Il Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti (PPR) della Provincia della Spezia non prevede il loro incenerimento nello stato di “tal quale”, nè ha come indirizzo la co - combustione del CDR con il carbone ( ved. pagg. 167 e 214 del PPR). Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) coerentemente (*), esprime il diniego alla produzione di energia mediante la combustione dei rifiuti o materiali derivanti da essi.
Tuttavia il PPR prevede che la gestione dei materiali post-consumo non differenziati avvenga mediante un trattamento meccanico biologico da cui esitino inerti, metalli ferrosi e non ferrosi e due tipologie di rifiuti speciali: la FOS (frazione organica stabilizzata **) ed il CDR (combustibile da rifiuto ).
Tale trattamento è effettuato presso l’ impianto di Saliceti situato nel Comune di Vezzano Ligure. Un impianto che come già anticipava il PPR (pag.151) risulta altamente energivoro assorbendo, praticamente in continuo, 3 Mw/h con ricaduta fortemente negativa sui costi di gestione.
Dopo che l’ Europa è intervenuta per sanzionare un’ illegittima interpretazione (tutta italiana) delle norme comunitarie che regolano l’applicazione delle sovvenzioni alle fonti rinnovabili, dal 2007 non è più possibile considerare tra queste il CDR.
Pertanto i gestori di poli termici (***) idonei al trattamento termico del combustibile da rifiuto con cosiddetto “recupero di energia” non possono più ricevere questo tipo di aiuti e chi produce il CDR deve pagare per farlo bruciare e di fatto non riesce più a venderlo.
Questo è il motivo principale per cui il Ciclo dei Rifiuti nella nostra Provincia non si chiude ! Con l' attuale tasso di raccolta differenziata del 27% (?) da Saliceti escono circa 45 mila tonnellate/anno di CDR, sino ad oggi è stato smaltito fuori Provincia ad un costo tra i 150 - 180 euro/ton.
Ogni anno dobbiamo quindi spendere milioni di euro per produrlo, esportarlo e bruciarlo, senza ricavare nulla e soprattutto inquinando le popolazioni ed i siti dove avviene la sua combustione !
Vale la pena di ricordare che l’ impianto vezzanese ci è costato 24 milioni di euro di cui 10 sono ancora da saldare al costruttore !!! A conti fatti l’ incendio che recentemente lo ha reso inutilizzabile sarebbe quasi da considerare una provvidenza di nostro Signore.!. Il CDR prodotto è stato avviato a diversi inceneritori del centro e del nord Italia (Pavia, Lodi, Isernia) ed all’ estero: precisamente a Matrai ( Ungheria).
Com’ è noto le condizioni economiche di Acam sono a dir poco drammatiche e certamente non consentono esborsi di tale rilevanza. Per cui periodicamente, alcuni esponenti politici e tecnici del settore ripropongono l’idea che l’ unica via d’ uscita per chiudere il ciclo dei rifiuti sia la co-combustione in Enel.
Ora, giacchè in sede di Autorizzazione Ambientale Integrata (AIA) alla centrale Enel di Vallegrande, l’ obbiettivo annunciato dagli Amministratori locali è stato quello di concedere parere positivo a fronte di un miglioramento delle emissioni dell’ impianto termoelettrico, non si capisce come si possa anche solo prendere in considerazione l’ipotesi della co-combustione CDR- carbone.
Tale pratica condotta in via sperimentale a Fusina nei primi anni del 2000 ha evidenziato -specie nella prima campagna- che le emissioni della locale centrale rispetto ai rilievi "in bianco" sono peggiorate sensibilmente per quanto riguarda i valori delle diossine ( 30 volte ).
Nella seconda campagna quella che ha preceduto l’affermarsi dell’esercizio industriale sono “opportunamente” decresciuti ma questo certamente non ci rassicura. Come ripetiamo da anni, inquinanti come le diossine ed i furani meritano a proposito dell’ impatto sanitario, valutazioni assolutamente specifiche in quanto bioaccumulabili negli organismi degli esseri viventi e per di più cancerogeni, teratogeni e mutageni.
Non di meno riteniamo che tutte le forme di smaltimento di rifiuti o derivati siano assolutamente da bandire in quanto finiscano inevitabilmente per arrestare la buona pratica del Riciclo che può, a condizione che il sistema di gestione sia oculato e non asservito al cartello inceneritorista, divenire Totale, determinando la creazione di posti di lavoro stabili e una lotta efficace agli sprechi.
* indicazione tenacemente richiesta dai Comitati che si erano battuti contro l’ inceneritore di Boscalino.
** la FOS (sottovaglio) è la parte risultante dalla fase di selezione del materiale biostabilizzato in uscita dalle biocelle aerobiche di cui è dotato l’ impianto di Saliceti. Il sopravaglio o sovvallo previa deferrizzazione effettuata con speciali magneti, viene liberato dal materiale non idoneo ed avviato alla raffinazione finalizzata alla produzione di CDR. Dall’ apertura dell’impianto la FOS (circa 20 mila t/anno) è stata quasi sempre esportata fuori provincia a costi non trascurabili ad eccezione del periodo in cui è stata conferita nella discarica di Vallescura.
*** esclusi i gestori di impianti muniti di vecchie autorizzazioni e gli impianti della Campania.
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