Ponzano Magra Ceramica Vaccari anno 1945
Quello che vedete è lo stabilimento della Vaccari di
Ponzano Magra .. quando era in attività .. E' certo che la fabbrica abbia dato
il pane a decine e decine di famiglie ..
com' è certo
che ancora lo dia .!.. è molto diffusa infatti, la convinzione che le numerose
pensioni per silicosi (distribuite a pioggia tra i dipendenti) siano
regolarmente
spese negli
ipermercati della Val di Magra ( i cui ricavi prendono poi il volo) o usate per
mantenere figli e nipoti inoccupati.
Ma quanto è
costata in termini ambientali l' attività? In parte ne abbiamo parlato qui http://comitatispezzini.blogspot.it/2014/11/il-punto-sulla-bonifica-dellarea-ex.html
Vi è però da aggiungere ancora qualcosa. Come
si può intuire dalla foto risalente al 1945,
i fumi usciti per decenni dalle ciminiere hanno prodotto un particolato
che si
è
aerodisperso per tutta la bassa Val di Magra
e sui colli sovrastanti l’ impianto.
Dal processo produttivo sono
risultate grandi quantità di rifiuti che possiamo verosimilmente considerare
come speciali e speciali pericolosi.
Parlando con un ex
dipendente
ho appreso che un corso d’ acqua discendente dalle colline,
appena uscito da un lago artificiale dove veniva prelevata argilla, fu
canalizzato all’ interno della
Fabbrica. Quivi
finivano scarti della tinteggiatura delle piastrelle, una
sorta di limo che conteneva elementi inquinanti come il Cobalto. All’ uscita della fabbrica si univa ad
altri torrentelli sino a
formare il colatore maggiore denominato Belaso.
Proprio in questo punto
venne abbassato l’ alveo in modo da formare una vasca di decantazione che doveva
raccogliere il materiale più pesante che presentava diverse
colorazioni ( spesso tendenti al rosso). Ma purtroppo non è
finita: altri scarti venivano sversati
alla foce del Belaso. A detta dell’ ex dipendente fu creata una discarica
della
larghezza di 150 metri che
andò ad inserirsi nell' alveo del Magra.
Siamo in territorio vezzanese, in loc. Corea, nell' area
dove poi venne posato il
metanodotto; durante i lavori vennero alla luce gli antichi sedimenti colorati,
misti a piastrelle ed
altri residui. L’
opera erosiva prodotta dalle piene del Magra, culminata recentemente con la
parziale riemersione del metanodotto interrato, si presume abbia trasportato a
valle
almeno una quota delle su descritte scorie. Altra
nota dolente riguarda l’ occultamento nelle zone limitrofe all’ex Vaccari, di
una non precisata quantità di materiale coibente
in amianto.
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