturnia verrebbe riaperta con la classificazione di Discarica per Rifiuti Speciali non Pericolosi
andare alla voce  >   Disciplinare di Gara  
 
non è peregrino pensare che vi si possano conferire materiali terrigeni aventi codici compatibili con la suddetta classificazione.!!! 

E tra qualche anno coloro che oggi a garanzia di tutta l’ operazione dicono di metterci la faccia potrebbero razzolare altrove ..!

 

 

 

 

venerdì 19 giugno 2015

CONFERENZA DI SERVIZIO CON ALL' O.D.G. IL RILASCIO DELL' AIA AL TMB DI SALICETI



STAMANE SI E' SVOLTA IN PROVINCIA UNA CONFERENZA DEI SERVIZI ISTRUTTORIA CON ALL' O.D.G. IL RILASCIO DELL'  AIA ALL' IMPIANTO DI SALICETI  (DI SEGUITO TMB) SITO NEL COMUNE DI VEZZANO LIGURE.

 SECONDO IL D.LGS. 46/2014  I GESTORI DI TMB, DIGESTORI ANAEROBICI  ED ALTRI  DOVEVANO PRESENTARE ENTRO IL 7 SETTEMBRE 2014 LA DOMANDA PER IL RILASCIO DELL' AIA AGLI ENTI COMPETENTI.

 NEL NOSTRO CASO IL GESTORE IN QUESTIONE E' L' ACAM CHE,  HO POTUTO APPURARE IN CONFERENZA,  LA DOMANDA L' HA PRESENTATA APPENA UN MESE FA  (GRANDE SERIETA' E GRANDE EFFICIENZA ..COME SEMPRE).

 RISULTATO?  ORA LE AUTORITA' SANITARIE E DI CONTROLLO   > ASL ED ARPAL -  HANNO TEMPO SOLO SINO AL 6 LUGLIO  (17 GG.)  PER VALUTARE SE E'  IL CASO DI RILASCIARE L' AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE INTEGRATA AL TMB.

 IL 6 LUGLIO E' STATA FISSATA LA CONFERENZA DECISORIA. SAREBBE IMPORTANTE SAPERE COSA SUCCEDEREBBE NEL CASO IN CUI NELL' IMMINENTE DECISORIA DEL 6 LUGLIO P.V. L' AIA NON DOVESSE ESSERE RILASCIATA (FIGURIAMOCI !) ..

 IL TMB POTRÀ DUNQUE RESTARE IN FUNZIONE OPPURE CONTINUERÀ IN REGIME DELL' ART. 208 DEL D.LGS. 152/2006.?    NELL' AIA,  IL TMB MANTERRA' LA SEZIONE DI TRITOVAGLIATURA CHE DOVRA' UFFICIALMENTE FAR FRONTE AI FERMI IMPIANTO.

ALLO STATO PERO'  PERO' STA TRATTANDO 30 MILA TONNELLATE DI TAL QUALE PROVENIENTE DAL TIGULLIO ED ACAM VORREBBE MANTENERE TALE PRATICA ANCHE NEL 2016 PORTANDO IL TMB A TRATTARE COMPLESSIVAMENTE (BIOCELLE AEROBICHE +TRITOVAGLI)  >  125MILA TONNELLATE ! L' IMPIANTO E' AUTORIZZATO A TRATTARE UNA QUANTITA' MASSIMA DI 96MILA TONNELLATE.

domenica 14 giugno 2015

GENOVA - LA CORTE DEI CONTI SI ARRENDE ..

 L' altro ieri ho parlato con il procuratore Ermete Bogetti della Corte di Conti di Genova... gli ho segnalato che nell' ottobre del 2013 ho inoltrato un esposto alla Magistratura Tributaria affinche' venisse accertato un danno all' Erario per il mancato raggiungimento dei limiti della raccolta differenziata da parte di alcuni comuni della nostra provincia .. limiti previsti dal d.lgs. 152/2006 art.205  ( 65% al 2012)   derogati al 2020 dal collegato ambiente della finanziaria 2014 ..  intanto ho avuto la conferma che quella deroga non è stata poi approvata dal Parlamento e quindi il limite del suddetto decreto vige ancora,  poi ho saputo che sono in corso istruttorie solo sui quei comuni che non hanno raggiunto il limite del 35% al 2003 fissato dal decreto Ronchi D.lgs 22/1997,  ragione per cui avevo inoltrato un secondo esposto integrativo un paio di settimane fa,  al fine di segnalare che alcuni comuni tra cui Sarzana ( che è al 25,1 %)  ricadevano nella suddetta fattispecie ..  I comuni  nel mirino della Corte dei Conti sarebbero 12  e fra questi vi sono Ameglia ed Ortonovo >per ora ..  Il Dott. Bogetti mi ha riferito con rammarico che più di tanto non possono fare in quanto la Procura risulta sotto organico e non v' è modo di far fronte alle migliaia di segnalazioni ( inerenti anche altre problematiche)  che le vengono recapitate ...  Ma questo non è l' unico elemento sconcertante della vicenda:  pare che alcuni procedimenti avviati da tempo  si avvicinino alla prescrizione .. per fortuna non quello   che si   "abbattè"  su Recco e che ha già prodotto la sentenza n° 83/2013  ..  Il Procuratore mi ha anticipato che il tema della deficienza di personale sarà all' o.d.g. nell' imminente celebrazione dell' Anno Giudiziario 2014  ma già è opinione diffusa nella Corte dei Conti genovese che la politica non prenderà come al solito alcun provvedimento...

   E ORA... CHE DEVO FARE ADESSO??    ANDARE A BRUXELS ??  INCATENARMI AL PORTONE DEL PARLAMENTO EUROPEO ??

mercoledì 10 giugno 2015

REPLICA DI COMITATI SPEZZINI AI SINDACATI SULLA DISMISSIONE ENEL




 

 I Sindacati vogliono "mantenere una continuità produttiva migliorandone la compatibilità ambientale" Questo scenario è improponibile mantenendo in funzione una centrale obsoleta che negli ultimi anni in rapporto al Kw prodotto ha inquinato di più. L' impianto di Vallegrande produce emissioni all' esterno ma anche al suo interno e questo dovrebbe preoccupare chi rappresenta i lavoratori. Circa l' inesistenza di una strategia energetica nazionale da parte delle istituzioni preposte conveniamo coi Sindacati: si tira infatti a campare a seconda delle varie crisi politico militari incombenti nello scacchiere internazionale. I sindacati medesimi però, ci dicano qual' è il loro piano, continuare con il carbone? in assenza, peraltro, di dati aggiornati sulle ricadute sanitarie ( non affatto escluse dall' Istituto Superiore della Sanità) ?. Per quanto ci riguarda la nostra visione è totalmente alternativa e non muta da anni: lo spegnimento dei fuochi fossili e la totale riconversione dell' attuale produzione. In sintesi: zero emissioni, zero nocività; più innovazione nel campo delle rinnovabili, più occupazione.
 
                         QUI SOTTO LO STESSO  COMUNICATO NELLA FORMA
                                PUBBLICATA DA LA NAZIONE OGGI 10.06.2015
                                         NEL PEZZO TITOLATO " COMITATI"

 
 
 
 
 
 
 
SEGNALIAMO ANCHE QUESTO ARTICOLO APPARSO SU "IL FATTO QUOTIDIANO"  CONTENENTE LE POSIZIONI DI   SPEZIA VIA DAL CARBONE

lunedì 8 giugno 2015

ARCOLA Consiglio comunale del 3.6.2015

 

                     Interpellanza di Rifondazione sull' esito del monitoraggio del suolo
                                        da parte di Arpal presso la frazione di Baccano



             NOTA DI COMITATI SPEZZINI A RIGUARDO DELLA STESSA SEDUTA
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              La Sindaca di Arcola ha preso l' impegno di richiedere ad Arpal ulteriori indagini analitiche al fine di confermare che le aree circostanti la frazione di Baccano possano ritenersi prive di rischi per la salute. 

Comitati Spezzini ha osservato quanto sia sconcertante il fatto che gli esiti del monitoraggio effettuato nei terreni limitrofi all' abitato di Baccano (nell' ambito dell' autorizzazione AIA alla centrale ENEL http://www.arpal.gov.it/homepage/altri-temi/aia-enel-spezia.html      ), siano stati “scoperti" sul sito di Arpal solo pochi giorni fa.

L’ Associazione ha nella circostanza elogiato l' operato della stampa che come nel caso del Cromo presente nel Parco della Maggiolina ha fornito ai cittadini quelle informazioni che la stessa Arpal ed i Comuni di Arcola e La Spezia avrebbero dovuto rendere note da tempo.

 Si consideri che concessione dell' AIA è stata rilasciata nel 2013 e che l’ inquinamento da piombo, verosimilmente derivante dall’ attività della vecchia fonderia di Pertusola, poteva essere rilevato già antecedentemente al 2007 se fosse stata rispettata la direttiva 96/61/CE.

La nostra Associazione ha osservato che la Comunità, pur risultando il Piombo rinvenuto con i carotaggi sotto la CSC, non possa sentirsi tranquilla essendo l’ elemento in questione bio accumulabile. Nell’ area di interesse si praticano peraltro coltivazioni di dimensione famigliare ed imprenditoriale da cui risultano prodotti alimentari che vengono consumati sia localmente che fuori ambito.

ROGHI A MARINELLA

ROGHI NEL LITORALE DI MARINELLA


                                                                

La decisione del sindaco di Sarzana di autorizzare roghi di materiale spiaggiato sugli arenili di Marinella desta sconcerto e rabbia. Premesso che la combustione open air di una tonnellata di legname vergine sprigiona vedi studio >  www.atmos-chem-phys. , tra i vari inquinanti, dai 3 ai 4 etti di formaldeide e benzene (composti notoriamente cancerogeni),  ci chiediamo chi controllerà la qualità del rifiuto e le dimensioni della massa da bruciare. Anche recentemente abbiamo documentato che negli abbancamenti di materiali che vengono dati alle fiamme, si trovano notevoli quantità di plastiche e come testimonia l’ immagine scattata un paio di mesi fa, nei roghi abbiamo rinvenuto persino dell’ amianto. Comitati Spezzini ritiene che la più corretta gestione del legname spiaggiato sarebbe la sua triturazione ed il successivo impiego come strutturante nel compostaggio della FORSU. Ci chiediamo anche se sono già stati presi contatti con Acam per il ritiro del materiale plastico che verrebbe sottratto alle combustioni, in passato la nostra Associazione aveva effettuato la pulizia delle spiagge sarzanesi ma aveva dovuto portate il materiale raccolto ( anche quello riciclabile) vicino ai cassonetti.

Portavoce Cucciniello Corrado
ROGHI NEL LITORALE DI MARINELLA


                                                                

La decisione del sindaco di Sarzana di autorizzare roghi di materiale spiaggiato sugli arenili di Marinella desta sconcerto e rabbia. Premesso che la combustione open air di una tonnellata di legname vergine sprigiona vedi studio >  www.atmos-chem-phys. , tra i vari inquinanti, dai 3 ai 4 etti di formaldeide e benzene (composti notoriamente cancerogeni),  ci chiediamo chi controllerà la qualità del rifiuto e le dimensioni della massa da bruciare. Anche recentemente abbiamo documentato che negli abbancamenti di materiali che vengono dati alle fiamme, si trovano notevoli quantità di plastiche e come testimonia l’ immagine scattata un paio di mesi fa, nei roghi abbiamo rinvenuto persino dell’ amianto. Comitati Spezzini ritiene che la più corretta gestione del legname spiaggiato sarebbe la sua triturazione ed il successivo impiego come strutturante nel compostaggio della FORSU. Ci chiediamo anche se sono già stati presi contatti con Acam per il ritiro del materiale plastico che verrebbe sottratto alle combustioni, in passato la nostra Associazione aveva effettuato la pulizia delle spiagge sarzanesi ma aveva dovuto portate il materiale raccolto ( anche quello riciclabile) vicino ai cassonetti.

Portavoce Cucciniello Corrado

L' ULTIMO SALUTO A BRUNO CORSINI - ASSOCIAZIONE COMITATI SPEZZINI


E’ con le lacrime agli occhi che dobbiamo scrivere queste righe, per ricordare il nostro compagno Bruno Corsini. Quest’anno, a giugno, avrebbe compiuto 80 anni.

Lo abbiamo conosciuto vent’anni fa, in occasione delle lotte contro le discariche a Pitelli e la costruzione del forno inceneritore in località Boscalino, sotto Baccano di Arcola.

Insieme ai Comitati locali, per qualche anno, l’attività a cui ha partecipato è stata frenetica: la costituzione del Coordinamento dei Comitati Liguri Toscani contro le nocività, avvenuta presso la Federazione Anarchica Livornese di Via degli Asili, le tre edizioni baccanesi della ‘Sagra della rumenta’, le innumerevoli iniziative in Liguria e fuori regione.

Offrendo sempre un contributo preparato ed un punto di vista diverso, da anarchico ha combattuto con arguzia e profondità, il pressapochismo e l’interesse personale che talvolta animano  le lotte locali, mirando a radicalizzare i conflitti.

Tra i fondatori del Circolo anarchico spezzino, temporalmente il secondo in città dedicato a Pasquale Binazzi, Bruno, ha sempre cercato di sostenere ogni evento ed ha partecipato ad ogni discussione.

Con l’apertura del ‘Binazzi’, il rapporto con Bruno si è fatto più stretto. Mai abbiamo sentito la differenza di età, mai paternali.

 E’ stato veicolo per propagare e diffondere, specie tra i compagni più giovani, spunti di riflessione ed idee, ma soprattutto consigli di lettura. Erano suggerimenti che stimolavano ad affrontare una ricerca ed un approfondimento individuale; con lievi accenni o citazioni puntuali, ci rammentava che solo nell’intimo momento della lettura è possibile fermare un concetto, facendo propri quegli strumenti del comunicare che permetteranno in seguito, un momento collettivo di analisi e confronto.

Grazie a lui, abbiamo imparato a leggere gli scritti dell’anarchismo. Le sue preferenze andavano da Reich, a Marcuse, da Malatesta, a Bakunin, da Marx a Cafiero e da bibliofilo quale era, ha fatto in modo che la sua passione contagiasse altri compagni.

Internazionalista e profondo conoscitore delle nostre zone, l’origine toscana della famiglia Corsini, del padre Tito, ferroviere anarchico, gli permetteva di fare confronti con attigue realtà di lotta, in special modo con la vicina Carrara.

 L’approccio con lui è stato da subito sincero e diretto. La sua pacatezza durante le discussioni era ferma e spesso risolutiva, il tono della sua voce talmente basso, da richiedere il silenzio più assoluto, che otteneva sempre, anche durante le riunioni più concitate, obbligandoci alla riflessione.

In rare occasioni lo abbiamo visto veramente incazzato: quando compagni o persone da lui conosciute, venivano relegati al ruolo di macchiette, da parte di pseudo storici o scrittori di grido, che hanno più volte cercato di impossessarsi di pittoreschi aneddoti e  particolari episodi storici cittadini, alfine di risultare brillanti affabulatori, in incontri pubblici o sulla carta stampata. Comportandosi da gran signore, Bruno non ha mai infierito, umiliando pubblicamente, ma con discrezione cercando un confronto privato, sovente rifiutato.

Da lui abbiamo imparato a conoscere il passato della nostra città e delle attività anarchiche locali. Con lui abbiamo organizzato un convegno, importantissimo, proprio sulla storia dell’anarchia (e degli anarchici) alla Spezia.

Aderente alla Federazione Anarchica, socio della Cooperativa Tipolitografica e dell’Associazione-Biblioteca Archivio Germinal, è riuscito fino all’ultimo, prima che gli acciacchi di cui soffriva lo fermassero, a mantenere rapporti con i compagni di altre città, soprattutto a Carrara, dove si recava abitualmente, anche solo per dare un saluto.

Ironico e lucido ci manca ogni giorno un po’ di più, e siamo sicuri che  per farci sorridere di fronte al vuoto che ci gela il cuore ogni volta che lo pensiamo, ci avrebbe raccontato di quei due amici arsenalotti spezzini che tutti i giorni passavano davanti alla porta principale per leggere i nomi sui manifesti da morto. Ma un dì, uno dei due si ritrovò da solo all’appuntamento e, leggendo il nome dell’amico affisso al muro, esclamò con stizzita beffardia: ‘Ma guarda un po’, oggi che c’è, non è venuto!’

Ciao Bruno! Né Dio né stati, né servi né padroni! Che la terra ti sia lieve!

Maria Rosa e Piero