Il 14 ed il 15 dicembre i Comuni spezzini hanno votato il riassetto societario di Acam Ambiente, il 16 ratificato nel Consiglio dei
Soci ACAM, voi di “Comitati Spezzini ” che pensate della costituzione
della Newco che gestirà gli impianti di trattamento dei rifiuti ?
Si tratta di una mera
operazione affaristica speculare alle combustioni, antitetica al Riciclo Totale
che da sempre sosteniamo. Il nuovo Partner di Acam Ambiente con circa 17
milioni di euro -dieci per il digestore anaerobico e sette per il 51% della
Nuova Partecipata- si assicurerà ogni anno notevoli entrate sia con il
trattamento dell’ organico che dell’ indifferenziato. A Boscalino il nuovo
impianto non farà che allungare una filiera che si poteva mantenere corta con
il solo trattamento aerobico e con una differenziata pulita e tracciata.
Esattamente la funzione che avrebbe dovuto svolgere quello esistente di tipo
aerobico, inaugurato nel 2002, costato 8 miliardi di lire. Quest’ ultimo sarà
comunque necessario e lo si dovrà riattivare in un modo o nell’ altro, sebbene
per oscure ragioni non sia mai andato a regime. Non è chiaro neppure se il sito
che misura poco più di 2 ettari ( ed ancora da bonificare) possa ospitare il
digestore e se, allo stesso, sarà associata una centralina a biometano.
E Saliceti ?
Grazie alla recente
quanto discutibile AIA manterrà la sezione per la tritovagliatura, dunque potrà
soddisfare le esigenze/emergenze della nuova Area Omogenea formata dallo
spezzino e dal Tigullio. A servizio di essa verranno assoggettate anche le
biocelle dell’ impianto parimenti dovessimo raggiungere il 65% di
differenziata, quota che invece le renderebbe fruibili -come noi avevamo invano
proposto- per il compostaggio aerobico. Si continuerà invece a produrre
Combustibile Solido Secondario già posto in dote agli inceneritori Iren nonché
Frazione Organica Stabilizzata che il Piano di Riassetto Acam prevede venga
conferito nella “nuova Saturnia”. Anche qui il programma ci sembra alquanto
incerto oltre che pericoloso. Tale Rifiuto Speciale dovrà essere miscelato al
50% con terra vergine ma sarà necessario importarne in quantità, circa 350 mila
metri cubi come si evince dalla gara d’ appalto. Inoltre, a fronte di una redditività
prevista di circa 28 milioni di euro -a partire da gennaio 2015 sino al 2021,
ancora non sono stati presentati né il progetto di bonifica né quello dell’
impianto. Si consideri poi che la riapertura di Saturnia in pratica è data per
autorizzata ma il progetto dovrà scontare sia la VIA che l’ AIA.
Cosa osta ancora al passaggio degli impianti ad un
gruppo come Iren ?
Intanto che questa
Multiutility quotata in Borsa sia ancora pesantemente indebitata: risulta sia
passata dai 5 miliardi di euro del 2012 ai 2.7 del 2015. Poi che l’ operazione
si configura come una privatizzazione di uno dei servizi pubblici di rilevanza
economica, scenario rigettato dagli italiani con il referendum 2011 che aveva
abrogato l’ art. 23 bis del DM 112/2008. Personalmente ho sempre pensato che la
Consultazione non ripubblicizzasse alcunchè ma certo espresse una precisa
volontà politica.
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