PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

giovedì 5 giugno 2014

documento redatto da Valerio Gennaro e Anna Stramigioli


Comitati Spezzini sosterrà il contenuto del documento nell' Inchiesta Pubblica al Piano regionale dei Rifiuti e Bonifiche 2013 e proporrà di condividerlo alle altre associazioni che hanno partecipato alla prima seduta del 22 maggio scorso
 
                                          RACCOLTA DIFFERENZIATA UTENZE DOMESTICHE E ASSIMILABILI

IMPORTANTE LA GESTIONE DELL’UMIDO  -  DA PRIVILEGIARE: RECUPERO DELLA MATERIA E PRATICHE SALUBRI IN AGRICOLTURA

CONSIDERAZIONI

·         Il piano regionale dei rifiuti punta ad una raccolta differenziata al 65%, senza definire obiettivi di affinamento delle percentuali e della qualità nel tempo, tende perciò ad ingessare la struttura della filiera intorno a soluzioni impiantistiche, organizzando la gestione su aree vaste; con ciò disattende da precise indicazioni sulla qualità della raccolta e conseguente recupero della materia (sia secondaria per la produzione, sia organica per la produzione agricola)

·         Le convenienze finanziarie di organizzazione delle aziende di gestione dei rifiuti sono spesso in conflitto con l’interesse dei cittadini a fruire di un servizio efficace

·         Privilegiando la definizione delle soluzioni impiantistiche, senza porre concrete condizioni sulla qualità del servizio, dato l’obiettivo del 65% RD, si pongono serie preoccupazioni anche in merito alla qualificazione del lavoro e delle conseguenti garanzie contrattuali, mentre appare ipotizzabile uno spacchettamento dei servizi in assenza di garanzie

·         Prevale la logica del “possibile” su quella del “doveroso”, perciò, per ammissione dell’amministrazione regionale, si è deciso di rinunciare all’organizzazione e pianificazione di filiere industriali di produzione legate a compost naturale e materia seconda per la produzione industriale

La RACCOLTA DIFFERENZIATA può raggiungere % molto più alte, ma soprattutto può dar luogo a filiere di utilizzo della materia seconda. Per perseguire tale obiettivo è necessario pianificare raccolte differenziate con opportuno controllo della qualità della raccolta. Ciò avviene in alcune realtà italiane, non dipende dalle tecnologie dei cassonetti, o da complesse apparecchiature elettroniche per il conteggio delle tariffe, ma da una capillare distribuzione del servizio e dal concreto controllo dei conferimenti e dell’igiene del territorio.

Gestione dei rifiuti e igiene urbana (e/o suburbana, ecc) non possono che andare di pari passo nell’organizzazione del servizio e nella definizione dell’organizzazione del lavoro, se vogliamo che i risultati possano garantire salute e dignità dei cittadini e dei lavoratori.

Naturalmente, in quest’ottica, la separazione dell’organico può essere considerata la fase più delicata ed importante. Altrettanto importante è la destinazione dell’umido alla filiera agricola in sinergia con il territorio circostante.

Date le precedenti considerazioni si potrebbe ipotizzare l’utilità di un sistema di raccolta per aree “ristrette” con la previsione di utilizzare mezzi di piccole dimensioni in circolazione continua ( meglio se elettrici, come avviene già in altre realtà), connettendo la responsabilità dei lavoratori a precisi obiettivi e zone.

In particolare, per la città di Genova, costituita da realtà ben definite, articolate sulle alture e/o sviluppate intorno a diversi centri storici ( derivanti dalla passata articolazione in Comuni separati) sarebbe possibile riorganizzare il servizio di raccolta porta a porta prevedendo diversi punti di conferimento dell’umido e di trattamento in impianti aerobici. Impiantistiche già esistenti ci indicano ottimi precedenti per ipotizzare la possibilità di distribuire centri di trattamento aerobico sulle alture , alle spalle dei diversi municipi, (e/o dei vari Comuni del contesto metropolitano), secondo una logica di filiera breve, in modo da controllare le linee di trasferimento e la qualità del servizio con stretta connessione tra utenza e addetti al servizio. Avremmo così una concreta possibilità di controllo del feedback e dei risultati. Il compost diverrebbe davvero prodotto da commercializzare con conseguente economicità positiva del servizio. Naturalmente il progetto prevede una inversione delle priorità: si punta al RECUPERO-RICICLO TOTALE DELLE MATERIA,  privilegiando la salubrità del terreno e della filiera agricola, si privilegia la valorizzazione del lavoro e, in sostanza, alla garanzia della salute della popolazione con atti concreti per il suo miglioramento. Un buon porta a porta che non dipenda da tecnologie elettroniche o da caratteristiche dei cassonetti, ma dalla qualità dell’organizzazione e dalla responsabilità condivisa.

Costruire un BIODIGESTORE è più facile, forse conviene ai piani finanziari delle aziende di gestione, ma non è il meglio per le comunità.

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