PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

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PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

mercoledì 17 febbraio 2016

CONFERENZA SIR DEL 9 FEBBRAIO 2016 -GENOVA



                                  CONFERENZA SIR DEL 9 FEBBRAIO 2016 -GENOVA






Nella conferenza dei Servizi Istruttoria del SIR di Pitelli del 9 febbraio u.s.  -di cui abbiamo saputo solo grazie all’Associazione “Posidonia”- si è parlato soprattutto della parte mare del Perimetro. Con il passaggio da SIN a SIR infatti, le cose sono molto cambiate:  è occorso telefonare più volte in Regione e stare continuamente all’ erta, pena il rischio di perdere la possibilità di partecipare.

 E questo, nonostante avessimo -mesi fa-  inviato formale istanza di ricezione delle convocazioni. Nell' occasione è stato richiesto di compilare un modulo con le presenze: si spera che d’ ora in poi la procedura ricalchi quella adottata dal Ministero dell’ Ambiente che oltre a convocare puntualmente i portatori di interessi inviava a casa  i verbali delle conferenze decisorie ( in cartaceo o in CD ) allegando eventuali memorie consegnate dai partecipanti.

Nell’ o.d.g.  due punti riguardanti altrettanti progetti di realizzazione di banchine, entrambi alle Grazie: uno in zona militare  ( che giudicheremo quando e se entreremo in possesso delle relative informazioni)  ed un altro nello specchio di mare prospicente la borgata marinara presentato dal Gruppo Valdettaro, prevedente riempimenti a mare.

Il secondo progetto è duramente contestato dalla “Posidonia” che non mancherà certo di evidenziare le proprie motivazioni. Noi ci limitiamo ad osservare che l’ intervento è programmato per ovvie ragioni imprenditoriali  ( come sempre è avvenuto sinora) ma nella fattispecie non si prevede neppure la rimozione del sedime inquinato.  A detta del proponente non sarebbe necessario giacchè il fondo sarebbe totalmente impermeabile, dunque basterebbe affiggere i classici palancolati nell’ area di interesse  confinandola con delle panne e procedendo al riempimento. 
 
 
 
 
 
Peccato però che quel fondale come riferito dalla Posidonia avrebbe una struttura molta dinamica come testimonierebbe un episodio di risalita di acqua dolce e fango avvenuto mesi fa. Inoltre al progetto del Golfo della Spezia consegnato da ICRAM nel 2004 risulta che il fondale è costituito ancora  a 3 metri di profondità da pelite sabbiosa (come si evince dall' estratto soprastante).

Ma veniamo alla parte terra:  protagonista della mattinata è la messa in sicurezza permanente della Ruffino Pitelli. La Proprietà ha richiesto una variante al progetto di bonifica che riguarda diversi punti. La parte alta dell’ ex discarica richiederebbe l’ apporto di circa 30 mila mq di materiale terrigeno rispondente alla colonna b della tabella 1 allegato V del D.lgs. 152/2006 ( limiti per le aree industriali) al fine di eliminare taluni  ristagni di acqua. Altro intervento riguarderebbe il lato nord dell’ impianto dove il dilavamento di una costa semi rocciosa provoca intasamenti negli impluvi artificiali che regimano le acque meteoriche. Nella parte bassa un movimento franoso metterebbe a rischio la stabilità di una strada, dunque sarebbero necessari altri conferimenti di materiali per migliaia di metri cubi anche questi ricadenti nella fattispecie della colonna B.  Secondo la Proprietà per la copertura finale   (il cosiddetto caping)  si prevedono difficoltà di reperimento di materiale rispondente alla colonna A ( limiti per le aree residenziali)  del già notato decreto.  E’ stata quindi avanzata la richiesta di una minore rigidità nell’ applicazione dei limiti della colonna A.  Il parere di Arpal ci è apparso favorevole su tutto ..anche per ciò che riguarda il caping finale,  a condizione che gli sforamenti    “ non vadano troppo oltre i limiti  .. non più di tre volte .. ”  .. ma non si è capito se ciò varrebbe per tutti gli inquinanti o per alcuni.

Ora a parte le ovvie riserve che si possono avere quando un soggetto inquinatore chiede meno severità nell’ applicazione delle norme, ciò che più desta sconcerto è la proposta di conferire ulteriori consistenti quantitativi di materiali, con motivazioni tutto sommato non condivisibili. Per esempio non esiste altro modo per scongiurare i ristagni d’ acqua di cui il titolare della Ruffino Pitelli si preoccupa .?  non si potrebbe effettuare  un rimodellamento del terreno già abbancato ?  L’apporto di altro materiale -peraltro- si traduce in nuovi profitti e questo francamente è un aspetto difficile da tollerare anche alla luce della normativa che si è fatta via via molto indulgente.  Basti pensare all’ Art. 41 bis della L. 98/2013 che ha introdotto praticamente una sorta di autocertificazione da parte del produttore di terre e rocce da scavo. Stessa cosa vale per i gestori di impianti autorizzati che dispongono anche di materiali che una volta trattati ( o per meglio dire miscelati ) cessano di diventare rifiuti speciali non pericolosi ed assumono la definizione di aggregati riciclati.

A questo punto è doverosa una riflessione sul futuro imminente di Saturnia:   vista la grande richiesta di materiale che perverrà da diversi cantieri ( per esempio quello dell’ ampliamento del porto, si stimano circa 2 milioni di tonnellate), o di altre discariche che richiedono la messa in sicurezza permanente,  dove verranno reperiti i 350 mila metri cubi che Acam prevede di conferire a Saturnia ?   Ad oggi le terre e rocce da scavo a disposizione si attestano intorno alle 700 mila tonnellate circa 500 mila metri cubi:  200 mila tonnellate dagli scavi del Felettino e 500mila da quelli dell’ Aurelia bis.

Un ultimo dato... sempre a proposito della ex discarica Ruffino Pitelli.  Ai 520 mila metri cubi conferitivi nell' arco di un ventennio (  nel modo che tutti sappiamo, per un revival vedere qui  https://etd.adm.unipi.it/t/etd-09192006-171428/ ) con il progetto di MISP è stato possibile effettuare un ulteriore apporto di 179 mila metri cubi,  ai quali si andrà probabilmente ad aggiungersi la quota che la Proprietà ha richiesto di conferire in sede di Conferenza di Servizi.

 

 

 

 

 

 

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