PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

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sabato 19 febbraio 2011

CAMPO IN FERRO E LA QUESTIONE DELLE AREE MILITARI



Questa volta non ho apprezzato Ragnetti in questo suo pezzo apparso nell' ultima Gazzetta della Spezia .. Qualcuno si chiederà perchè ? Semplice ..si è detto che siamo di fronte ad una svolta nei rapporti con la Marina Militare in quanto essa ha informato della sua intenzione di restituire all' uso pubblico l' area del Campo in Ferro e lo spazio a mare prospiciente, più alcuni ritagli che stanno tra questo e la "Napoleonica". In questi ritagli sono comprese delle rupi dove normalmente il personale militare addetto ai combustibili fa pascolare delle capre per mantenere la vegetazione rada.

Ma non è tanto la morfologia delle superfici in oggetto a smorzare ogni entusiasmo quanto la loro condizione. Ragnetti parla del "famigerato" Campo in Ferro mai poi lo definisce "una discarica di non si sa bene cosa".

Ma come ? Le vicende legate al sequestro del sito sono finite persino in cronaca nazionale .. on line si trova vasto riscontro in merito (vedi per esempio l'articolo sottostante) e non se ne fa neppure un doveroso riferimento?



Nel 2003 insieme ad una esponente dei Verdi presi parte ad un' ispezione che alcuni parlamentari avevano accettato di effettuare nelle aree militari dello spezzino e della provincia di Massa Carrara.

Una mattina ci presentammo in Arsenale e fui io stesso a chiedere di andare a visitare il Campo in Ferro. Sapevo che in quell' area era stato riversato del materiale inquinante come barattoli di vernice scaduta, pezzi di motori ancora intrisi di olio esausto e puntualmente li trovammo .. richiamai l' attenzione dei giornalisti che erano a seguito ed il giorno dopo tutto fu riportato nella cronaca locale. Gli articoli parlavano anche dell' immensa catasta di ferro presente che peraltro si vedeva anche dalle litoranee. Un pessimo biglietto da visita per i turisti ..insieme alle cannonate del Balipedio .!...

Quello che non sapevo è che la Marina aveva sversato nel perimentro, tutto quanto è elencato negli atti dell' indagine che di lì a 3 giorni l' allora Procuratore Rofolfo Attinà aprì e che succedette al sequestro dell' area da parte dei carabinieri del NOE di Genova.

Immaginate .. dei carabinieri accompagnati da altri carabinieri a fianco di alti ufficiali della Marina che entrano nella seconda base navale del Paese e pongono i sigilli contestando il reato di abbandono di rifiuti. Non era mai successo prima !!!

Mi capirà Ragnetti ma le sue note così -come dire - soft ... mi hanno lasciato un pò perplesso anche perchè c' è altro da dire sul Campo in Ferro, da dire e da far vedere, guardate queste tre immagini







Nella prima è possibile distinguere i teli neri che coprono il Campo in Ferro per impedire che le acque meteoriche vengano a contatto con il terreno. Si tratta di una messa in sicurezza d' emergenza. Un intervento che doveva essere fatto da tempo invece per anni tutto è rimasto alla merce' degli agenti atmosferici: le piogge si sono infiltrate nel sottosuolo facendo migrare gli inquinanti anche nello specchio di mare prospiciente come attesta una perizia commissionata dalla Procura spezzina all' ing. Boeri.

Peccato perchè quel mare -come raccontano dei vecchi marolini- grazie alle risorgive d' acqua dolce presenti nei suoi fondali, pullulava di pesci.

Se non fosse intervenuto Rodolfo Attinà e se non vi fosse stata quella visita coi parlamentari, nulla si sarebbe fatto e la catasta di ferro sarebbe ancora lì. Non di meno ricordo che per togliere questo materiale la Marina impiego mesi e mesi .. in quanto la Corte dei Conti ebbe da dire sulla vendita dello stesso..

Nel 2005 l' ICRAM oggi ISPRA consegnò all'ex servizio RI.BO. (Rifiuti e Bonifiche) il progetto di bonifica del Golfo della Spezia. Era tanto atteso specie da chi, come noi dei Comitati, era ed è fortemente contrario ai dragaggi. Infatti l' Autorità Portuale intendeva dare il via all' operazione senza neanche conoscere lo stato dei fondali.

Come potete ben vedere nelle immagini tratte dallo studio di ICRAM, la parte adiacente la scogliera che delimita la darsena Duca degli Abruzzi -siamo nel baia di Fezzano- è colorata in rosso: zona ad alta tossicità. La colorazione supera la scogliera stessa oltre la quale l' Istituto di Ricerche Marine non potè comunque estendere le sue indagini.

Il Ministero dell' Ambiente e della Difesa però disposero che dovesse essere la Marina ad incaricarsene. Quindi da qualche parte esistono dei dati che riguardano lo stato dei fondali delle acque arsenalizie ed anche delle altre basi presenti nel Golfo.

Se dovessi scrivere un articolo sull' annosa questione delle aree militari parlerei soprattutto di questo, la prima cosa che direi è: fuori i dati sull' inquinamento marino all' interno dell' Arsenale.!.

E certamente mi chiederei perchè l' Autorità Portuale in cambio del Campo in Ferro è disposta a costruire a sue spese un altro molo per la Marina Militare. Non è un pò strano ? Mi ricordo che dopo la perizia dell' ing. Boeri si disse che per bonificare l' ex sversatoio sarebbero state necessarie decine di milioni di euro.

Ora .. giacchè da tempo l' Autorità Portuale strilla perchè il Golfo è stato inserito nel perimetro ad alto rischio di Pitelli e perchè questo ha reso i suoi dragaggi molto più complicati e costosi, mi pare assai improbabile che l'Ente di Via del Molo si accolli il costo di una bonifica così onerosa.

Ditemi la vostra ..!.. Cucciniello Corrado

1 commento:

Gino Ragnetti ha detto...

Caro amico, comprendo le perplessità, ma esse nascono da un diverso modo di proporre le cose e di rapportarsi con esse e con chi legge. È la differenza che intercorre fra il lavoro del giornalista e l’opera dell’attivista: il primo, se vuole fare bene il suo mestiere, deve stare ai fatti; il secondo è libero di manifestare la sua opinione suffragandola con quello che sa.
Per quello che mi riguarda, io mi sono sempre attenuto alle verità acquisite, e non mi risulta che sul Campo in ferro sia ancora stata emessa una sentenza. Sarà solo in quel momento che un giornalista potrà sostituire quel “Una discarica di non si sa bene cosa” con “In quella discarica sono stati occultati....”. D’altronde lo stesso sottosegretario parla di “ex magazzino di materiali fuori uso e rottami”. Unicamente alla fine della partita, insomma, potremo ritenere definitivo il risultato.
Per quanto riguarda l’articolo riportato qui sopra, esso tratta la questione di una possibile cessione di aree militari, non di inquinamento della zona. E non mi pare che sia roba da poco. Possiamo discutere finché vogliamo se sia opportuno o meno avviare nel merito una trattativa, ma non possiamo negare che si tratti di una svolta epocale: per la prima volta, da quando è qui, la Marina si dice disposta a parlare di un cambio di destinazione d’uso di terreni posti all’interno della cinta arsenalizia. Che poi è quello che la città reclama da tempo.
Infine, se mi è consentito, visto che ci sono vorrei addentrarmi in una brevissima riflessione. Da almeno due anni sulla Gazzetta della Spezia vado conducendo una solitaria battaglia – con documenti alla mano, non a parole – perché il ministero della difesa si decida finalmente a chiarire, ma chiarire sul serio, le sue intenzioni sui beni che alla Marina non servono più, dalle aree dell’arsenale alla caserma Duca degli Abruzzi. Nell’interesse della comunità del golfo avrei gradito che altre voci si unissero alla mia, e invece ho continuato a sentire solo dichiarazioni generiche ed esternazioni estemporanee, il minimo sindacale per farsi un po’ di propaganda gratuita a fini politici. Per il resto, solo silenzio. E non posso dire che la cosa mi abbia fatto piacere.