PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

giovedì 8 marzo 2012

IMPRESSIONI SULLA SEDUTA DELLA COMMISSONE PARTECIPATE PRESSO IL COMUNE DELLA SPEZIA 6 MARZO 2012

Nulla di nuovo ieri mattina a La Spezia nella prevista seduta della Commissione Partecipate presieduta da Giacomo Gatti (PDL). In programma l' audizione del Presidente di Acam Paolo Garbini con all'o.d.g. le possibili opzioni per il salvataggio dell' azienda di Via Picco. In pratica si è respirata la stessa aria che circola nel resto del Paese e che ha prodotto la surreale pax armata tra centrodestra e centrosinistra, con i comuni mortali a subirne le conseguenze. Qualche leggero accenno polemico per l' allegra gestione dell' ultimo decennio ..ma con judicio .. Anche alla Spezia si rischia la Grecia .!. Tutti erano ben attenti a non rimanere con il cerino in mano del Dottor Morte, ovvero colui che parlando un linguaggio chiaro e onesto potrebbe praticare l' eutanasia ad Acam e al suo personale. Un personale che, lo ricordiamo, conta circa 500 unità operative e 450 amministrative. Sapere che la Società incontrerà i Sindacati per discutere sulla sproporzione tra chi sta negli uffici e chi sta in strada non è un passo avanti ..un passo avanti sarebbe stato quello d' aver già trovato uno straccio di soluzione! Ma si sa novecento 50 dipendenti votano ( mi piacerebbe sapere per chi ..visto che tutti promettono di salvarli ) e con loro votano anche i famigliari più o meno stretti. Eppure questo è un nodo cruciale non solo per quanto riguarda l' efficienza dei servizi ma anche per quel che riguarda la necessità di dare alle banche creditrici almeno l' impressione di poter andare a gara con qualche possibilità di sfangarla. Per chi fosse a digiuno totale su queste questioni ricordo che ai sensi del DL 138/11 convertito nella legge 148/11 le fusioni tra società che gestiscono servizi pubblici non sono più consentite ( per tale ragione l'aggregazione tra Acam ed Hera è naufragata ) e che le azioni dei gestori di gas e rifiuti dovranno essere messe sul mercato tramite gara. Per il momento ancora non è chiaro se subirà lo stesso destino anche il SII, cioè il servizio idrico integrato ma avendo il referendum dello scorso giugno, abrogati solo l' obbligo alla messa sul mercato e le scadenze imposte dal Decreto Ronchi, è da ritenere di si. Peraltro nonostante la richiesta di Garbini dei primi di gennaio ai sindaci azionisti, di votare nei rispettivi consigli la costituzione di una Società Pubblica dell' Acqua ancora non si è mosso nulla .. Società Pubblica dell' Acqua che poi deve essere anche costituita come soggetto giuridico .. Come mai questa situazione di stallo ? Tutto resta ingessato per il fatto che sottrarre ad Acam spa le bollette idriche sarebbe come decidere di far andare deserte le gare ? Questa non è l' unica domanda alla quale non si è data risposta, anche per quanto riguarda la gestione dei rifiuti siamo in alto mare: nel 2011 abbiamo continuato ad esportare CDR in giro per il Nord Italia a 90-100 euro alla tonnellata ( a cui vanno assommati i costi di produzione ), la quantità di tal quale che eccede quella che il TMB di Saliceti può trattare è andata prima da Costa Mauro ( Albiano Magra) e poi a Scarpino (GE ) ma anche al famigerato Cermec di Massa: costo tra i 160 ed i 200 euro alla tonnellata. La FOS ( frazione organico stabilizzata) è stata anch'essa esportata con onere variabile tra i 70 ed i 140 euro alla tonnellata. A fronte di questa situazione Garbini ha riattivato il solito vecchio disco: la bontà del piano provinciale dei rifiuti incentrato sul TMB di Saliceti, un impianto terribilmente energivoro, costato miliardi e miliardi di vecchie lire e quindi gioco forza imprescindibile, nonostante di buono abbia solo di eliminare l' acqua dai rifiuti ma per contro di trasformare gli stessi da urbani in speciali. Ed ancora la necessità di predisporre una discarica di servizio che possa far fronte ai conferimenti sino al 2028 cioè l' anno in cui scadrà l' affidamento in house ad Acam. Insomma i vecchi solfeggi che quasi hanno fatto addormentare i giornalisti più attempati presenti in sala ...ma non solo loro. L' unica variabile rispetto a mesi fa è che l'ex cava Viti di Rocchetta Vara sembra essere uscita dalla lista delle possibili discariche di servizio ( per via dell' alluvione di dicembre ), e che da gennaio 2012 è operativo l' impianto di Vallescura capace, però, di reggere un anno o poco più agli abbancamenti di FOS. In sostanza l' unico sito "affidabile" agli occhi di un possibile acquirente di quote azionarie Acam è Saturnia che però ricade nel Perimetro della bonifica nazionale di Pitelli, in un' area non ancora monitorata e quindi allo stato non svincolabile . I Comitati Spezzini contrarissimi ad una sua riapertura così come i residenti di Pagliari stanno in campana ed informano in tempo reale il Ministero dell' Ambiente su ogni possibile sviluppo. Sull' eterna bozza del Piano Industriale di Acam non si può quindi scrivere a cuor leggero > Saturnia < ed anche questo costituisce un grosso problema per le sorti dell' Azienda che non può presentarsi con un ciclo dei rifiuti chiuso. Inoltre deve essere tenuto presente che l'area in questione appartiene ad una società privata che non sembra così propensa a transare. Più volte i Comitati spezzini, mostrandosi attenti alle difficoltà di Acam, hanno fatto notare che la FOS altro non è che l'esito di raccolte "differenziate sporche" ossia quelle in cui si mescolano le varie frazioni dei rifiuti. Da qui il continuo sollecitare ad attivare un porta a porta sull' intero territorio provinciale i cui tassi di differenziata superano appena il 30%. Lo stesso accordo tra Conai- Comune della Spezia- Acam Ambiente, a differenza di quanto si dice, non sta portando grossi vantaggi all' Azienda. Intanto sconta un non trascurabile ritardo nella sua applicazione. Per stessa ammissione dell' Assessorato all' Ambiente del Comune della Spezia, il porta a porta a novembre 2012 servirà - se l'ultima tabella di marcia sarà rispettata - 53 mila abitanti a fronte degli oltre 95 mila previsti per la fine dell' anno. Pertanto il tasso di raccolta differenziata oggi indicato in ambito comunale al 40.5% ( dato a mio giudizio drogato ) non salirà al 65%, come prevede il suddetto accordo in osservanza all' art. 205 del T.U.A. . Ma non è un problema ..! Acam e i Comuni per bocca di Garbini puntano ad un equilibrio tra quanto costa il sistema e quanto entra nelle casse dei comuni ... non di più. E' chiaro che se la Regione Liguria riservasse adeguate risorse economiche da destinare al potenziamento del porta a porta in tutto il territorio, la matrice organica dei rifiuti potrebbe essere completamente recuperata e non vi sarebbe bisogno di una grande discarica. Anzi essendo i rifiuti totalmente riciclabili si potrebbe persino farne a meno. Un obiettivo virtuoso che non sarebbe per nulla impossibile se i nostri amministratori fruissero di un altro tipo di mentalità, più attenta alle problematiche ambientali ed all' innovazione quale, per esempio, è sicuramente l' impianto sito nel Centro Riciclo di Vedelago ( TV ) in grado di riprocessare le plastiche o di trasformarle in sabbia sintetica. L' infrastruttura sarebbe costata meno della metà di quella che testardamente e sciaguratamente è stata voluta a Saliceti e che rappresenta una delle voci in rimessa di Acam ( o meglio dei cittadini ). Al contrario del Presidente Garbini i Comitati Spezzini ritengono che l' impianto di trattamento meccanico biologico debba quanto prima svolgere la sola funzione di impianto di compostaggio che pure sarebbe necessario per rispettare anche solo i limiti di differenziata imposti dalla legge nazionale. La linea di produzione del CDR altrettanto celermente deve essere dismessa e abbandonata ogni velleità di fare business importando rifiuti da fuori provincia per poi trattarli appunto a Saliceti: ricordiamoci che attualmente l' impianto vezzanese non riesce neppure ad accogliere quelli che vengono prodotti nello spezzino. Sarebbe comico pensare di farne arrivare di ulteriori da Massa o dal Tigullio confidando, peraltro, sull' incapacità di tali ambiti di gestirli correttamente. Ecco .. questo è lo sfondo in cui si muovono i vari protagonisti della politica e dell' amministrazione Acam che conta ad oggi 7 quadri a 65 mila euro l'anno, un presidente che dopo l' addio di Strozzi (lautamente pagato con oltre 20 mila euro al mese per 3 anni) svolge anche il ruolo di AD. Non è un compito facile quello di Garbini ma alzi la mano chi non vorrebbe essere al suo posto ! Del resto se Acam non dovesse farcela che cosa rischierebbe .. ? se ne tornerebbe a scuola a tempo pieno ( ora è in part time). Nemmeno il suo predecessore Stefano Sgorbini ha avuto grossi problemi .. sembra un secolo fa il giorno della sua uscita di scena!!. Qualche momento d' ansia la vivrà Tortora, l' ex AD di Acam, forse per le cattive energie a lui recapitate da tanti sindaci amministratori e dalle coalizioni di riferimento. Da questi, senza alcun spirito autocritico, sono arrivati messaggi del tipo : " è sua la colpa di tutto !! ..dei derivati che ha voluto sottoscrivere .. e dei suoi azzardi finanziari!! " Una sola cosa è certa: pochi sanno quantificare il danno economico da lui prodotto .. si parla di 13 milioni di euro che Strozzi ha contenuto accordandosi con le banche. Ogni spezzino però ricorderà che i debiti di Acam sono arrivati a 400 milioni di euro ...si potrà un giorno conoscere nel dettaglio chi e cosa li ha generati? Oppure alla fine quel detto partenopeo del " chi ha dato ha dato .. chi ha avuto ha avuto " tutto farà scordare invecchiandoci con altri cinque anni di mandato Federici ?

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