PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

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PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

sabato 4 ottobre 2014

IL PUNTO SULLA BONIFICA E SUL FUTURO DELL' EX ARCOLA PETROLIFERA




Da molti anni il petroliere Massimo Moratti (patron della Saras spa)  ha trasformato l' ex raffineria dell' Arcola Petrolifera in un deposito carburanti. L' impianto  è gestito dalla Deposito d' Arcola srl recentemente incorporata nella società madre. La sua capacità è stimata in circa 280 mila tonnellate.

Nel corso dell' attività di raffinazione  la sottostante falda acquifera del fiume Magra è stata gravemente inquinata e quindi la Proprietà ha dovuto farsi carico della bonifica. Si sono dovuti attendere i primi anni del 2000 per assistere ai primi interventi  (bioventing e biosparging)che però si sono rivelati non risolutivi.

Recentemente si è deciso di integrarli con una Messa in Sicurezza Permanente MISP che prevede un contenimento in CLS a valle della falda.  Qui sotto alleghiamo documentazione in merito.

https://www.scribd.com/doc/241925530/C-Int-Catastale-compressed-pdf

https://www.scribd.com/doc/241925523/C-605-Prog-MISP-V-compressed-pdf

https://www.scribd.com/doc/241925495/C-Int-DOCUMENTAZIONE-FOTOGRAFICA-compressed-pdf

 
 
La Deposito d' Arcola srl  occupa un' area di 40 ettari di cui poco più della metà di proprietà. La restante parte viene concessa dal Demanio Provinciale. Il perimetro in predicato è contiguo al Parco di Monte Marcello Magra, uno dei serbatoi del Deposito ricade addirittura in area protetta e si è reso necessario confinarlo con argini in quanto soggetto ad inondazioni.  Vedi immagine

 
 

Questa incompatibile presenza ha generato un lungo contenzioso con le istituzioni competenti giunto sino al massimo grado del Tribunale delle Acque di Torino che alla fine ha ordinato la rimozione dell' infrastruttura. 


Nell' agosto del 2013 tra la SRL e Provincia della Spezia è stata siglata, una scrittura privata  che prevede in cambio della demolizione del serbatoio ( ricordiamo disposta dal Tribunale delle Acque), il rinnovo della concessione a deposito carburanti nelle aree demaniali. Concessioni che erano da tempo scadute vedi parte in colore giallo all' interno della demarcazione nera ovvero la futura linea
di riassetto idrogeologico.



 
 
 
 
 
 
   Comitati Spezzini ha richiesto di accedere a tale scrittura privata alla Provincia che ne ha, previo pagamento degli oneri, rilasciato copia regolarmente siglata. La riportiamo sotto:



 
 
 
 





Per quanto ci risulta la Comunità arcolana nulla sa di tale accordo (perché di questo si tratta seppur privato) e Comitati Spezzini ne è venuto a conoscenza occasionalmente durante un colloquio con una funzionaria dell' Autorità di Bacino. Un accordo che riguarda il futuro della Piana del Magra e tutti suoi residenti essendo quello della Deposito srl un' impianto ad alto rischio.

Vale la pena di riportare quanto è previsto dalla normativa nazionale ( legge Marzano ) all' art. 56  in tema di regimi autorizzativi per i depositi di carburanti:


art. 56.  Fermo restando quanto previsto dal comma 2, lettera a), sono attività sottoposte a regimi autorizzativi:

a) l'installazione e l'esercizio di nuovi stabilimenti di lavorazione e di stoccaggio di oli minerali;
b) la dismissione degli stabilimenti di lavorazione e stoccaggio di oli minerali;
c) la variazione della capacità complessiva di lavorazione degli stabilimenti di oli minerali;
d) la variazione di oltre il 30 per cento della capacità complessiva autorizzata di stoccaggio di oli minerali.



Stiamo verificando se un ipotetico rifiuto del rinnovo delle già citate concessioni avrebbe potuto rientrare nelle variazioni delle fattispecie c) e d). In altre parole ci stiamo chiedendo se la Provincia negando il rinnovo delle concessioni scadute avrebbe potuto intimare la dismissione di altri serbatoi e quindi emettere la sentenza di morte per il deposito. Posto che, com' è facilmente intuibile, la Provincia si sarebbe dovuta far carico almeno di una parte delle bonifiche e l' accordo di cui abbiamo parlato non si sarebbe chiuso.

Tali vicende devono comunque far riflettere, considerato anche che la passata giunta arcolana  ha dato avvio alla procedura autorizzativa per il rinnovo del Piano Urbanistico che è stato poi adottato dal Consiglio comunale.  Detto Piano  è stato sottoposto alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) così come previsto dalle leggi regionali, nazionali ed europee. Sono stati redatti il Documento degli Obiettivi, il Rapporto Ambientale ma la Consultazione Pubblica non è stata condotta secondo i principi fondanti previsti dalle normative.

Il confronto con le Comunità si è svolto,  potremmo usare questa espressione  "nel solco della tradizione"  ovvero con incontri informali tenutisi in una palestra, in una Arci, in una trattoria, in una sala polivalente con dinamiche avulse da ogni tipo di disciplina ed organizzazione. Nel Rapporto Ambientale sono state inserite alcune brevissime dichiarazioni di residenti che durante le assemblee avanzarono problematiche per lo più  personali e che ignoravano completamente l' importanza del processo che si stava svolgendo.

Invero nel Rapporto Ambientale compare anche uno schema redatto dal Dott. Livio Fattorini (ISDE La Spezia) che reca una sintesi tematica ed i vari aspetti ambientali sui cui condurre le valutazioni . Non si ha notizia di alcun riscontro formale da parte dell' Amministrazione. Con una lettera protocollata appena dopo la presentazione del Documento degli Obiettivi, Comitati Spezzini insieme ad altre Associazioni, aveva invece circostanziato un possibile schema di gestione formale della Consultazione Pubblica all' interno del procedimento di VAS. Anche in questo caso il Comune di Arcola ha ritenuto di non dover fornire alcun parere.

Stesso comportamento hanno tenuto altre amministrazioni per esempio quella di Vezzano ligure, Ameglia, Bolano, Sarzana e Lerici a cui avevamo inviato le stesse note anche in considerazione del fatto che questi Enti,  in quel periodo, stavano approvando non poche varianti ai loro Prg e Puc.

Ovvio che nel corso della Consultazione Pubblica il caso dell' ex Arcola Petrolifera avrebbe potuto essere ampliamente dibattuto ed approfondito invece è risultato materia di discussione privata. Con qualche  "incontro in allegria"  si sono eluse questioni importanti come il  Consumo di Territorio ( si ricorda la spinosa questione del centro commerciale di Romito finita nelle mani dei tecnici del comune della Spezia per una misteriosa ridefinizione tecnico giuridica della relativa pratica), la viabilità nel Piano d' Arcola (con stretto riferimento al tema della qualità dell' aria ed alla zonizzazione acustica), delle attività incompatibili con il Parco Regionale del Magra  e delle bonifiche delle aree inquinate ( alcune di queste oggetto di procedimenti penali ).

Insomma siamo alle solite  cari   "40 lettori" ..!   è pur noto che le Amministrazioni sono lo specchio delle Comunità e quindi  bisognerebbe non turbarsi più di tanto ma certo modo di governare e certo fatalismo amareggiano.

Tuttavia intendiamo ancora verificare se la nuova Giunta arcolana vuole dare un segno di discontinuità con il passato  e quindi  considerato che la Partecipazione all' interno della VAS è prevista dagli esordi sino al termine del procedimento, rinnoviamo alla sindaca Emiliana Orlandi    l' istanza di istituire un' Inchiesta Pubblica ai sensi dell’ art.11 della L.R. 32/2012.




 








 


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