PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

mercoledì 29 aprile 2015

PORTA A PORTA ARCOLA COMPIE UN ANNO DI VITA

                                                                                  fig.1
                                                                                fig.2
fig.3

La raccolta Differenziata Porta a Porta su tutto il territorio arcolano compie un anno .. risultati contrastanti:  da una parte la realtà delle immagini  (fig.1 e 2) che testimoniano una situazione critica nei centri storici (dove il Porta a Porta ha solo il nome)  e dall' altra i dati del Comune  che arrivano sino a Dicembre 2014(fig.3).

 Per avere i dati si deve andare all' Ufficio Ambiente del Comune non sono accessibili on line. 
Il 73, 1 %  di dicembre 2014 si riferisce al materiale RITIRATO e non al materiale effettivamente  RICICLATO  > ad eccezione del multimateriale e degli ingombranti cosi come disposto dalla DGR 1457 /2014. 

Questa mattina mentre  facevo richiesta dei dati ho incrociato l' Assessore all' Ambiente ed il Capo Area Settore Ambiente alle quali ho fatto presente che oltre alle criticità riscontrate nei centri storici, persiste da più di tre anni il fermo dell' impianto di Boscalino.

L' inattività dello stesso grava fortemente sui dati della differenziata giacchè la parte organica vale il 30 % del monte rifiuti:  su questo non ho raccolto commenti.  Pertanto ho invitato l' Assessore a sensibilizzare la Giunta di cui fa parte affinché eserciti una maggiore pressione su Acam per riattivare Boscalino.

Unitamente a tale raccomandazione ho chiesto conto delle ipotesi di potenziamento dell' area dove pur non essendovi spazi (vedi figura 4),  due Società che ambiscono all' acquisizione della maggioranza delle quote di Acam Ambiente ( di fatto della Good Company degli Impianti) intenderebbero realizzare un digestore anaerobico da 30 mila Ton/ anno. Costo 10 milioni di euro circa, centralina turbogas compresa.

fig.4


Ricordata l' inutilità di questi  impianti   - incentivati in questi anni con il riconoscimento dei certificati verdi e favoriti con la non assoggettabilità alla VIA se sotto 1 MW di taglia-  ho sollecitato l' assessore arcolano a richiedere copia del relativo studio di fattibilità che secondo Davide Natale, suo omologo all' Ambiente del Comune della Spezia, sarebbe stato commissionato da Acam.

Una sola nota positiva dall' occasionale incontro:  sarebbero in arrivo dei fondi regionali finalizzati all' introduzione della tracciabilità nel sistema di raccolta Porta a Porta. Secondo la Dott.essa Parodi responsabile del Settore Ambiente il Comune di Arcola dovrebbe dotarsi di questo strumento entro l' anno. Attendiamo con trepidazione.








mercoledì 15 aprile 2015

TRIBUTO A MIRCO RAITI




       
          MIRCO RAITI

      SE N’ E’ ANDATO

  L’ HA FATTO NELLO STESSO        

    MODO IN CUI E’ VISSUTO.

  ERA UNA PERSONA CON UNA GRANDE   

    FORZA, UNA GRANDE INTELLIGENZA

   ED UN’ ONESTA’ CRISTALLINA CHE LO 

       SCAGLIAVA CONTRO  I SOPRUSI,

            L’ IGNAVIA E L’ IPOCRISIA.
 
 

martedì 14 aprile 2015

OSSERVAZIONI VARIANTE AL PIANO DEL PARCO PER IL PONTE DI CEPARANA


 


OGGETTO:  OSSERVAZIONI ESPOSTE NEL CORSO DELL’ INCHIESTA PUBBLICA CONTESTUALE ALLA V.A.S.  AL PIANO DEL PARCO DI MONTE MARCELLO MAGRA PER IL PROGETTO DEL PONTE DI CEPARANA

 

Lo scorso 3 marzo Regione, Comuni di Bolano, S.Stefano,Vezzano Ligure ed Ente Parco del Magra hanno indetto un’ Inchiesta Pubblica constestuale alla VAS della Variante Parco per il Ponte di Ceparana su richiesta di Italia Nostra sezione La Spezia.

 Le scriventi non possono che formulare  un giudizio molto negativo che dipende :

1.       dal fatto che ufficialmente è proprio il Parco del Magra a proporre un’ infrastruttura che un certo spazio al Parco stesso ed al SIC lo sottrarrà ( ci riserviamo delle note di commento anche allo Studio di Incidenza ).

2.       dal metodo con cui l’ Inchiesta Pubblica si è svolta, del tutto simile a quella svoltasi a Genova per il Piano Ligure di gestione dei Rifiuti.  In pratica un rapido,  insofferente ascolto delle ragioni esposte dal fronte ambientalista al quale si è in pratica comunicata l’ esistenza di un progetto già confezionato.  Quindi non la concertazione di un’ importante variante della Pianificazione del Parco. 

 

Dunque si è avuto conferma che per gli Enti locali un’ Inchiesta Pubblica consiste in qualche assemblea con la Comunità ( nel caso del Ponte di Ceparana degli autentici comizi elettorali)
 
                         
                               PRESENTAZIONE PONTE DI CEPARANA PRESSO
                     IL COMUNE DI S.STEFANO  SULLA SINISTRA DEL SINDACO
                                  JURI MAZZANTI  C' E' RAFFAELLA PAITA
 
 
e per la Regione,  in un incontro di un paio d’ ore  (se richiesto ai sensi dell’ art. 11 della L.R. 32/2012) in cui sentire i cosiddetti Portatori di Interesse.

Nell’ unico incontro svoltosi a Ceparana  l’ esposizione del Delegato  è stata sin dalle prime battute costantemente interrotta:  le obiezioni, peraltro,  sono risultate alquanto impuntuali.  La rappresentante della Regione ha affermato più volte come la valutazione ambientale strategica riguardasse unicamente l’ opera proposta, il Ponte di Ceparana per l’ appunto. Infrastruttura  che va invece  inserita nel quadro della viabilità  che interessa le alture della Spezia e le sponde sinistra e destra del Magra. Ci riferiamo principalmente al doppio svincolo di Fornola ed opere connesse, la complanare all’ A12 ed il Terzo Lotto della Variante Aurelia.

Se non si ha piena conoscenza dei progetti in discussione o in fase di realizzazione sul territorio, si poteva avere almeno la pazienza di ascoltare chi, per il tempo dedicatovi,  era in grado di fornire precise indicazioni. I sindaci presenti che certamente ne sapevano di più,  hanno invece dato un “prezioso” contributo ad ammalorare il confronto, tenendo ben salda la barra su un progetto che può garantire loro il consenso di una quota di pendolari e di determinate categorie.

L’ assunto secondo cui il Ponte di Ceparana possa essere una valida alternativa alla Strada della Ripa (oggi in  precarie condizioni ) ed un’ infrastruttura capace di distribuire  il traffico sugli altri tracciati appare  discutibile.

ItaliaNostra e Comitati spezzini ritengono  che il Ponte riverserà i flussi del Buonviaggio e della Ripa sulla Bretella Santo Stefano – La Spezia dove già transitano 16 milioni di veicoli / anno. Per tale ragione è stata invano richiesta una discussione approfondita sullo stato dell’ arte dei diversi procedimenti inerenti la zonizzazione acustica dei Comuni interessati.  All’ istanza,  il sindaco di Vezzano ha riferito che il Piano del suo comune è fermo in Provincia, senza tuttavia spiegarne i motivi.

 Per quanto riguarda la Ripa abbiamo proposto una messa in sicurezza del tipo realizzato a Padivarma ossia una o più gallerie aperte nei punti considerati critici: è arrivata una sonora bocciatura basata su considerazioni e calcoli approssimativi.  Non si è compreso, a questo proposito-  perché l’ intervento dovrebbe interferire con l’ alveo del fiume o debba considerarsi inestetico.

 Inoltre in una visione di insieme le Scriventi hanno espresso forti timori in ordine alle ricadute che il Ponte di Ceparana avrà nella piana di S.Stefano e Sarzana ( rispettivamente in Via Togliatti e tratto Ponzano - Santa Caterina)  già aggredita dalla cementificazione. Ovvio che una strada di penetrazione quale è il tracciato in parola, potrebbe rilanciare progetti come quello della Cittadella Artigianale della Gora dei Mulini, il Distripark (sopiti dalla crisi e dalla cattiva programmazione) ed aprire un nuovo accesso all’ impianto di TMB di Saliceti  ( che si vorrebbe potenziare in una logica di governance regionale).

Da anni Comitati Spezzini propone uno scenario alternativo rinvenibile on line non solo nel blog dell’ Associazione ma anche in numerosi articoli di giornale. In questa sede si ricordano due delle opzioni avanzate: la realizzazione della Metropolitana di Superficie Sarzana- Aulla-S. Stefano- La Spezia e l’ uso dell’ autostrada A12 mediante abbonamento annuale per i mezzi pesanti e della distribuzione.

Ben altra cosa rispetto alle consuete Varianti delle Varianti o ad improbabili Svincoli  che impattano in aree a rischio. Infrastrutture già  inserite  in alcuni Piani Urbanistici che,  com’ è ormai consuetudine, si avviano all’ approvazione senza aver osservato in tema di Valutazione Ambientale Strategica,  i principi fondanti della normativa  europea e nazionale.
INVIATE VIA PEC AI COMPETENTI UFFICI REGIONALI

                               

 

Considerazioni sulle deposizioni del Sindaco della Spezia Federici e dell' Assessore all' Ambiente Natale in Commissione Parlamentare Rifiuti 20 gennaio 2014



 

Come ho più volte avuto modo di osservare lo stato di avanzamento e la qualità delle bonifiche nell’ ex SIN di Pitelli Golfo possono definirsi scadenti sia nella parte terra che in quella a mare.

In 13 anni che detto Perimetro è risultato di competenza nazionale abbiamo assistito ad una commedia indecente in cui i vari attori sono largamente venuti meno a quanto le norme imponevano. 

Parte degli inquinatori sono riusciti a non adempiere agli interventi di bonifica rimanendo impuniti ed i governi  che si sono succeduti dagli anni 2000 hanno tagliato i fondi da impiegarsi per le aree pubbliche o per sostituirsi in danno nella bonifica delle aree private.

In questo senso lo sconcerto per il passaggio del SIN di Pitelli alla competenza regionale è per certi versi ingiustificato in quanto in termini di finanziamenti non si è perso praticamente nulla. Eppoi per i siti privati (prendiamo il caso della Ruffino Pitelli e dell’ area ex Ipodec ) il Ministero dell’ Ambiente aveva già approvato la Messa in Sicurezza Permanente pertanto non ci si poteva certo aspettare che avviasse le procedure sostitutive: lo Stato aveva infatti atteso l’ inimmaginabile a ciò che le Proprietà si degnassero di presentare un progetto di bonifica.

Nel passaggio da SIN a SIR si è persa la supervisione di un importante Ente scientifico come Icram (oggi Ispra) già autore nel 2004 del progetto di bonifica del Golfo della Spezia che allo stato però risulta praticamente disatteso. Non si rimpiange l’ Istituto Superiore di Sanità che nella nostra città non ha dato prove brillanti,  mi riferisco non solo all’ area Pitelli ma anche all’ ex IP.

Per quanto riguarda i tempi autorizzativi il Ministero dell’ Ambiente ha saputo accelerare quando era necessario, cito il caso del dragaggio dei fondali del Golfo e quello della caratterizzazione dell’ ex discarica di Saturnia.

Spesso sento  certuni meravigliarsi del fatto che le bonifiche dei siti inquinati vengano affidate agli inquinatori o ai titolari responsabili delle aree private. E chi dovrebbe realizzarle ? lo stato ? Lo stato dovrebbe dettare le regole e far in modo che queste vengano applicate. Purtroppo le regole o per meglio dire la normativa sulle bonifiche è pressochè inefficace:  per esempio prevedere che le bonifiche (intese come trattamento o rimozione di materia inquinata) possano essere realizzate a costi ragionevoli è troppo limitativo e tende a favorire le Messe in Sicurezza Permanente (MISP).

Una MISP consiste  nel confinamento del corpo inquinato,  nella regimazione delle acque meteoriche, nella raccolta del percolato ed  nel monitoraggio decennale della rete piezometrica.  Nel caso queste misure vengano correttamente espletate saremmo di fronte ad un’ opzione considerata meno peggio. Ma possiamo dire che nell’ area di Pitelli- Ruffino-Pagliari almeno questo stia avvenendo?  Per poterlo verificare dovremmo quanto meno  poter trovare sul sito di ARPAL  resoconti e relazioni costantemente aggiornati, corredati di dati analitici.

Occorre porre grande attenzione sulla congruità e sulla precarietà di tali interventi, il confinamento delle masse inquinate avviene con dei teli in Goretex di pochi millimetri che possono lacerarsi a causa di assestamenti, di piccoli sismi, dell’ azione sinergica di aggressivi chimici. Peraltro spesso si devono fare i conti con abbancamenti abusivi di scorie industriali sversate senza alcun accorgimento e pertanto non isolati dal fondo naturale ( vedi per esempio il sito di stoccaggio ex Ipodec,  “ il Campetto”, i Bacini Cenere Enel,   e fuori dal Perimetro  il Campo in Ferro della M.M.). 

Neppure in presenza di Hot Spots si è intervenuti, né si ha intenzione di intervenire con la rimozione dei terreni contaminati,  a questo titolo ricordo il Sito  della ex Penox  o l’ area tra il  “Campetto” e la Ruffino /Pitelli  indicata da un ex addetto della Sistemi Ambientali quale ricettacolo di pericolose scorie tossiche (ricordo gli scavi della Forestale del giugno 2014 subito ricoperti e pare quasi dimenticati ). 

Insomma chi non ha provveduto a risanare i fondi di propria competenza ha ricevuto solo qualche diffida e rischiato pene pecuniarie irrisorie peraltro mai applicate.

E’ dunque possibile far fronte a situazioni così complesse e gravi con una legislazione inadeguata sul piano dei poteri sanzionatori e senza le necessarie risorse?

In questo esposto mi  limito a riferire  di  parte delle criticità ricadenti nel Sito di Interesse regionale di Pitelli,  un’ ampia trattazione meriterebbero anche:

-        la Polveriera di Vallegrande (e le sue misteriose gallerie) ancora completamente da monitorare

-         l’ ex Fonderia di Pertusola dove l’ inquinamento è presente non solo nella banchina discarica e nei vecchi capannoni ma anche sulla collina soprastante dove era ubicata la ciminiera.

-        il Sito di Stoccaggio Provvisorio Prolungato di Monte Montada per RSU ma riempito di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi.

-        il fondali del Golfo della Spezia con vari quadranti ad alta tossicità dove si è provveduto alla rimozione di sedimenti inquinati solo laddove sussistevano determinati interessi imprenditoriali

-         il “Tiro al Piattello” sovrastante la Polveriera di Vallegrande entrambi sotto vincolo militare

-        le discariche ex CIR ed Acam  ( La Marina e Valbosca)

-        l’ enorme invaso di Saturnia che gli Uffici Tecnici della Regione intenderebbero ufficialmente mettere in Sicurezza ma che il suo governo uscente, unitamente ai Comuni spezzini ed al Gestore Acam hanno in animo di riaprire.   Per far fronte ai debiti, Acam ha presentato un piano di rassetto , che prevede recupero di reddittività dalla riapertura di Saturnia.  L’ impianto  dovrebbe ospitare FOS (Frazione Organica Stabilizzata) e terra vergine proveniente da scavi. Nel corso dell’ audizione del 20 gennaio scorso in Commissione Parlamentare l’ assessore all’ ambiente Natale ha confermato che le percentuali sono da dividersi al 50% . Questo dovrebbe portare nelle casse Acam 4.500.000 euro l’anno. Il sito è in grado di accogliere 700.000 metri cubi in 7 anni (2015-2021), quindi circa 100mila all’anno che tradotti in tonnellate risultano circa 140mila. Ma ci sono un paio di questioni che non tornano molto.   

-         

    Prima questione: di FOS vengono prodotte circa 20.000 tonnellate l’anno, che oltretutto dovrebbero ridursi a zero nel 2020 con il raggiungimento del limite del 65% di differenziata . Tale limite è ovviamente valido anche in altri ambiti del Paese come quello il Tigullio dal quale, sempre secondo l’ Assessore Natale, si vorrebbe importare tal quale (anche dopo il 2015) per mantenere in esercizio l’ impianto TMB di Saliceti.

 

    Seconda questione: il piano di riassetto parte dal 2015, ma  l’anno è già iniziato e per riaprire Saturnia è necessaria oltre che la MISP anche un lungo iter autorizzativo che prevede V.I.A. e V.A.S.  Mi domando, pertanto, come mai le banche creditrici  accettino lo slittamento di quanto è stato previsto dal Piano di riassetto economico finanziario di Acam!

 

Ma più in generale mi chiedo come possiamo definire il giudizio del Sindaco Federici di qualche mese fa che riferendosi alla bonifica dell’ ex SIN di Pitelli ed all’ ex area IP ha avuto l’ ardire di parlare di  “Modello,  di eccellenza che farà scuola a livello nazionale “ ?

Possiamo definire tale giudizio una provocazione, una grave offesa a tutti gli spezzini,  non solo quelli residenti a Levante della Città peraltro reiterata in occasione della sua recente audizione in Commissione Parlamentare d’ Inchiesta sul traffico di Rifiuti  lo scorso 20 gennaio.

Nel suo panegirico iniziale egli ha auspicato che il lavoro della Commissione   “porti in modo celere ad un momento di chiarezza definitiva affinchè si metta la parola fine sulla vicenda Pitelli ..”. 

In buona sostanza ha enfatizzata la necessità di dimenticare quanto ha prodotto  il ventennio Pitelli con la sua ridda di sospetti ed allarmanti testimonianze che nell’ insieme  “ costituiscono un marchio  ( di infamia N.D.R. ) per il territorio “. 

Un marchio che secondo Federici  “è un’ eredità molto pesante”  ma che io aggiungerei non ha indotto a cambiare corso giacchè nonostante la promessa a non portare più alcun rifiuto nelle colline del Levante si è già programmata la riapertura dello sversatoio di Saturnia.

Nella stessa audizione in sindaco del Partito Democratico attacca lo Stato dicendo che dopo l’ imposizione del SIN ( a fine anni ‘90 furono soprattutto i governi locali a volerlo sperando in chissà quali finanziamenti) non è stato fatto nulla come nel resto dei 60 siti nazionali.  Mi sorge spontanea una domanda:  possibile che in un paio d’ anni siamo riusciti a diventare  un Modello Nazionale delle Bonifiche ? Ci tengo a ricordare che la Regione ha stanziato la modesta somma di 1.3 milioni per la MISP dell’ ex fonderia della Pertusola.

Delle metodiche di bonifica ho detto sopra ma vi è da fare chiarezza anche su come esse avvengono grazie anche all’ approvazione di certune procedure semplificate volute dagli ultimi governi. 

Prendiamo la discarica di Ruffino Pitelli,  il progetto di MISP avvallato con decreto da Miniambiente nel 2009 prevede l’apporto di 179 mila mc di materiale rispondente alla tabella B dell’ allegato 2 del D.gls. 152/ 2006, a colmare i volumi residui nella parte sommitale dell’ impianto. Misura questa che sarebbe necessaria per garantire la sicurezza idrogeologica al sito.  Per la copertura invece è previsto un riporto di circa un metro di materiale non contaminato rispondente alla tabella A dell’ allegato 2 del D.gls. 152/2006.

A causa della scarsa reperibilità di materiali terrigeni,  delle 200 mila tonnellate che andrebbero a colmare i volumi residui, “solo” 50 mila  sono state sinora abbancate nel sito ma in merito alla loro provenienza attendiamo riscontri ufficiali da Arpal.  Per quanto è dato sapere essi consistono  in pareri tecnici ( quindi non test chimici ) relativi ai soli carichi derivanti da scavi,   non da impianti di trattamento.

Non è cosa da poco, infatti i gestori di impianti di trattamento rilasciano sotto la loro responsabilità materiale già certificato che dovremmo accogliere in tutta fiducia. Peccato che ormai 4 mesi orsono nella Ruffino Pitelli sia finita una quantità imprecisata di fanghi da cartiera miscelati ad inerti provenienti dall’ Inerteco di Santo Stefano di Magra. 

Pur non essendo più classificati come rifiuti ma come “ aggregati riciclati “ (ai sensi del D.M. 5 febbraio 1998)  emettevano effluvi nauseabondi che ci hanno ovviamente allarmato ed indotto a chiedere conto presso il locale Dipartimento Arpal.  L’ Organismo scientifico che era intervenuto in seguito ad una ispezione dei VV.UU.  spezzini  (N.B. richiesta da un residente),  ha cercato di rassicurarci dicendo che tale tipologia di sversamenti non avrebbe avuto più luogo ma non ci ha però ancora fornito gli esiti delle relative analisi.

In occasione del dragaggio dei canali Lagora, Dorgia il Comune della Spezia utilizzando i fondi FAS FESR del cosiddetto “Pacchetto Piazza Verdi”   ha incaricato dei lavori  due società, di cui una la New Ambiente srl, composta dal titolare dell’ ex Sistemi Ambientali ( che gestiva la famigerata discarica di Ruffino Pitelli),  dal direttore dei lavori e dal Tecnico che ne curano attualmente la MISP.  Della caratterizzazione si è addirittura occupato quest’ ultimo !  Ora chiunque conosca anche superficialmente i fatti di Pitelli non potrebbe che indignarsi, tanto più se ha letto i resoconti stenografici della Commissione Parlamentare Rifiuti che riportano la deposizione del sindaco Federici il 20 gennaio scorso.

Poco sopra ho fatto riferimento a nuove norme semplificate in tema di gestione di terre e rocce da scavo  -ebbene-  l’ articolo 41 bis del Decreto del Fare (v. Governo Letta) deroga quanto previsto dal D.lgs.  152/2006 garantendo al soggetto che ne effettua la movimentazione la possibilità di riutilizzarle in ripristini ambientali, ne consente altresì l’ autocertificazione qualitativa.  In altre parole i Proponenti possono rivolgersi a laboratori autorizzati per effettuare  le analisi chimiche dei sedimenti e le ARPA le validano se i dati risultano conformi alle CSC (Concentrazione Soglia Contaminanti)  .   Non c’ è che dire:  un provvedimento pensato bell’apposta per   “ uomini del fare “ ovviamente celebrato in nome della spending review.

Ma non si poteva risparmiare semplicemente facendo pagare le analisi a chi effettua movimenti terra ma comunque facendole eseguire dalle Agenzie per l’ Ambiente ?

Tornando alla più volte citata audizione del Sindaco della Spezia, un altro   -posso ben dirlo-  “sfrontato capitolo”   è stato da lui dedicato alla gestione dei rifiuti ed ad Acam, la locale multi utility dei servizi.   Trattasi di un’ azienda speciale  pubblica al 100% che com’ è noto  versa in gravi difficoltà economiche:  Federici (sindaco azionista maggioritario) ne ha parlato ma senza riconoscere che è stata proprio la sua parte politica ( fu assessore delle giunte Pagano) a ridurla in pezzi dopo anni di clientelismo, sprechi e di scellerate strategie. 

Il piano di riassetto industriale di Acam tutto incentrato sul rientro debitorio verso le banche creditrici,  prevede oltre alla cessione dei suoi assets più remunerativi  anche la messa a gara di almeno il 49 % della partecipata Ambiente.  

Dissertando del ciclo dei rifiuti ha citato l’ impianto di Saliceti come il fulcro della rinascita aziendale in un’ ottica di gestione regionale ( v. L.R. sull’ ATO unico)  ricordando orgogliosamente che la Provincia Spezzina è l’ unica a poter vantare una tale dotazione.

Forse a questo proposito le parole del Sindaco non sono state così in malafede come quelle pronunciate per propagandare delle immaginarie bonifiche ma sono comunque da censurare. Ciò che è accaduto in questi anni avrebbe dovuto insegnargli qualcosa:  a parte i disagi che l’ impianto per il TMB dei rifiuti ha arrecato ai residenti della zona,  egli dovrebbe tenere nel giusto conto che sinora l’ attività svolta ha imposto oneri pesantissimi al Gestore ( e a cascata agli utenti) . 

Lo smaltimento del CDR (Combustibile da Rifiuto) e della FOS (Frazione Organica Stabilizzata o sottovaglio )  -esiti del processo industriale-  ha superato rispettivamente i 200 ed i 50 euro euro/tonn.  Per non parlare del costo dell’ impianto (22 milioni di euro) in parte ancora da saldare al costruttore > la Ladurner spa.

Anche sulla raccolta differenziata ha fornito dati che confermano quanto meno una preparazione superficiale:  “il comune della Spezia penso potrebbe arrivare al 50% di differenziata entro il 2015”.  L’ ultimo dato diffuso si attestava al 37,2  %,  doveva invece raggiungere il 65% entro il 2012,   non solo in ossequio al limite che il D.lgs. 152/2006 aveva disposto  ( poi derogato al 2020  dal collegato Ambiente alla finanziaria 2014) ma anche all’ accordo Comune della Spezia – Acam – Conai,  siglato nel 2010.  Terzo anno del primo mandato Federici !

 

Va chiarito molto bene che i dati forniti si riferiscono al materiale ritirato e non a quello effettivamente riciclato, occorrerebbe conoscere la quota estranea presente nelle varie frazioni specie nel cosiddetto Multi Materiale e la destinazione della Forsu   -ossia dell’ Umido- che da oltre 3 anni non viene trattato nell’ impianto di compostaggio aerobico di Boscalino.

Mi chiedo come si possa dire davanti ad una Commissione Parlamentare   “ stiamo uscendo positivamente dalla crisi dei rifiuti”  quando il Gestore non è neppure in grado di garantire l’ esercizio in un impianto fondamentale come quello per il compostaggio.  Per di più omettendo  che la Frazione Organica che i cittadini raccolgono, ivi compresa quella dei distretti Porta a Porta, viene smaltita chissà dove e chissà come.

Stessa storia ha raccontato l’ Assessore Natale che ha riferito di “ un uso a singhiozzo dell’ impianto”  sia pure giudicando l’ espressione  “ un eufemismo “. Un impianto   “ oggetto di interventi e che sta riprendendo l’ attività”.    Con grande abilità   ha poi confermato che “ proprio perché  Acam sta ristrutturandosi e presentandosi al mondo con un vestito diverso”   due gruppi hanno proposto un investimento nell’ area di Boscalino. 

Natale ha alluso al progetto per la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica per 30 mila ton/anno  ( FORSU + fanghi biologici ) per il quale esisterebbe uno studio di fattibilità di cui naturalmente ho richiesto copia ma che però ancora non ho ricevuto. Un impianto che potrebbe trattare biomasse sporche ( per esempio Umido mal selezionato), dotato di una centralina che brucia biogas ( che potrebbe essere necessario depurare).  Il costo, intorno alla 10 ina di milioni di euro,  dovrebbe dunque essere a carico della nuova partnership  ovvero a carico di chi si prenderà il 49% delle azioni di Acam Ambiente.

Pensando che tra i possibili acquirenti c’ è l’ indebitatissima IREN  (perchè vanta una prelazione),  viene da sorridere.!

Sconcerta invece il fatto che a differenza del compostaggio aerobico, dalla digestione anaerobica esita una quota di scarto ( il digestato ) pari al 30 %  della massa in entrata che non può essere usato in agricoltura se non dopo ulteriori e insicuri trattamenti. Insomma si allungano le filiere al solo scopo di realizzare costosi e complessi impianti,  secondo una logica affaristica che come sempre va a pesare sulle tasche dei cittadini.

Purtroppo devo dire che alcuni aspetti come quello appena trattato,   in Commissione Rifiuti non sono stati adeguatamente discussi, vuoi per lo scarso tempo concesso ( in qualche caso sprecato dagli ambientalisti), vuoi perché ci si è accontentati di un quadro di massima dal quale potrebbe pervenire se non   “una promozione,  un rinvio a settembre”  in materia di Gestione dei Rifiuti. Ciò naturalmente in relazione alla situazione penosa in cui si trova tutto il paese che al netto di alcune realtà virtuose, altro non sa fare che aprire discariche o incenerire (vedi Sblocca Italia),  con gravi ripercussioni sulla Salute Pubblica.

                                                                                              Cucciniello Corrado

                                                                                               Associazione Comitati Spezzini

domenica 5 aprile 2015

ESPOSTO E VIDEO RISERVA ORIENTATA DI FIUMEFREDDO (CT)

                                                          Al Presidente della Regione Sicilia      Dott.      Rosario Crocetta         
                                                          Assessorato Ambiente regione Sicilia   Dott.    Mario Croce
 
Calatabiano (CT)  25 marzo 2015       
 
Ill. me Istituzioni,
con la presente intendo segnalarvi quanto segue:
la Riserva orientata di Fiumefreddo versa in pessime condizioni e senza adeguati controlli.  Vi si trova una gran quantità di rifiuti che ne deturpano la bellezza, non mancano presenze ingombranti come gruppi di giovani che compiono caroselli suonando il clacson o famiglie che fanno il pic nic lasciando poi sacchetti della spazzatura alla mercè di animali. Non manca nemmeno materiale lasciato da artigiani, in genere inerti e plastiche.
Alla foce del torrente Cottone le dune vengono prese d’ assalto da fuori strada che si riuniscono in gran numero nell’ week end,  peraltro il tratto focivo del corso d’ acqua  è invaso da rifiuti come documentato in questi filmati.
 
Sulla sponda destra in prossimità della foce è presente anche una sorta di ritrovo per motocrossisti che compiono le loro evoluzioni specie nel fine settimana,  producendo un devastante inquinamento acustico.
Nel corso di un’ escursione ho assistito al passaggio di decine di fuoristrada, alcuni dei quali recavano sulla carrozzeria la scritta  “ Etna Tour”.
Il tutto non fa che confermare il più assoluto disinteresse o nel “ migliore dei casi” la tolleranza di chi sarebbe deputato al controllo di tale area. Sono rimasto esterrefatto quando,  dopo avere telefonato alla Forestale per denunciare l’ inopportuna pratica del motocross mi è stato risposto con un tono paternalistico  “che si limitava  solo alla domenica”.!
Esterrefatto e   -devo dire-   molto contrariato non solo perché contavo di godere del bosco retrostante la bella spiaggia di S. Marco (pensando fosse un’ oasi di silenzio)  ma anche perché mi risulta che in Sicilia vi sono 42 mila Forestali tra operativi ed amministrativi.
Sarebbe bene che queste ingenti forze venissero impiegate non solo nell’ attività di controllo ma anche di pulizia di questo territorio che versa in condizioni indegne di un’ area che si dice protetta. La rimozione della plastica ( molto pericolosa per le specie ittiche di grossa taglia )  dall’ alveo del  torrente Cottone sarebbe al quanto raccomandata.
Confido che queste mie note non vengano intese come una critica rancorosa o peggio una sorta di delazione ma come uno stimolo ad attivarsi per difendere una terra bellissima che merita il massimo rispetto da parte di tutti:  quello dei cittadini che devono essere educati ma anche quello delle istituzioni  che devono dare l’ esempio.
                                                                                
                                                                                   Distinti Saluti                      Cucciniello Corrado
                                                                                                                       Associazione Comitati Spezzini
                                                                                                                  Via del Monte, 21 19021 Arcola (SP)