Cucciniello risponde a Faggioni ed ai Sindacati su Panigaglia
Non credete che per assicurare al Paese la necessaria quantità di gas sia fondamentale costruire nuovi rigassificatori ?
Come abbiamo piu’ volte riferito, nonostante la prevista realizzazione di tre gasdotti ( South Stream dalla Russia, Itgi dall’ Azerbajan, Galsi dall’ Algeria) che opereranno già dal 2012 con una portata di oltre 46 mld di mc di gas, la V.I.A. nazionale ha approvato 4 rigassificatori: Priolo, Porto Empedocle, Trieste, Gioia Tauro per altri 40 mld di mc gas.
L’Enel ha acquistato un giacimento di gas in Russia ed investirà ancora insieme a Gazprom. Se vi fossero problemi di carattere geopolitico ( l’AD Scaroni di ENI lo smentisce categoricamente) non si rischierebbero tanti soldi … questo lo dico soprattutto ai Sindacati e a Luigi Grillo- .
In sostanza avremo quindi più gas di quello che ci serve. Questo le grandi compagnie energetiche lo sanno bene, dal momento che il loro vero obiettivo è rivendere l’eccedenza in Europa. Poterlo stoccare poi è per loro una manna dal cielo che gli permetterà di metterlo sul mercato quando conviene.
Occorre chiarire -e questo lo dico soprattutto a Faggioni- che è inconcepibile pensare di costruire impianti che non ci servono per assicurare introiti ad ENI nella speranza che aggiunga qualche decina -non centinaia- di posti di lavoro in più. Teniamo poi presente che tutto questo gas indurrà “i soliti noti” a spingere perchè una parte delle decine di progetti per la costruzione di centrali elettriche -presentati e giacenti presso i vari Ministeri- vengano autorizzati ! Vale la pena di ricordare che ad Arcola abbiamo lottato per quattro anni per salvare la piana. Diciamolo pure: in Italia il settore dell’ energia è nel caos ma deve essere chiaro che sino a quando non si trova il sistema di produrla in modo pulito non vi può essere business. Vi possono essere unicamente scelte mirate e oculate.
E cioè ?
Occorre costituire una cabina di regia così come previsto dalla direttiva CEE 80/98 ed anche dal decreto 164 del 2000 che stabilisca preventivamente all’ approvazione di impianti energetici, con criteri obiettivi e non discriminatori, di che cosa ha bisogno il Paese. In soldoni bisognerebbe verificare di quanto gas c’è bisogno, di quanti rigassificatori abbiamo bisogno, con quali criteri questi rigassificatori dovrebbero essere insediati e di quanta energia da fonti rinnovabili si potrebbe ottenere a parità di finanziamenti.
Cosa rispondete alle famiglie sulla questione del caro bollette?
Che super gasiere e rigassificatori (off shore compresi) non saranno sufficienti per abbassarci la bolletta perché è stata emanata una delibera dall’Authority per l’energia che prevede vengano ripianati i costi per la costruzione dei rigassificatori ed anche i possibili deficit di bilancio dovuti a mancate forniture di gas in forma liquida. Saremo tutti noi a pagarli .. proprio con la bolletta!!. Le carenze di gas in forma liquida si potranno facilmente verificare poiché nei paesi produttori gli impianti di liquefazione sono pochissimi e quelli che esistono funzionano a pieno ritmo, quindi anche con un alto rischio, e non reggono la fame di gas dei rigassificatori situati in Europa e nel mondo industrializzato. E’ bene sottolineare quindi che quelle dei rigassificatori, sono operazioni a perdere, nessuna impresa li costruirebbe se non vi fosse un sostegno dello stato. Gli italiani hanno subito impotenti - più spesso ignari- dei veri colpi di mano, architettati ad arte per favorire gli operatori energetici. Prendiamo per esempio l’art 46 della legge 159: è un’autentica norma “sblocca rigassificatori” ! Solo oggi e’ noto ai più che ogni potere decisionale degli Enti Locali per ciò che riguarda la collocazione dei rigassificatori e’ stato cancellato. Resta oggi unicamente quello delle Regioni che tuttavia i grandi partiti -con le modifiche alla costituzione ( specie del titolo V )- potrebbero rendere non più vincolante. Ricordo che la regione Liguria ha detto no all’ ampliamento di Panigaglia. La predetta legge che accompagna l’ ultima finanziaria di Prodi modifica anche il giudizio di V.IA. che diventa un semplice nulla osta in quanto non è più applicata al progetto definitivo ma a quello preliminare .
Veniamo al problema occupazionale ... nella nostra Provincia vi sono 7000 disoccupati.
Sia l’ ampliamento di Panigaglia che l’ impianto off shore non darebbero una risposta significativa. Sarebbe ENI a dire eventualmente di quanti posti di lavoro c’è bisogno. Gli accordi degli anni 90 testimoniano la sua inaffidabilità e il suo dominante comportamento nei confronti del comune di Portovenere. Sia chiaro noi non vogliamo che chi lavora nell’ impianto perda il posto di lavoro. Occorre sedersi ad un tavolo e programmare la dismissione dell’impianto e la dovuta ricollocazione del personale .. andando anche oltre la scadenza della concessione. Dopo di che la baia potrà essere destinata ad attività turistiche ma sempre entro i limiti di una severa tutela ambientale. A questo proposito vorrei però ricordare che i fondali dello specchio di mare prospiciente Panigaglia sono stati classificati da Icram -area ad alta tossicità- e come il resto del Golfo devono essere bonificati. Solo allora si potrà parlare seriamente di turismo.
Non pensate di essere troppo rigidi ... tirare in ballo il santuario dei cetacei per dire no all’ off- shore ...
L’ ambiente e con esso la salute dei cittadini non si tutelano con le trattative ... si difendono e basta. Il Santuario dei Cetacei è una realtà preziosa che dobbiamo salvaguardare anche come elemento di attrazione per un visitatore che apprezzi ciò il nostro Mar Ligure sa offrire. Sia al largo di Livorno che ad un passo dal Golfo spezzino vi sono aree marine protette, il cui pregio ambientale e’ riconosciuto anche a livello mondiale ... cosa succederebbe se una gasiera avesse un incidente che le facesse perdere carburante o peggio rilasciasse parte del suo carico ?
Corrado Cucciniello
Associazione Comitati Spezzini
Non credete che per assicurare al Paese la necessaria quantità di gas sia fondamentale costruire nuovi rigassificatori ?
Come abbiamo piu’ volte riferito, nonostante la prevista realizzazione di tre gasdotti ( South Stream dalla Russia, Itgi dall’ Azerbajan, Galsi dall’ Algeria) che opereranno già dal 2012 con una portata di oltre 46 mld di mc di gas, la V.I.A. nazionale ha approvato 4 rigassificatori: Priolo, Porto Empedocle, Trieste, Gioia Tauro per altri 40 mld di mc gas.
L’Enel ha acquistato un giacimento di gas in Russia ed investirà ancora insieme a Gazprom. Se vi fossero problemi di carattere geopolitico ( l’AD Scaroni di ENI lo smentisce categoricamente) non si rischierebbero tanti soldi … questo lo dico soprattutto ai Sindacati e a Luigi Grillo- .
In sostanza avremo quindi più gas di quello che ci serve. Questo le grandi compagnie energetiche lo sanno bene, dal momento che il loro vero obiettivo è rivendere l’eccedenza in Europa. Poterlo stoccare poi è per loro una manna dal cielo che gli permetterà di metterlo sul mercato quando conviene.
Occorre chiarire -e questo lo dico soprattutto a Faggioni- che è inconcepibile pensare di costruire impianti che non ci servono per assicurare introiti ad ENI nella speranza che aggiunga qualche decina -non centinaia- di posti di lavoro in più. Teniamo poi presente che tutto questo gas indurrà “i soliti noti” a spingere perchè una parte delle decine di progetti per la costruzione di centrali elettriche -presentati e giacenti presso i vari Ministeri- vengano autorizzati ! Vale la pena di ricordare che ad Arcola abbiamo lottato per quattro anni per salvare la piana. Diciamolo pure: in Italia il settore dell’ energia è nel caos ma deve essere chiaro che sino a quando non si trova il sistema di produrla in modo pulito non vi può essere business. Vi possono essere unicamente scelte mirate e oculate.
E cioè ?
Occorre costituire una cabina di regia così come previsto dalla direttiva CEE 80/98 ed anche dal decreto 164 del 2000 che stabilisca preventivamente all’ approvazione di impianti energetici, con criteri obiettivi e non discriminatori, di che cosa ha bisogno il Paese. In soldoni bisognerebbe verificare di quanto gas c’è bisogno, di quanti rigassificatori abbiamo bisogno, con quali criteri questi rigassificatori dovrebbero essere insediati e di quanta energia da fonti rinnovabili si potrebbe ottenere a parità di finanziamenti.
Cosa rispondete alle famiglie sulla questione del caro bollette?
Che super gasiere e rigassificatori (off shore compresi) non saranno sufficienti per abbassarci la bolletta perché è stata emanata una delibera dall’Authority per l’energia che prevede vengano ripianati i costi per la costruzione dei rigassificatori ed anche i possibili deficit di bilancio dovuti a mancate forniture di gas in forma liquida. Saremo tutti noi a pagarli .. proprio con la bolletta!!. Le carenze di gas in forma liquida si potranno facilmente verificare poiché nei paesi produttori gli impianti di liquefazione sono pochissimi e quelli che esistono funzionano a pieno ritmo, quindi anche con un alto rischio, e non reggono la fame di gas dei rigassificatori situati in Europa e nel mondo industrializzato. E’ bene sottolineare quindi che quelle dei rigassificatori, sono operazioni a perdere, nessuna impresa li costruirebbe se non vi fosse un sostegno dello stato. Gli italiani hanno subito impotenti - più spesso ignari- dei veri colpi di mano, architettati ad arte per favorire gli operatori energetici. Prendiamo per esempio l’art 46 della legge 159: è un’autentica norma “sblocca rigassificatori” ! Solo oggi e’ noto ai più che ogni potere decisionale degli Enti Locali per ciò che riguarda la collocazione dei rigassificatori e’ stato cancellato. Resta oggi unicamente quello delle Regioni che tuttavia i grandi partiti -con le modifiche alla costituzione ( specie del titolo V )- potrebbero rendere non più vincolante. Ricordo che la regione Liguria ha detto no all’ ampliamento di Panigaglia. La predetta legge che accompagna l’ ultima finanziaria di Prodi modifica anche il giudizio di V.IA. che diventa un semplice nulla osta in quanto non è più applicata al progetto definitivo ma a quello preliminare .
Veniamo al problema occupazionale ... nella nostra Provincia vi sono 7000 disoccupati.
Sia l’ ampliamento di Panigaglia che l’ impianto off shore non darebbero una risposta significativa. Sarebbe ENI a dire eventualmente di quanti posti di lavoro c’è bisogno. Gli accordi degli anni 90 testimoniano la sua inaffidabilità e il suo dominante comportamento nei confronti del comune di Portovenere. Sia chiaro noi non vogliamo che chi lavora nell’ impianto perda il posto di lavoro. Occorre sedersi ad un tavolo e programmare la dismissione dell’impianto e la dovuta ricollocazione del personale .. andando anche oltre la scadenza della concessione. Dopo di che la baia potrà essere destinata ad attività turistiche ma sempre entro i limiti di una severa tutela ambientale. A questo proposito vorrei però ricordare che i fondali dello specchio di mare prospiciente Panigaglia sono stati classificati da Icram -area ad alta tossicità- e come il resto del Golfo devono essere bonificati. Solo allora si potrà parlare seriamente di turismo.
Non pensate di essere troppo rigidi ... tirare in ballo il santuario dei cetacei per dire no all’ off- shore ...
L’ ambiente e con esso la salute dei cittadini non si tutelano con le trattative ... si difendono e basta. Il Santuario dei Cetacei è una realtà preziosa che dobbiamo salvaguardare anche come elemento di attrazione per un visitatore che apprezzi ciò il nostro Mar Ligure sa offrire. Sia al largo di Livorno che ad un passo dal Golfo spezzino vi sono aree marine protette, il cui pregio ambientale e’ riconosciuto anche a livello mondiale ... cosa succederebbe se una gasiera avesse un incidente che le facesse perdere carburante o peggio rilasciasse parte del suo carico ?
Corrado Cucciniello
Associazione Comitati Spezzini
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