PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

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PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

venerdì 29 marzo 2013

NOTE SULLA CO-COMBUSTIONE DEL CDR AD USO DELLA POPOLAZIONE SPEZZINA



Il Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti (PPR) della Provincia della Spezia non prevede il loro incenerimento nello stato di “tal quale”, nè ha come indirizzo la co - combustione del CDR con il carbone ( ved. pagg. 167 e 214 del PPR). Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) coerentemente (*), esprime il diniego alla produzione di energia mediante la combustione dei rifiuti o materiali derivanti da essi.


Tuttavia il PPR prevede che la gestione dei materiali post-consumo non differenziati avvenga mediante un trattamento meccanico biologico da cui esitino inerti, metalli ferrosi e non ferrosi e due tipologie di rifiuti speciali: la FOS (frazione organica stabilizzata **) ed il CDR (combustibile da rifiuto ).

Tale trattamento è effettuato presso l’ impianto di Saliceti situato nel Comune di Vezzano Ligure. Un impianto che come già anticipava il PPR (pag.151) risulta altamente energivoro assorbendo, praticamente in continuo, 3 Mw/h con ricaduta fortemente negativa sui costi di gestione.

Dopo che l’ Europa è intervenuta per sanzionare un’ illegittima interpretazione (tutta italiana) delle norme comunitarie che regolano l’applicazione delle sovvenzioni alle fonti rinnovabili, dal 2007 non è più possibile considerare tra queste il CDR.

Pertanto i gestori di poli termici (***) idonei al trattamento termico del combustibile da rifiuto con cosiddetto “recupero di energia” non possono più ricevere questo tipo di aiuti e chi produce il CDR deve pagare per farlo bruciare e di fatto non riesce più a venderlo.

Questo è il motivo principale per cui il Ciclo dei Rifiuti nella nostra Provincia non si chiude ! Con l' attuale tasso di raccolta differenziata del 27% (?) da Saliceti escono circa 45 mila tonnellate/anno di CDR, sino ad oggi è stato smaltito fuori Provincia ad un costo tra i 150 - 180 euro/ton.

Ogni anno dobbiamo quindi spendere milioni di euro per produrlo, esportarlo e bruciarlo, senza ricavare nulla e soprattutto inquinando le popolazioni ed i siti dove avviene la sua combustione !

Vale la pena di ricordare che l’ impianto vezzanese ci è costato 24 milioni di euro di cui 10 sono ancora da saldare al costruttore !!! A conti fatti l’ incendio che recentemente lo ha reso inutilizzabile sarebbe quasi da considerare una provvidenza di nostro Signore.!. Il CDR prodotto è stato avviato a diversi inceneritori del centro e del nord Italia (Pavia, Lodi, Isernia) ed all’ estero: precisamente a Matrai ( Ungheria).

Com’ è noto le condizioni economiche di Acam sono a dir poco drammatiche e certamente non consentono esborsi di tale rilevanza. Per cui periodicamente, alcuni esponenti politici e tecnici del settore ripropongono l’idea che l’ unica via d’ uscita per chiudere il ciclo dei rifiuti sia la co-combustione in Enel.

Ora, giacchè in sede di Autorizzazione Ambientale Integrata (AIA) alla centrale Enel di Vallegrande, l’ obbiettivo annunciato dagli Amministratori locali è stato quello di concedere parere positivo a fronte di un miglioramento delle emissioni dell’ impianto termoelettrico, non si capisce come si possa anche solo prendere in considerazione l’ipotesi della co-combustione CDR- carbone.

Tale pratica condotta in via sperimentale a Fusina nei primi anni del 2000 ha evidenziato -specie nella prima campagna- che le emissioni della locale centrale rispetto ai rilievi "in bianco" sono peggiorate sensibilmente per quanto riguarda i valori delle diossine ( 30 volte ).

 Nella seconda campagna quella che ha preceduto l’affermarsi dell’esercizio industriale sono “opportunamente” decresciuti ma questo certamente non ci rassicura. Come ripetiamo da anni, inquinanti come le diossine ed i furani meritano a proposito dell’ impatto sanitario, valutazioni assolutamente specifiche in quanto bioaccumulabili negli organismi degli esseri viventi e per di più cancerogeni, teratogeni e mutageni.

Non di meno riteniamo che tutte le forme di smaltimento di rifiuti o derivati siano assolutamente da bandire in quanto finiscano inevitabilmente per arrestare la buona pratica del Riciclo che può, a condizione che il sistema di gestione sia oculato e non asservito al cartello inceneritorista, divenire Totale, determinando la creazione di posti di lavoro stabili e una lotta efficace agli sprechi.


* indicazione tenacemente richiesta dai Comitati che si erano battuti contro l’ inceneritore di Boscalino.

** la FOS (sottovaglio) è la parte risultante dalla fase di selezione del materiale biostabilizzato in uscita dalle biocelle aerobiche di cui è dotato l’ impianto di Saliceti. Il sopravaglio o sovvallo previa deferrizzazione effettuata con speciali magneti, viene liberato dal materiale non idoneo ed avviato alla raffinazione finalizzata alla produzione di CDR. Dall’ apertura dell’impianto la FOS (circa 20 mila t/anno) è stata quasi sempre esportata fuori provincia a costi non trascurabili ad eccezione del periodo in cui è stata conferita nella discarica di Vallescura.

*** esclusi i gestori di impianti muniti di vecchie autorizzazioni e gli impianti della Campania.