CONFERENZA SIR DEL 9 FEBBRAIO 2016 -GENOVA
Nella conferenza dei Servizi Istruttoria del SIR di Pitelli
del 9 febbraio u.s. -di cui abbiamo saputo
solo grazie all’Associazione “Posidonia”- si è parlato soprattutto della parte
mare del Perimetro. Con il passaggio da SIN a SIR infatti, le cose sono molto
cambiate: è occorso telefonare più volte
in Regione e stare continuamente all’ erta, pena il rischio di perdere la
possibilità di partecipare.
E questo, nonostante
avessimo -mesi fa- inviato formale istanza
di ricezione delle convocazioni. Nell' occasione è stato richiesto di compilare un
modulo con le presenze: si spera che d’ ora in poi la procedura ricalchi quella
adottata dal Ministero dell’ Ambiente che oltre a convocare puntualmente i
portatori di interessi inviava a casa i
verbali delle conferenze decisorie ( in cartaceo o in CD ) allegando eventuali
memorie consegnate dai partecipanti.
Nell’ o.d.g. due punti
riguardanti altrettanti progetti di realizzazione di banchine, entrambi alle Grazie: uno in zona
militare ( che giudicheremo quando e se entreremo in possesso delle
relative informazioni) ed un altro nello specchio di mare prospicente la borgata marinara presentato dal Gruppo Valdettaro, prevedente riempimenti a mare.
Il secondo progetto è duramente contestato dalla “Posidonia”
che non mancherà certo di evidenziare le proprie motivazioni. Noi ci limitiamo
ad osservare che l’ intervento è programmato per ovvie ragioni
imprenditoriali ( come sempre è avvenuto
sinora) ma nella fattispecie non si prevede neppure la rimozione del sedime
inquinato. A detta del proponente non
sarebbe necessario giacchè il fondo sarebbe totalmente impermeabile, dunque
basterebbe affiggere i classici palancolati nell’ area di interesse confinandola con delle panne e procedendo al
riempimento.
Peccato però che quel
fondale come riferito dalla Posidonia avrebbe una struttura molta dinamica come
testimonierebbe un episodio di risalita di acqua dolce e fango avvenuto mesi
fa. Inoltre al progetto del Golfo della Spezia consegnato da ICRAM nel 2004 risulta che il fondale è costituito ancora a 3 metri di profondità da pelite sabbiosa (come si evince dall' estratto soprastante).
Ma veniamo alla parte terra: protagonista della mattinata è la messa in
sicurezza permanente della Ruffino Pitelli. La Proprietà ha richiesto una variante
al progetto di bonifica che riguarda diversi punti. La parte alta dell’ ex
discarica richiederebbe l’ apporto di circa 30 mila mq di materiale terrigeno
rispondente alla colonna b della tabella 1 allegato V del D.lgs. 152/2006 (
limiti per le aree industriali) al fine di eliminare taluni ristagni di acqua. Altro intervento
riguarderebbe il lato nord dell’ impianto dove il dilavamento di una costa semi
rocciosa provoca intasamenti negli impluvi artificiali che regimano le acque
meteoriche. Nella parte bassa un movimento franoso metterebbe a rischio la
stabilità di una strada, dunque sarebbero necessari altri conferimenti di
materiali per migliaia di metri cubi anche questi ricadenti nella fattispecie
della colonna B. Secondo la Proprietà
per la copertura finale (il cosiddetto
caping) si prevedono difficoltà di
reperimento di materiale rispondente alla colonna A ( limiti per le aree
residenziali) del già notato
decreto. E’ stata quindi avanzata la
richiesta di una minore rigidità nell’ applicazione dei limiti della colonna
A. Il parere di Arpal ci è apparso
favorevole su tutto ..anche per ciò che riguarda il caping finale, a condizione che gli sforamenti “ non
vadano troppo oltre i limiti .. non più di
tre volte .. ” .. ma non si è capito se
ciò varrebbe per tutti gli inquinanti o per alcuni.
Ora a parte le ovvie riserve che si possono avere quando un
soggetto inquinatore chiede meno severità nell’ applicazione delle norme, ciò
che più desta sconcerto è la proposta di conferire ulteriori consistenti
quantitativi di materiali, con motivazioni tutto sommato non condivisibili. Per
esempio non esiste altro modo per scongiurare i ristagni d’ acqua di cui il
titolare della Ruffino Pitelli si preoccupa .?
non si potrebbe effettuare un
rimodellamento del terreno già abbancato ?
L’apporto di altro materiale -peraltro- si traduce in nuovi profitti e
questo francamente è un aspetto difficile da tollerare anche alla luce della
normativa che si è fatta via via molto indulgente. Basti pensare all’ Art. 41 bis della L.
98/2013 che ha introdotto praticamente una sorta di autocertificazione da parte
del produttore di terre e rocce da scavo. Stessa cosa vale per i gestori di
impianti autorizzati che dispongono anche di materiali che una volta trattati (
o per meglio dire miscelati ) cessano di diventare rifiuti speciali non
pericolosi ed assumono la definizione di aggregati riciclati.
A questo punto è doverosa una riflessione sul futuro
imminente di Saturnia: vista la grande
richiesta di materiale che perverrà da diversi cantieri ( per esempio quello
dell’ ampliamento del porto, si stimano circa 2 milioni di tonnellate), o di
altre discariche che richiedono la messa in sicurezza permanente, dove verranno reperiti i 350 mila metri cubi
che Acam prevede di conferire a Saturnia ? Ad oggi le terre e rocce da scavo a
disposizione si attestano intorno alle 700 mila tonnellate circa 500 mila metri
cubi: 200 mila tonnellate dagli scavi
del Felettino e 500mila da quelli dell’ Aurelia bis.
Un ultimo dato... sempre a proposito della ex discarica Ruffino Pitelli. Ai 520 mila metri cubi conferitivi nell' arco di un ventennio ( nel modo che tutti sappiamo, per un revival vedere qui https://etd.adm.unipi.it/t/etd-09192006-171428/ ) con il progetto di MISP è stato possibile effettuare un ulteriore apporto di 179 mila metri cubi, ai quali si andrà probabilmente ad aggiungersi la quota che la Proprietà ha richiesto di conferire in sede di Conferenza di Servizi.
Un ultimo dato... sempre a proposito della ex discarica Ruffino Pitelli. Ai 520 mila metri cubi conferitivi nell' arco di un ventennio ( nel modo che tutti sappiamo, per un revival vedere qui https://etd.adm.unipi.it/t/etd-09192006-171428/ ) con il progetto di MISP è stato possibile effettuare un ulteriore apporto di 179 mila metri cubi, ai quali si andrà probabilmente ad aggiungersi la quota che la Proprietà ha richiesto di conferire in sede di Conferenza di Servizi.
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