PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

mercoledì 16 ottobre 2013

AMT ATC

SEI GIORNI FA SUL SECOLO XIX GENOVA SI LEGGEVA: Vendere Amt ai privati. Tutta Amt, cedendo il 100% delle azioni, oggi tutte di proprietà del Comune. L’attesa sentenza infine è arrivata: il consulente incaricato dal sindaco Doria di fotog...rafare lo stato della principale azienda del Comune per numero di dipendenti ha indicato la via: il ricorso a un investitore privato. Di più: se si scegliessero ipotesi più blande, è escluso che l’azienda possa stare in piedi restando in mano pubblica. E più il privato avrà mano libera, si evince - non senza una certa semplificazione - dalle circa duecento pagine fitte di dati prodotte dall’ advisor , meglio sarà perché Amt si consolidi e abbia una prospettiva che superi l’orizzonte di due-tre anni. COM'E' NOTO LA REGIONE SPINGE PER UNA FUSIONE AMT GENOVA ATC LA SPEZIA.. FACCIO QUESTA RIFLESSIONE MA L'ABOLIZIONE DELL'ART. 23BIS DEL DL. 112/2008 TRAMITE IL REFERENDUM DEL 2011 SUI SERVIZI PUBBLICI > E' SERVITA A QUALCOSA ? AH ..DIMENTICAVO GUARDATEVI QUESTO VIDEO: http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2013/09/17/AQcQGzP-selvaggio_sciopero_accordo.shtml

domenica 8 settembre 2013

Questa la delibera della Giunta Comunale della Spezia (Federici I)  del 14 ottobre che appena il giorno successivo al voto in Consiglio sull'attribuzione dei Fondi POR FESR dettagliava il loro utilizzo ... vedi il pacchetto V.le Amendola-Scalinata Cernaia- P.zza Verdi ... leggetevi il nome degli assessori..

venerdì 6 settembre 2013

Impressioni sull' incontro di Pagliari con il commissario dell' AP Lorenzo Forcieri

Un Forcieri con livrea da colomba quello dell’ incontro che SvDC ha organizzato l’altro ieri al Parco Sabrina. Il clima è stato tutto sommato tranquillo nonostante incombesse il pericoloso mattarello della terribile nonna di Pagliari Rita Casagrande. All’ assemblea non si è registrato il tutto esaurito ma vi è stata una discreta partecipazione. Dopo le lunghe premesse di Daniela Patrucco (SvDC) che molto, molto professionalmente ha cercato di inquadrare le possibili condizioni per un dialogo tra l’Autorità Portuale e le Comunità, il controllo di palla è stato tutto dell’ex presidente dell’Autorità Portuale. Colomba .. come ho detto, per il tono della voce ma anche ape sempre pronta a pungere. Un’arringa ovviamente a favore dello sviluppo del porto che è stata a tratti interrotta da alcuni interventi provenienti dalla sala: non poteva essere altrimenti, vista l’ora in cui è cominciato il dibattito e la volontà di Forcieri di andarsene verso le 20:15. Era consigliabile “farsi largo” per parlare. Con quell’andazzo infatti, difficilmente sarebbe rimasto tempo per prendere parola e pronunciare un discorso organico che abbracciasse non solo le ben note problematiche inerenti l’ impatto del Piano Regolatore Portuale ( di seguito PRP) ma anche le vicende che ne hanno segnato il cammino autorizzativo. E a questo proposito avrei già qualcosa da dire su una delle “punture” di Forcieri per esempio quella con cui egli ha accusato la chiamiamola >Controparte Ecologista< di aver ritardato -con effetti negativi sul piano sanitario e ambientale- l’attuazione del PRP. Giacchè mi riconosco in quella Controparte ( all’ interno di queste note si capirà in quale componente) e mi ritengo "informato dei fatti", voglio ricordare che subito dopo l’ Intesa (2001) passata in Consiglio comunale con il solo voto contrario della Lista Civica Città del Sole, altro non si voleva che realizzare rapidamente i dragaggi del Golfo per poi partire con la costruzione delle nuove banchine. Dragaggi senza impedimenti e difficoltà che non comportassero costi troppo elevati, nel pieno di un’area inquinata riconosciuta Sito di interesse Nazionale. Oggi come allora possiamo dire > in barba al DM 471/99 che ne imponeva la bonifica e ne dettava le modalità di intervento. Forse se qualcuno in Autorità Portuale avesse letto quel Decreto e lo avesse osservato, Enrico Schiffini non avrebbe ricorso alle carte bollate, cagionando la situazione di stallo in cui ci troviamo ancor oggi. L' imprenditore aveva anche i suoi interessi ma a lui si deve per esempio la stesura del progetto di bonifica dell’Icram (2003-2004) grazie al quale oggi sappiamo che nel Golfo vi sono tre grandi aree ad alta tossicità (ma anche altre a media e bassa) e sei milioni di metri cubi di sedimenti da asportare o trattare! Il contenzioso chiarì quanto disposto dalle normative: se si intende intervenire in un sito inquinato prima deve essere fatta la messa in sicurezza d' emergenza, poi la caratterizzazione, di seguito il progetto di bonifica e la bonifica medesima. Dopo lo studio di Icram si è poi potuto procedere con i dragaggi al Ravano -certo non speditamente come volevano l’Authority e la monopolista Contship- nel mentre si approvò il PRP. Con l’estinguersi del vero spirito ambientalista che aveva animato la vertenza, si sono poi aperti nuovi fronti di scontro derivanti appunto dalla presenza dominante del già citato terminalista che nel frattempo ha ottenuto concessioni cinquantennali sulla quasi totalità delle banchine portuali a fronte di investimenti relativamente modesti. Altro contenzioso vede i Concessionari del Canaletto impegnati a comprovare l’ ineleggibilità di Forcieri a presidente dell’Authority e quindi anche l’illegittimità di un rinnovo della carica. Ora è chiaro che l’obiettivo vero è quello di non cedere la Marina del Canaletto in quanto l’ indisponibilità della stessa blocca i programmi espansivi del PRP ma i rilievi mossi dai Concessionari risultano in punto di diritto e potrebbero a breve anche essere accolti dalla Giustizia Amministrativa. Ergo chi è causa del suo mal pianga se stesso! Il Comitato portuale, l’Authority, gli Enti Locali hanno fatto le loro scelte se ne assumano la responsabilità! Se poi per Forcieri ciò non è convincente aggiungiamo la questione dell’ annoso dibattito sulla mitigazione dell’impatto ambientale sul Levante Spezzino. Esso è ovviamente tutto incentrato sulla fascia di rispetto, se ha generato dei ritardi è perchè l’Autorità Portuale ha ritenuto che questa infrastruttura dovesse essere realizzata dopo i nuovi banchinamenti! Per l’ Ente marittimo prima si devono dragare i fondali prospicienti le marine di Canaletto e Fossamastra, poi si devono interrare 140 mila metri cubi di mare (forse anche di più) e successivamente potrà essere allestita la fascia di rispetto. I Concessionari e forse anche una parte di ambientalisti invertono le priorità. Mi preme intanto rilevare che al Canaletto non si potrà fare alcuna fascia di rispetto. L’area dove verosimilmente questa avrebbe dovuto essere realizzata è stata cementata ed ancora lo sarà: la palazzata dove si sono insediati gli uffici dei terminalisti, insieme alle decine di parcheggi, ne sono l’esempio. Decine di parcheggi, decine di macchine che circolano.!. Quale miglioramento in termini di qualità dell’aria è stato apportato? Nessuno! Si può dire semmai che la situazione è peggiorata. Il tracciato di Viale S. Bartolomeo non è stato allontanato dalle case e dopo la foce del torrente Dorgia, in direzione Centro, si pensa ancora di costruire: sino a poco tempo fa nell’area adiacente, nascosta alla vista già da alcuni anni, campeggiava un cartello lavori della Terrestre Marittima. Altro cemento, altri parcheggi.!. ..



Al Canaletto la fascia di rispetto coincide quindi con la pista ciclabile ed il nuovo ponte che conduce a Fossamastra il quale non occulta certamente la bruttezza del cavalcavia. Dal Varco Ravano in poi la fascia di rispetto è da tempo in fase di studio ma si ha come l’impressione che detto studio sia condotto in qualche stanza segreta di Via del Molo civico 1. Ogni tanto viene presentata una versione “chiavi in mano” che dovrebbe essere recepita senza troppe richieste di aggiustamenti. E’ severamente vietato ipotizzare che la stessa possa risultare inidonea ad assorbire l’ impatto attuale, figuriamoci prendere in considerazione l’insostenibilità di un’ulteriore espansione portuale e la conseguente Opzione Zero. Tre sono stati gli incontri pubblici dedicati: uno nella sede dell’ Autorità Portuale, un altro nella fu V Circoscrizione, l’ ultimo una seduta consigliare della Commissione Ambiente. Al primo ho partecipato io stesso e ricordo un Forcieri meno colomba del solito, anche nei toni. In Circoscrizione l’ipotesi di fascia di rispetto proposta fu rigettata dai Verdi mentre gli esponenti del PD la accolsero diligentemente. Ma guarda ..! Stiamo parlando di un’area franca ampia mediamente una 20ina di metri che dovrebbe abbattere l’ inquinamento presente e quello provocato da un aumento del flusso dei containers (da stimarsi intorno alle 350 mila unità) e l’ impatto del maggior numero di navi e di mezzi che li movimenterebbero. A questo si aggiunga anche l’ interramento di una porzione di mare pari a 20 campi di calcio. La stessa sorte che toccherà al Canaletto dove peraltro è ancora da effettuare il dragaggio dei bacini di evoluzione. Peccato che nell’assemblea pubblica a Pagliari non vi sia stata occasione per chiedere a Forcieri dove pensa di conferire i fanghi che quivi verrebbero prelevati .!. Questi temi potevano essere debitamente argomentati nell’ ambito del Tavolo di Concertazione promosso dalla Regione nel lontano 2006, quale supporto a quello della V.I.A. che il Ministero dell’Ambiente ha prescritto per tutte le fasi di attuazione del PRP. Del resto esse prevedono interventi di modifica della Costa! Chi ha seguito le vicende legate a tale pianificazione conosce bene quali ostilità esso abbia incontrato, così come la posizione di Forcieri a riguardo della V.I.A. ribadita anche nell’ incontro di Pagliari. La V.I.A. per Forcieri è già stata fatta ! A confermare ciò riporto quanto da Lui riferito quando ancora il Comune della Spezia intendeva cementificare Calata Paita: l’ iter relativo all’ ultimo progetto Llavador è giunto alla fase esecutiva.!. Domando come si può anche solo pensare di poter concertare qualcosa con una classe dirigente così refrattaria al rispetto delle normative e ferma su programmi che costituiscono un colpo mortale per la città .!. Il Fronte antiporto si è davvero reso conto di questo ? Se si è reso conto di questo, allora perché non dice apertamente che non è disponibile ad accettare interramenti ed incrementi del traffico portuale ? Comitati Spezzini non hai mai sposato il criterio della scala delle priorità che vede al primo posto le opere di mitigazione, poi la ricollocazione ed infine i banchinamenti. Ritiene altresì poco convincente perseguire strategie contra personam, in quanto anche mettendo fuori gioco Forcieri, i piani della lobby portuale non cambierebbero. E poi se un presidente nuovo di zecca accettasse le rivendicazioni dei Concessionari e concedesse dieci, facciamo venti metri in più a Fossamastra e soprattutto una ricollocazione congrua e conveniente ..dovremmo poi dire SI al PRP? Su quali basi si può essere indotti a sperare di ottenere anche in una sua revisione con significative riduzioni delle superfici da interrare? Ovviamente nell’ incontro di ieri non sono certamente emersi risvolti e domande come questa. Forcieri ha largamente elogiato gli interventi a tutela dei quartieri realizzati negli ultimi anni ( certamente non quelli di maggiore importanza), il tutto all’ insegna “dell’abbiamo fatto, si può fare di più ma lasciateci lavorare”


Uno dei punti fermi del Commissario pro tempore è stato il seguente: se l’inquinamento atmosferico rientra nei limiti di riferimento allora si può potenziare il flusso delle merci containerizzate! Ma è da chiedersi: la salute pubblica può essere tutelata da valori medi e dalla non eccedenza di superamenti nell’arco di un anno ? Altro punto fermo: se l’inquinamento acustico va oltre i limiti di legge ecco che vi installo dei bei pannelli fonoassorbenti e magari un dispositivo di nuova generazione capace -tramite onde magnetiche- di abbattere i rumori. Ma la qualità di vita di una Comunità si può tutelare con misure tampone (magari anche nocive) ad integrazione di una fascia di rispetto di 20 metri o magari in sostituzione di questa ? Chi scrive è convinto di no anche perché, al di là di ciò che dicono i dati di Arpal sulla qualità dell’aria, il carico ambientale che grava sui cittadini non pare per nulla mutato. A conti fatti possiamo affermare che le posizioni definite più intransigenti di alcune espressioni del mondo ambientalista per esempio quelle di Comitati Spezzini, vengono legittimate e rafforzate. Sin dagli esordi della vertenza abbiamo manifestato totale contrarietà al PRP in quanto figlio di un modello di sviluppo devastante. Siamo ancora convinti che la movimentazione delle merci debba essere contenuta, semmai si dovrebbe movimentare il know out evitando il decentramento della produzione. Una quota rilevante di attività viene trasferita laddove latitano o vengono meno le tutele per l’Ambiente e per i Lavoratori. A fronte di una maggiore occupazione che si può registrare in alcuni paesi, ecco che in altri migliaia di officine ed uffici chiudono i battenti. Premesso che si sta parlando di vite umane si tratta peraltro di uno scambio al ribasso tenuto conto che le condizioni di lavoro e di vita non sono certo equivalenti. E gli effetti negativi non finiscono qui, l’ Ambiente viene compromesso non solo nei paesi dove viene trasferita la produzione ma anche in quelli dove, grazie a questa, vi era prosperità. Le lobbies del cemento si propongono per la realizzazione di grandi opere quali: Gronde autostradali, TAV, immense Vasche di Colmata e sterminate aree retro portuali. Com’ è noto il PRP è assolutamente coerente con tutto questo, tuttavia come Comitati Spezzini non abbiamo mai auspicato la dismissione delle attività portuali ma ci siamo detti in favore di un Porto dalle dimensioni ragionevoli, considerata anche la sensibilità dell’ambiente marino del nostro Golfo. In questi anni si è guardato principalmente a conseguire nuovi record in fatto di movimentazione di containers anziché adottare misure di salvaguardia ambientale e sanitaria quale per esempio l’allaccio a terra delle navi. A questo proposito vogliamo sottolineare che se l’Autorità Portuale avesse tra i suoi obiettivi quello di tutelare le Comunità, avrebbe impiegato gli svariati milioni di euro inutilmente spesi per i ponti di Fossamastra e del Mirabello, proprio per predisporre le colonnine per l’ alimentazione energetica delle navi. Evidentemente ognuno ha le sue priorità: gli abitanti di Levante quella di non essere avvelenati dai fumi dei motori marini, l’ Ente di Via del Molo le operazioni di immagine!

domenica 1 settembre 2013

COMINCATO DEL COMITATO "PIANO DI PITELLI"




Dopo numerose segnalazioni inoltrate già dal lontano 2007 all’ amministrazione della Spezia, il Comitato del Piano di Pitelli torna a porre l’attenzione degli Enti competenti, della Politica, delle Associazioni ambientaliste, della Pubblica Opinione, le criticità che gravano nel distretto Via Rigazzara, località Canelli, Pomara, Groppino, area est della centrale Enel:


la centrale l’ENEL con il suo carico ambientale pregresso ed attuale ( non abbiamo però l’illuminazione pubblica!)

un impianto dell’ACAM dal quale provengono odori nauseanti (ma spesso i rifiuti non vengono prelevati né c/o le abitazioni né lungo le strade di loro servizio)

un Impianto di Betonaggio ( ma la viabilità che serve il nostro abitato è completamente dissestata!) Non è mai stata eliminata la strozzatura fra la polveriera M.M. e la centrale ENEL. Quindi le situazioni di pericolo si moltiplicano anche per l’ intenso traffico di mezzi da trasporto diretti ai diversi impianti industriali presenti nell’area.

Rumori notturni che derivano da tralicci, alternatori e impianti di betonaggio!

Perenne presenza di micro discariche che non vengono rimosse, con bordi strada disseminati di rifiuti che gli stessi mezzi Acam perdono in corsa e che nessuno mai raccoglie; bordi strada sui quali il Gestore rifiuti opera con i suoi mezzi spargendo cattivi odori e percolato (come documentano le foto)

Mancata pulizia del canale di sfocio delle acque dell’intera vallata.

Un oleodotto



Si consideri anche che nel nostro territorio vige ancora l’ordinanza del 18.1.2006 che vieta il consumo ed il commercio di frutti,ortaggi e animali, l’utilizzo di acqua attinta dal suolo per usi alimentari diretti ed indiretti. Interdizione resasi necessaria a seguito dei potenziali effetti derivanti dall’inquinamento del Perimetro ad alto rischio di Pitelli.



A fronte di tale condizione riteniamo scandaloso che nessuna delle nostre istanze, dall’eliminazione delle fonti di rischio al monitoraggio ambientale e sanitario, non siano mai state prese in considerazione.



Senza ritegno alcuno sentiamo altresì parlare di nuovi insediamenti produttivi contestualmente agli accordi contenuti nella nuova Convenzione con Enel. Insediamenti che interesserebbero persino l’ area della polveriera di Vallegrande e che il contesto non può certo sopportare.

lunedì 17 giugno 2013

CONSIDERAZIONI SU ALCUNI PUNTI DEL NUOVO PIANO INDUSTRIALE DI ACAM (APPROVATO RECENTEMENTE)



Come si legge l' Azienda intende realizzare profitti per 4.3 milioni di euro /anno mediante conferimenti in Saturnia !!!


Non so ancora quale sia la durata dell' accordo Acam - DRI Pagliari, potrebbe coprire tutto l' affidamento in house della gestione dei rifiuti ovvero sino al 2028.

Ad ogni modo il piano prevede che dalla data in cui sarà disponibile Saturnia ( il cui iter autorizzativo procederà di pari passo a quello di Mangina) ovvero il 2015, i conferimenti andranno avanti sino al 2021, dipende dalle quantità in gioco che comunque andranno ad esaurire la capacità prevista di 700mila metri cubi *.

A Saturnia quindi dovrebbero andare per 7 anni > 100 mila mc di materiale l' anno ad un costo medio di 43 euro/mc    4.3 milioni /100mila mc/anno

>circa 35 euro per tonnellata. Non poco per FOS e terre/rocce da escavo !!

La produzione di FOS si attesta -ad ora- intorno alle 20 mila ton/anno ed è previsto si riduca a zero per effetto della crescita della raccolta differenziata che sempre secondo il Piano Industriale dovrà raggiungere il 65% entro il 31.12.2017. Dovrebbe ridursi cioè di circa il 33% all' anno nel triennio 2015-2017, quindi da 20.000 a 13334 mila tonnellate nel 2015, 13334 a 6668 tonnellate nel 2016 e da 6668 a 0 nel 2017.

N.B. In questo triennio sia Mangina (se davvero verrà autorizzata) che Saturnia risulterebbero operative quindi in grado entrambe di accogliere FOS ed eventuali quantità di trittovaglio prodotte nei periodi di fermo manutentivo dell' impianto di Saliceti (dalle 5000 alle 8 mila ton). Nonchè terre e rocce da escavo.

Stiamo parlando di quantità molto modeste considerando che poi dovranno essere tradotte in metri cubi.

Come già ho avuto modo di riferire le terre e rocce da escavo perverrebbero dai lavori dell'Aurelia bis circa 500 mila metri cubi (dato fornitomi da ANAS Genova) di queste, 150 mila sono già andate al Molo Garibaldi, 200 mila circa o poco meno verrebbero allocate nell'ex discarica Ruffino Pitelli, il resto circa 150 mila metri cubi finirebbero a Mangina o Saturnia.

Ho chiesto all'Assessore all'Ambiente del Comune di La Spezia > Davide Natale, quale bisogno vi sia di autorizzare due discariche dalla capacità complessiva di 1.050.000 metri cubi a fronte di tali contenuti conferimenti e mi sono sentito rispondere che gli ingenti volumi devono rapportarsi alla durata dell' affidamento della gestione dei rifiuti sino al 2028. Poi però ha candidamente ammesso che sia Saliceti che Saturnia accoglieranno rispettivamente Tal Quale e FOS da fuori ambito. E non solo FOS ma anche terre e rocce da escavo risultanti da lavori in essere o in programma sul territorio. Quali?

                        Siamo tornati indietro di 20-30 anni ovvero
                               al business delle discariche... !!!!!!!

Ma probabilmente tutto questo ragionare e far di conto non avrà una sua utilità, il TRIBUNALE DELLA SPEZIA il 20 marzo scorso ha sentenziato :

 “non sussistono, limitatamente alle imprese ricorrenti Acam Spa, Acam Acque Spa e Acam Ambiente spa i presupposti di cui all’art. 1 Legge Fallimentare …. e giudica pertanto di non poter autorizzare alcuna operazione che sia diretta all’accesso della procedura concorsuale di concordato preventivo …..con implicita esclusione del ricorso ad un accordo di ristrutturazione del debito ai sensi dell’art. 182 bis L.F……”.

Pertanto i Comuni (..cioè noi) saranno in balia dei creditori che pretenderanno il rientro di una parte cospicua del mostruoso debito (480 milioni divisi al 50% tra banche e fornitori ) oggi in capo ad Acam ed alcune partecipate. L' azienda potrebbe non essere in grado neppure di investire i 20 milioni di euro per la realizzazione di Mangina e Saturnia ed eventuali altre spese, ivi compresi i nuovi mezzi da impiegare per incrementare la differenziata. Gli scenari che si aprirebbero sarebbero alquanto pericolosi: liquidazione di Acam con conseguenti tagli al personale, svendita dei core business, dei beni immobili dell' Azienda e dei Comuni, commissariamento della Regione che avvocherebbe a sè il ciclo dei rifiuti.

Domani 18 giugno sapremo ...

* dato presente in un verbale della Commissione Ambiente del Comune ( che ho richiesto) e confermatomi dall' assessore D. Natale

domenica 16 giugno 2013

VITTORIA SOLO AL 1° ROUND DEI SINDACI CHE HANNO APPROVATO IL PIANO DI RIASSETTO ACAM

VITTORIA SOLO AL 1° ROUND DEI SINDACI CHE HANNO APPROVATO IL PIANO DI RIASSETTO ACAM
GRANDE vittoria dei Comuni della provincia (88%) per l’approvazione del piano di riassetto del gruppo Acam. Le “serissime farse” dei Consigli Comunali che con una moralizzazione patetica a favore delle famiglie dei dipendenti  hanno invitato e spinto  i consiglieri a votare a favore del piano. GRANDE  sconfitta dei cittadini della nostra Provincia, in primis perchè a causa del piano, così come è stato approvato dai Sindaci, subiremo rilevanti aumenti in termini di tariffe acqua e rifiuti, poi, a seguito della diminuzione del patrimonio dei comuni, per  le rilevanti perdite, siamo diventati più poveri. Iniziamo a puntualizzare alcuni concetti di base: 1°) la sentenza del Tribunale del 20 marzo  2013 ha sentenziato che Acam spa è una azienda pubblica, e pertanto esce dalla competenza  del Giudice Civile. Infatti  il collegio scrive: “non sussistono, limitatamente alle imprese ricorrenti Acam Spa, Acam Acque Spa e Acam Ambiente spa i presupposti di cui all’arti 1 L.F. …. e giudica pertanto di non poter autorizzare alcuna operazione che sia diretta all’accesso della procedura concorsuale di concordato preventivo …..con implicita esclusione del ricorso ad un accordo di ristrutturazione del debito ai sensi dell’art. 182 bis L.F……”. Che Acam è una azienda pubblica è ribadito anche nei Consigli Comunali. 2°) se Acam spa è una azienda pubblica la competenza è del Giudice Contabile tipicamente la Corte dei Conte Regionale, e qui faccio riferimento alla sentenza (Cassazione Sez. Unite n. 10973/2005), confermata in sede di appello (1^ sez n. 14/2009) ove è stato affermato che la riduzione, per cattiva gestione, del patrimonio di un Comune, di cui il pubblico potere è socio unico, costituisce danno erariale. Mi sembra che questa sentenza conviene con il caso Acam. Altra sentenza che conviene è la n. 267/2009 della sezione giurisdizionale per la Regione Toscana, la quale afferma: “ il controllo dell’Amministrazione pubblica, nei confronti delle società a partecipazione totale, non possa limitarsi ad una verifica successiva sulla gestione, attraverso l’approvazione del bilancio, né ridursi al mero esercizio del potere di nomina dei rappresentanti dell’ente in seno al Consiglio di Amministrazione della società partecipata, ma deve essere un controllo attuale, puntuale e concomitante all’attività gestionale della società, da effettuarsi anche con l’ausilio di specifici poteri ispettivi: deve essere un controllo gestionale stringente su tutte le attività investendo non soltanto gli atti di gestione straordinaria, ma anche la gestione ordinaria e gli organi stessi della società partecipata.” Questa sentenza, pensate,  parla di  società a partecipazione totale non di società in House per  le quali il controllo è ancora più stringente.   Pertanto l’orientamento di tutte queste sentenze portano alla conclusione che ci doveva essere un controllo da parte del socio pubblico e  che nel caso di Acam non c’è stato.  Il fatto che Tortora avesse tutte le deleghe, come ha ribadito in Consiglio Comunale il sindaco di Vezzano, non toglie che i sindaci soci dovevano fare i controlli. L’ulteriore azione di responsabilità che viene esperita nei confronti di Tortora per le assunzioni allegre, i sindaci la devono presentare alla Corte dei Conte Regionale sezione procura, e non in Tribunale della Spezia. 3°) una volta stabilito che la competenza è della Corte dei Conti, il Piano di riassetto ha due elementi  che contravvengono alla normativa di finanza pubblica: a) non c è la possibilità di cedere il 49% di una società in House  (Acam Ambiente) se non alla scadenza del periodo di affidamento. b) si contravviene alla legge sull’indebitamento tipica degli enti locali, infatti l’art. 41 Legge 448/2001 detta che le condizioni di rifinanziamento devono consentire una riduzione del valore delle passività totali a carico dei comuni, mentre per Acam acque , rimborso del capitale al 2033/34 con interessi del 4.5%. A questo punto  I revisori dei conti, devono essere coinvolti,  anzitutto perché una esplicita previsione di legge prevede che essi debbano esprimere un parere. Per quanto riguarda il termine del 18 di giugno è chiaro dalla sentenza che sarà respinto dal Tribunale il pre concordato , e per quanto riguarda il “piano” , i giudici fanno capire che essendo acam una società pubblica , questo accordo con i creditori si poteva fare anche al di fuori del Tribunale. A questo punto i creditori di Acam, per i loro crediti possono agire,  sui  crediti che Acam vanta nei confronti dei comuni, per lo smaltimento o altri servizi .
 Mario Bonelli dottore commercialista e Revisore enti locali