PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

lunedì 28 febbraio 2011

IL NUOVO OSPEDALE DEL FELETTINO



Il progetto preliminare del nuovo Ospedale, realizzato da l' architetto inglese Michael Hopkins e lo studio Politecnica di Modena, è stato presentato oggi al centro Allende. Erano presenti il sindaco Federici, il presidente della regione Claudio Burlando, l’ assessore alla Sanità Claudio Montaldo; in sala politici e numerosi personalità delle istituzioni.

Un’opera del costo di 188 milioni di euro, interamente finanziata (il contributo è sancito dall’articolo 20 dell’ultima Finanziaria), 520 posti letto su 8 piani, 700 posti auto tra interni e di prossimità, 100 posti moto.

Il progetto

L' elemento ispiratore secondo Hopkins, è l’integrazione con il territorio: le strutture sono state orientate verso la città, il suo golfo ed il suo porto quindi verso il mare, il sole, la luce. L’ area del nuovo ospedale sarà dotata anche di una piazza coperta, strade interne per gli accessi ai vari blocchi, zone di gioco, verrà mantenuto il parco. Sarà una struttura 5 volte più grande di quella esistente

Alcune osservazioni di Federici: tra poco aprirà il cantiere del terzo lotto della variante Aurelia. Il nuovo Ospedale sarà quindi una vera e propria struttura baricentrica che servirà un’utenza potenziale di circa 450mila abitanti. Dopo questa presentazione del progetto preliminare, sarà nostra cura coinvolgere operatori della sanità, sindacati, associazioni in momenti di confronto, un percorso partecipato.

E del Presidente Burlando a proposito dei tempi di realizzazione: ricorsi permettendo, si andrà al 2015 ma saremo in grado di essere più precisi entro l’estate. Realizzare il nuovo Ospedale su uno già esistente arrecherà non pochi disagi agli utenti nel periodo dei lavori ma è ovvio che questi saranno ripagati.

NOTE DELL' ASSOCIAZIONE COMITATI SPEZZINI

Mentre scattavo questa foto all' immagine dell' ospedale proiettata sullo schermo dell' Allende,





il sindaco Federici mi fa: "Cucciniello non farai mica un comitato contro il nuovo ospedale ?"

Quando le persone sono spiritose divento spiritoso anch'io e così gli ho risposto:

" certo ..!.. si chiamerà Comitato contro l' eco mostro del Felettino"

Sul comitato ho scherzato ma se proprio devo dirla tutta, il nuovo ospedale dal punto di vista dell' impatto visivo si può davvero considerare un eco mostro..

Come diceva Hopkins il nuovo Felettino sarà 5 volte più grande di quello esistente.

Leggete qui sotto che dice l' allegato B della L.R. 38/98 a proposito di Valutazione di Impatto Ambientale, la VIA si papplica a:

Punto 10b) Progetti di riassetto urbano, compresa la costruzione di centri commerciali e parcheggi, quali:
centri ospedalieri, centri fieristici o direzionali, complessi alberghieri con ingombro superiore a 40.000 mc in volume edificato o superficie trasformata superiore a 3 ha, centri commerciali con ingombro superiore a 30.000 mc in volume edificato o superficie trasformata superiore a 2 ha;

I volumi sono uno dei dati del nuovo ospedale che non è stato fornito ma a occhio e croce ci pare di poter dire che superi i 40 mila metri cubi: le strutture sono dotate di 6 piani.

Ora è chiaro che se la Regione non adotterà la solita forma "NO VIA con prescrizioni" il sindaco Federici dovrà costituire un' inchiesta pubblica per verificare se il progetto corrisponde al meglio che si poteva prevedere sia dal punto di vista socio economico che ambientale.

Ha parlato di percorso partecipato con le associazioni no?

Lasciamo ad altri le valutazioni sulla razionalità del complesso e soprattutto sulle attività che vi si svolgeranno per parte nostra ribadiamo che l' idea di collocare un centro ospedaliero di tali dimensioni in quel sito non sia stata felice.

Se qualcuno ci avesse chiesto o ci chiedesse in quale zona noi l'avremmo ubicato avremmo senz' altro risposto: nella vallata del Magra ..magari nella Piana di Santo Stefano dove si costruiscono cappannoni destinati a restare mezzi vuoti.

Quell' area è senz' altro baricentrica, e vasta quanto basta, per permettere di realizzare una Cittadella della Sanità con strutture di altezza più contenuta, non più di tre piani.

Per i partigiani anti Val di Magra citiamo un' alternativa: l' area ex Ip .. se solo 24 anni fa si fosse pensato subito alle bonifiche e non alle cementificazioni!

Altri punti di critica che ci sentiamo di fare al progetto sono:

- l' assenza di fonti rinnovabili( fotovoltaico ) per coprire almeno in parte il fabbisogno energetico.
- zero informazioni per ciò che riguarda lo smaltimento degli RSU e degli RSO prodotti dal compendio sanitario.

In ultimo una domanda a Burlando: ricorsi a parte ma davvero pensa che sia possibile realizzare un' opera di tale portata in 4 anni ?

Non per essere perfidi e prevenuti ma ci pare che l' uscita di oggi all' Allende sia stata più elettorale che altro.

domenica 27 febbraio 2011

LE EX RAFFINERIE DELLO SPEZZINO

ARCOLA PETROLIFERA


Intorno agli anni 90 l' attività di raffinazione in essere nella piana di Arcola in un' area di circa 40 ettari venne dismessa. SARAS spa ed Agip trasformarono il sito in un deposito carburanti capace di stoccare sino a 300 mila tonnellate. Stiamo quindi parlando di un insediamento industriale ad alto rischio per il quale vigono tutti gli obblighi previsti dal decreto Seveso e ss.mm.

Siamo in fascia contigua al Parco regionale di Montemarcello Magra. La cisterna più vicina al fiume ( vd. immagine sottostante) ricade adirittura in area protetta, gli abitanti della zona peraltro riferiscono che essa sia stata usata come discarica di residui di raffinazione. La grande condotta presente nel riquadro scarica nel punto indicato con la X, acque provenienti dal deposito di Arcola Petrolifera la società che gestisce l' impianto; da esso fuoriescono effluvi puzzolenti di idrocarburi.



E' in corso un' attività di bonifica partita 6/7 anni fa con molto ritardo. Il progetto di caratterizzazione a nostro avviso risulta insufficiente in quanto non ha interessato proprio la parte sede del cisternone / discarica. Le metodiche di bonifica sono il bioventing http://it.wikipedia.org/wiki/Biobonifica ed il bioslurping http://www.setsrl.com/home/main.php?menuId=1.2176.2193.2199Le operazioni non sono semplici a causa della presenza della falda (molto dinamica) contaminata da idrocarburi migrati dagli strati superficiali. I tempi della bonifica si confermano lunghi e si presume andranno ben oltre il 2012, anno in cui scadrà la concessione che nel 1992 il Comune di Arcola diede alla Saras spa per attività di deposito. Entro il 2012 sarebbe quanto mai raccomandato approvare il PUC ( da assoggettare a VAS); ed all' interno di tale procedimento si dovrebbe decidere il futuro di questo insediamento. La mia personale ( e facile) previsione è che la presentazione del PUC non avverrà e che la concessione in scadenza nel 2012 verrà rinnovata. Da notare che l' attuale deposito impiega solo 60 addetti, quanto una vicina fabbrica di dolciumi. Tutta l' area attigua all' ex raffineria inclusa una parte delle colline e le zone rurali situate nella sponda del fiume (S.Caterina) sono raggiunte da maleodoranti effluvi, si dice provocati dal riscaldamento degli idrocarburi, necessario a renderli più fluidi e scorrevoli all' interno delle tubature.


AREA EX IP



Cominciamo col dire che l' area ex Ip (70 ettari circa) è stata bonificata solo in parte e precisamente quella denominata sub distretto 3 dove è in costruzione l' Ipercoop " Le Terrazze" . C' è persino chi ha dubbi sul fatto che questa porzione lo sia stata davvero.
Nell' immagine sottostante la previsione del piano d' area:
come vedete il progetto redatto dallo studio Oliva di Genova, non si limita al mega centro commerciale ma include una pesante cementificazione che arriva ai piedi delle colline.



Tutto è cominciato quando noi dei Comitati venimmo a sapere che il titolare dell' area Elios spa ( ... subentrata dopo un contenzioso tra Grifil spa ed ENI che alla prima l' aveva venduta per risanata) aveva presentato un progetto di bonifica che prevedeva l' impiego di un desorbitore termico.

Il desorbitore termico è un impianto mobile che tratta "in situ" i rifiuti -in genere- industriali. Il processo che vi si svolge consiste nel riscaldare una massa contaminata ( nel caso di specie da idrocarburi ) portandola a temperature intorno ai 400 gradi. Ciò determina la formazioni di gas che prima di essere espulsi in atmosfera vengono filtrati.

Ovviamente ci siamo subito opposti poichè per esperienza sappiamo che i sistemi di filtraggio non garantiscono il totale abbattimento degli inquinanti ed anche perchè l' area ex IP fa praticamente parte del tessuto urbano della Spezia. E' immediatamente nato un dibattito con l' amministrazione in particolare con l' Assessorato all' Ambiente allora diretto da Renzo Cozzani.

Ci si accordò quindi per la costituzione di un tavolo formato da comitati, enti, autorità scientifiche ( ASL,ARPAL, ISS) per un percorso di trasparenza entro il quale valutare metodiche di bonifica alternative a quella proposta. Il desorbimento termico ( che assicurava tempi di intervento piuttosto rapidi ) lasciò il posto al Land Farming ed al Soil Washing.

Il Land Farming consiste nell' accelerare processi naturali di decadimento molecolare degli inquinanti con l' apporto di colonie batteriche ed il continuo rimescolare delle terre contenenti idrocarburi in settori confinati.

Il Soil Washing invece è una sorta di lavaggio chimico con solventi che dissolvono gli idrocarburi e che vengono poi ... smaltiti, trattati ...!...
Questa metodica venne ben presto abbandonata in favore del Land Farming che però produceva esalazioni odorigene molto fastidiose per i residenti di alcuni quartieri del centro città: in particolare Mazzetta e la zona di Via Crispi, Via Veneto, Via XXIV Maggio e Via Fontevivo.

Il malcontento crebbe fortemente e culminò in varie azioni di protesta nel corso di consigli comunali convocati ad hoc, sit-in nelle piazze più frequentate, esposti alla Procura, impugnazione di atti amministrativi. Vi furono diversi stop e persino una variante al progetto di bonifica tutte complicazioni mal digerite da Elios ( le Coop ) preoccupata soprattutto dei mancati introiti che i ritardi nella costruzione del centro commerciale avrebbero determinato.

Con l' intervento dell' ISS che in pratica si dichiarò garante dell' inocuità degli effluvi puzzolenti che pervenivano ( ed ancora pervengono ) dall ' ex IP, poco alla volta vennero ultimati i lavori nel sub distretto 3. Le polemiche infuriarono anche per un sistema di monitoraggio atmosferico giudicato inadeguato.

Inoltre -secondo alcuni- l' inquinamento dell' area ex IP risulterebbe molto più profondo di quello rilevato sia nella caratterizzazione che nel progetto di bonifica e non tutti gli inquinanti sarebbero stati ricercati. Ai sensi del D.lgs. 471/99 la bonifica avvenne a lotti ( il sub distretto 3 fu l' unico ) .. in pratica ora ci ritroviamo con un' area risanata contigua ad altre dove ancora non è stato fatto nulla.

Un giorno dopo un mio intervento ad un convegno venni avvicinato da una persona che mi raccontò di aver assistito intorno agli anni 80 allo sversamento nel terreno di liquidi violacei che provenivano dall' area industriale di Massa. Si trattava di un tecnico in forza all' ex raffineria.. lo invitai a riferirlo alla Procura ma egli si rifiutò .. in seguito alla mia insistenza si dileguò guardandosi bene dal fornirmi le sue generalità ..

Da ricordare anche l' inchiesta dei NOE sullo smaltimento di una parte di rifiuti prelevati dall' ex IP (perchè troppo inquinati) e gestiti in modo illegale.

http://www.casadellalegalita.org/index.php?option=com_content&task=view&id=29&Itemid=26
c.c.

mercoledì 23 febbraio 2011

OUTLET DI BRUGNATO


OUTLET BRUGNATO

Il PUO è attualmente è allo screening regionale ... vediamo se la Regione Liguria applicherà la VAS e la VIA


Il Distretto, di forma allungata, occupa una superficie territoriale di 60.000 mq per una superficie fondiaria di circa 57.000 mq sulla quale si può intervenire con nuova edificazione nel limite del rapporto di 0,30 mq/mq.
L’ insediamento prevede la realizzazione di venti edifici a destinazione commerciale di cui due ad uso artigianale per un totale di 18.059,00 mq di superficie agibile.



L.R. 38/98 Legge regionale sulla VIA

10b) Progetti di riassetto urbano, compresa la costruzione di centri commerciali e parcheggi, quali:


centri ospedalieri, centri fieristici o direzionali, complessi alberghieri con ingombro superiore a 40.000 mc in volume edificato o superficie trasformata superiore a 3 ha, centri commerciali con ingombro superiore a 30.000 mc in volume edificato o superficie trasformata superiore a 2 ha;

sabato 19 febbraio 2011

CAMPO IN FERRO E LA QUESTIONE DELLE AREE MILITARI



Questa volta non ho apprezzato Ragnetti in questo suo pezzo apparso nell' ultima Gazzetta della Spezia .. Qualcuno si chiederà perchè ? Semplice ..si è detto che siamo di fronte ad una svolta nei rapporti con la Marina Militare in quanto essa ha informato della sua intenzione di restituire all' uso pubblico l' area del Campo in Ferro e lo spazio a mare prospiciente, più alcuni ritagli che stanno tra questo e la "Napoleonica". In questi ritagli sono comprese delle rupi dove normalmente il personale militare addetto ai combustibili fa pascolare delle capre per mantenere la vegetazione rada.

Ma non è tanto la morfologia delle superfici in oggetto a smorzare ogni entusiasmo quanto la loro condizione. Ragnetti parla del "famigerato" Campo in Ferro mai poi lo definisce "una discarica di non si sa bene cosa".

Ma come ? Le vicende legate al sequestro del sito sono finite persino in cronaca nazionale .. on line si trova vasto riscontro in merito (vedi per esempio l'articolo sottostante) e non se ne fa neppure un doveroso riferimento?



Nel 2003 insieme ad una esponente dei Verdi presi parte ad un' ispezione che alcuni parlamentari avevano accettato di effettuare nelle aree militari dello spezzino e della provincia di Massa Carrara.

Una mattina ci presentammo in Arsenale e fui io stesso a chiedere di andare a visitare il Campo in Ferro. Sapevo che in quell' area era stato riversato del materiale inquinante come barattoli di vernice scaduta, pezzi di motori ancora intrisi di olio esausto e puntualmente li trovammo .. richiamai l' attenzione dei giornalisti che erano a seguito ed il giorno dopo tutto fu riportato nella cronaca locale. Gli articoli parlavano anche dell' immensa catasta di ferro presente che peraltro si vedeva anche dalle litoranee. Un pessimo biglietto da visita per i turisti ..insieme alle cannonate del Balipedio .!...

Quello che non sapevo è che la Marina aveva sversato nel perimentro, tutto quanto è elencato negli atti dell' indagine che di lì a 3 giorni l' allora Procuratore Rofolfo Attinà aprì e che succedette al sequestro dell' area da parte dei carabinieri del NOE di Genova.

Immaginate .. dei carabinieri accompagnati da altri carabinieri a fianco di alti ufficiali della Marina che entrano nella seconda base navale del Paese e pongono i sigilli contestando il reato di abbandono di rifiuti. Non era mai successo prima !!!

Mi capirà Ragnetti ma le sue note così -come dire - soft ... mi hanno lasciato un pò perplesso anche perchè c' è altro da dire sul Campo in Ferro, da dire e da far vedere, guardate queste tre immagini







Nella prima è possibile distinguere i teli neri che coprono il Campo in Ferro per impedire che le acque meteoriche vengano a contatto con il terreno. Si tratta di una messa in sicurezza d' emergenza. Un intervento che doveva essere fatto da tempo invece per anni tutto è rimasto alla merce' degli agenti atmosferici: le piogge si sono infiltrate nel sottosuolo facendo migrare gli inquinanti anche nello specchio di mare prospiciente come attesta una perizia commissionata dalla Procura spezzina all' ing. Boeri.

Peccato perchè quel mare -come raccontano dei vecchi marolini- grazie alle risorgive d' acqua dolce presenti nei suoi fondali, pullulava di pesci.

Se non fosse intervenuto Rodolfo Attinà e se non vi fosse stata quella visita coi parlamentari, nulla si sarebbe fatto e la catasta di ferro sarebbe ancora lì. Non di meno ricordo che per togliere questo materiale la Marina impiego mesi e mesi .. in quanto la Corte dei Conti ebbe da dire sulla vendita dello stesso..

Nel 2005 l' ICRAM oggi ISPRA consegnò all'ex servizio RI.BO. (Rifiuti e Bonifiche) il progetto di bonifica del Golfo della Spezia. Era tanto atteso specie da chi, come noi dei Comitati, era ed è fortemente contrario ai dragaggi. Infatti l' Autorità Portuale intendeva dare il via all' operazione senza neanche conoscere lo stato dei fondali.

Come potete ben vedere nelle immagini tratte dallo studio di ICRAM, la parte adiacente la scogliera che delimita la darsena Duca degli Abruzzi -siamo nel baia di Fezzano- è colorata in rosso: zona ad alta tossicità. La colorazione supera la scogliera stessa oltre la quale l' Istituto di Ricerche Marine non potè comunque estendere le sue indagini.

Il Ministero dell' Ambiente e della Difesa però disposero che dovesse essere la Marina ad incaricarsene. Quindi da qualche parte esistono dei dati che riguardano lo stato dei fondali delle acque arsenalizie ed anche delle altre basi presenti nel Golfo.

Se dovessi scrivere un articolo sull' annosa questione delle aree militari parlerei soprattutto di questo, la prima cosa che direi è: fuori i dati sull' inquinamento marino all' interno dell' Arsenale.!.

E certamente mi chiederei perchè l' Autorità Portuale in cambio del Campo in Ferro è disposta a costruire a sue spese un altro molo per la Marina Militare. Non è un pò strano ? Mi ricordo che dopo la perizia dell' ing. Boeri si disse che per bonificare l' ex sversatoio sarebbero state necessarie decine di milioni di euro.

Ora .. giacchè da tempo l' Autorità Portuale strilla perchè il Golfo è stato inserito nel perimetro ad alto rischio di Pitelli e perchè questo ha reso i suoi dragaggi molto più complicati e costosi, mi pare assai improbabile che l'Ente di Via del Molo si accolli il costo di una bonifica così onerosa.

Ditemi la vostra ..!.. Cucciniello Corrado

mercoledì 16 febbraio 2011

5 TERRE: CACCIA AL TRONO DEL FARAONE


... come saprete da settimane in molti sono indaffarati -chi alla luce del sole chi nell' ombra- a trovare il modo per sedersi sul trono lasciato vacante da Franco Bonamini ..

Avere un amico che ci riesce può rivelarsi molto utile ....

Ad ogni modo io che vivo nel mio mondo faccio altri ragionamenti, altre valutazioni e da queste mi sorge spontanea la seguente domanda:

indipendentemente dalle norme vigenti, non sarebbe più giusto se la persona che dovrà guidare il Parco Nazionale, la si scegliesse per via concorsuale ..?

SARZANA BASTA VARIANTI !!!


leggete l' articolo di oggi ( qui sotto ) ripreso dalla Cronaca di Sarzana de la Nazione
...contiene una serie di dichiarazioni dell' assessore Buttiglioni a dir poco surreali .. sentite:

" per mille motivi non siamo riusciti a redarre il nuovo PUC nei tempi che ci eravamo prefissi "

parla del fatto che il Prg non è stato sottoposto dopo 10 anni a verifica di attualità in vista di un rinnovo nel 2013
" una variante non vuol dire sempre più cemento, le volumetrie si possono anche diminuire "
forse potrà citare un caso (1) che sarebbe la conferma della regola che le varianti approvate hanno tutte aumentato i volumi
" le nostre linee guida per il futuro urbanistico di Sarzana sono: sviluppo sostenibile, contenimento del consumo di territorio,
qualità e partecipazione"


manca giusto la libertà di Giorgio Gaber e poi la presa per il culo sarebbe completa ...!.....

ma entriamo nel merito ...altrimenti se vado per le spicce, mi accusano di essere aggressivo e volgare, ... da quanto riportato da Bottiglioni risulta chiaro che la Fattoria di Marinella ed i Bozi saranno le varianti numero 28 e numero 29 ( a partire da 3 anni fa).

Poi si farà il PUC ... ovvio che tali varianti non verranno -come invece dovrebbero- essere assoggettate a VAS ( N.B. per la Fattoria però tutto è deciso .. quindi in cosa consisterà la partecipazione non si sa ..!.. ) e quindi se VAS si farà, sarà solo per il PUC quando ormai i grossi progetti sono già stati tutti autorizzati ..

Alla luce di ciò io non ho capito che cosa sarebbero disposti a rivedere ... ancorchè la frase " ma lo sviluppo non si ferma" altro non lascia pensare che alla seguente risposta ... NIENTE!

I consiglieri Giusy Rossi e Paolo Mione che voteranno quando in Consiglio verranno presentate le varianti numero 28 e 29? sarà un No come per la variante al vivaio Smeraldo ? o si asterranno come fa di solito Sinistra Ecologia e Libertà?

Cuccinielo Corrado

venerdì 11 febbraio 2011

COMMENTO ALL' INTERVENTO DI ARBASETTI

Porto, Comitati spezzini: "Fortemente contrari ad ulteriori espansioni"
La Spezia 11 Febbraio 2011 ore 09:00:15


Gli ambientalisti rispondono ad Arbasetti

I Comitati Spezzini prendono nettamente le distanze dalla posizione del Presidente della V Circoscrizione in merito al mancato sostegno economico all' attuazione di alcune fasi del PRP:

"Da sempre fortemente e realmente contraria ad ulteriori espansioni del porto con conseguente aumento del flusso dei containers, la Scrivente non si augura certo di vedere finanziati i tombamenti previsti, per avere in cambio una fascia di rispetto già piena di cemento.

Peraltro si ritiene che l' intervento di Arbasetti non sia minimamente volto ad affrancare dai disagi i quartieri del Levante, ma solamente a fare quadrato affinchè i programmi delle amministrazioni e degli operatori portuali siano realizzati.

Questa Associazione è sicura che se coesione vi sarà, sarà solo quella che vedrà ancora uniti chi vorrebbe rappresentare i residenti del Canaletto e Fossamastra e chi vorrebbe peggiorarne ulteriormente la qualità di vita."

giovedì 10 febbraio 2011


ACAM, il PD sostiene il memorandum con Hera
La Spezia 09 Febbraio 2011 ore 16:04:26
Il documento della direzione provinciale. Accordo per l'operazione Saturnia



LE NOTE DI CUCCINIELLO CORRADO DIRETTAMENTE NEL TESTO

La Direzione provinciale del PD ha licenziato un documento nel quale si ribadisce il sostegno all’operazione con Hera. Accordo anche con la decisione di utilizzare la discarica di Saturnia:

“Da oltre un anno all’interno del Pd si è avviato un percorso di riflessione sullo stato di Acam. Oggi si tratta di individuare alcuni indirizzi di prospettiva a fronte del decisivo passaggio della firma del memorandum HERA-ACAM e in vista del traguardo dell’accordo quadro.
Questo percorso ha portato a una valutazione fortemente critica e autocritica di una fase caratterizzata da enormi investimenti squilibrati a fronte della sostenibilità finanziaria di ACAM , da operazioni societarie non oculate, da una condotta dei soci pubblici debole dal punto di vista del potere di controllo sul management, accondiscendente ed anche acritica con molte scelte da esso avanzate. Questo ha mostrato una difficoltà nella nostra iniziativa amministrativa. Tale deficit di politica di governo locale si è riscontrato nel ritardo e nella non sufficiente convinzione con cui, per esempio, nella scorsa fase amministrativa si è affrontato il nodo del’aggregazione.
Da qui la necessità di imprimere un cambiamento di direzione: si sono tagliati in maniera incisiva i costi di funzionamento dei consigli di amministrazione, attraverso la loro semplificazione nelle società operative, razionalizzando la struttura organizzativa aziendale e realizzando risparmi significativi anche limitando il ricorso alle consulenze esterne. Abbiamo scelto di sostenere una linea di difesa dell’Azienda a differenza del centrodestra, nella consapevolezza che i problemi e le relative soluzioni dovessero essere ricercate con unità di intenti e un forte lavoro di squadra, dalla Regione, come è avvenuto nella ricapitalizzazione della società, ai Comuni e alla Provincia, perché la posta in gioco era davvero alta: la sopravvivenza del servizio pubblico e la salvaguardia del posto di lavoro per circa 1.000 dipendenti. Le proposte avanzate dal centrodestra come quelle del “concordato fallimentare” avrebbero avuto conseguenze drastiche sia per le riduzioni degli occupati sia per la rete di piccole imprese creditrici nei confronti di Acam. Occorre rigettare gli argomenti della campagna del centrodestra a cominciare dal chiarire che non è sui Comuni che si riversa il debito perché esso è interamente remunerato da HERA-ACAM attraverso un apposito canone che viene riconosciuto per l’utilizzo delle reti;

Ma allora perchè non ci dicono a quanto ammonta questo canone e in quanto si potrà ammortare il debito riversato sui comuni ( 125 milioni di euro ) che -immagino- determinerà l' accumularsi di interessi passivi ?

esattamente il contrario della via percorsa da molte città governate dal centrodestra – come Palermo e Catania – la cui vicenda è stata segnata dal disastro dei servizi pubblici e che hanno scelto la via della costituzione di bad-company impegnando milioni di euro senza nessun risanamento.
La verità è che il centrodestra ha tifato per il fallimento dell’operazione ACAM –HERA, per l’esplosione dell’Azienda a svantaggio dei suoi dipendenti e a favore di una privatizzazione iniqua e di parte.
Grazie alla nostra iniziativa si è arrivati a sottoscrivere il memorandum con HERA, che è la conferma di quello che abbiamo sempre sostenuto in questo anno difficile e cioè che era possibile una soluzione alla crisi che garantisse la continuità del servizio pubblico, sulla base di un’ipotesi di piano industriale serio, e che permettesse di recuperare efficienza e maggiore equilibrio aziendale, salvaguardando i livelli di occupazione.

Per una questione di trasparenza un piano industriale definitivo (non un' ipotesi o degli o.d.g. di facciata) dovrebbe essere votato in tutti comuni .. anche per vedere quale partito è a favore di una cosa ed a sfavore di un' altra ...

La soluzione individuata dello scorporo delle reti idriche in una nuova società detenuta interamente dai Comuni, unitamente al ripristino degli AATO, rappresenta la traduzione concreta del principio di pubblicità della risorsa acqua.
La gestione del servizio idrico raffigura un falso problema se esiste un organismo di garanzia come l’AATO, che fissando le tariffe in funzione degli investimenti e dei costi di gestione, eviti le speculazioni e consente di modulare le tariffe applicate con particolare attenzione alle fasce di reddito più basse.

E su questo interlinea Rifondazione Comunista e SEL dovrebbero dire subito qualcosa .. perchè il PD -è chiaro- non è d' accordo sullo scorporo del SII .. quindi con la fusione Acam Hera il Servizio Idrico Integrato finirebbe nelle mani di una società mista pubblico privata quotata in borsa. Come si può verificare on line inToscana ed Emilia dove i Gestori sono aziende pubblico private le tariffe dell' acqua sono aumentate di parecchio ..

Questi elementi possono essere validamente opposti anche a chi contesta il matrimonio con HERA come elemento di privatizzazione di risorse e servizi pubblici, ricordando peraltro che HERA è pur sempre una società a forte maggioranza pubblica (60%)

Anche prima del Decreto Ronchi si poteva privatizzare ed il pubblico poteva perdere la maggioranza delle azioni ..

vedere nel riquadro l' assetto societario di Hera


http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CBcQtwIwAA&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DwtdPdSUfTGs&ei=vixTTY-CKoqBOp3y6PsH&usg=AFQjCNHnat-vhRe9M14MH_2Y8zmZntfOsw
e che la soluzione individuata risponde anche al problema dell’apertura ai privati, prevista dalle novità legislative introdotte dal Governo di centro destra, entro il 2015, che sarebbe comunque stata ineludibile per Acam, anche senza percorsi di aggregazione.

Una privatizzazione dal volto umano ..non quella che farebbe Berlusconi !
Il PD è per l’acqua come bene pubblico con una gestione che deve corrispondere a caratteristiche di economicità, di efficienza, di disponibilità ai necessari investimenti oltreché essere utile ai cittadini e all’utenza in generale.

Ne abbiamo avuto una valida esperienza negli ultimi anni ...


Il memorandum contiene anche la conferma della scelta di fondo del piano rifiuti adottata negli scorsi anni, piano che si pone l’obiettivo di ridurre le dimensioni di rifiuto prodotto grazie alla raccolta differenziata

la quantità ..

Il progetto di combustione del Cdr nella centrale Enel, inoltre, non è contemplato nella programmazione degli enti locali.

Difficile credere che Hera accetti il perdurare dell' export del CDR a costi elevatissimi ...


Occorre oggi un’accelerazione sui tempi di attuazione del Piano dei Rifiuti da parte della Provincia, insieme alle altre istituzioni e all’ente gestore, un impegno da parte delle forze politiche responsabili e degli Enti locali per far crescere e maturare la sensibilità dei cittadini verso questi temi.
La discussione che si è sviluppata in queste settimane sull’individuazione dei siti idonei a ricevere gli inerti ha portato alla proposta di Rocchetta come discarica di servizio, insieme a Saturnia, in cui l’utilizzo degli inerti è finalizzato al risanamento e al rimodellamento ambientale e paesaggistico.

Più precisamente:

L'ex cava di Rocchetta ha una capacità di 350 mila mc. Qui andrà FOS ( frazione organica stabilizzata )
Nella vasca esistente di Saturnia (capacità rimanente stima 15400 mc) ed in altre che si potrebbero realizzare dovrebbero andare "fanghi verdi" del dragaggio, FOS, terre e rocce da scavo dell' Aurelia Bis.
Nella discarica di Vallescura invece FOS per il riprofilamento.

Con il 65% di raccolta differenziata la FOS non esiste.


Anche se il percorso è definito, resta però molto lavoro da fare e occorre la collaborazione di tutti per portarlo positivamente a termine: azienda, soci, provincia e comuni, forze politiche e sindacali.”

Ed i cittadini ? ed i Comitati ?




INCIVILTA'

10.2.2011


..in allegato 4 differenti "casi" ripresi proprio oggi al Termo sotto le campane del vetro .. si notino i due sacchi del multimateriale distribuiti da ACAM nell' area del PaP .... usati come i normali sacconi neri dell'indifferenziato ( anch' essi da bandire al pari di quelli azzurri col fiocchetto )


I Comitati Spezzini chiedono un' altra massiccia campagna informativa nella quale si chiariscano meglio i comportamenti che l' utenza deve assumere per effettuare una corretta raccolta differenziata. Dopo l' applicazione -improrogabile- della >tracciabilità< è necessario che si pongano in essere severe misure sanzionatorie contro gli autori di conferimenti illegittimi ..specie quelli del tipo documentato nelle foto allegate.


Un'amministrazione che è consapevole di aver intrapreso un percorso di civiltà
nel segno del bene comune (Salute ed Ambiente) non deve aver paura di fare scelte impopolari
.. al contrario ..

dimostrata la propria credibilità,
non può mancare di dimostrare anche la propria autorevolezza

giovedì 3 febbraio 2011

STRISCIONE DI PROTESTA APPOSTO DAI CITTADINI

LA DISCARICA DI SATURNIA ALLAGATA

Nella foto Discarica di Saturnia oggi



Nella foto Discarica di Saturnia oggi

IL sito ha accolto a metà degli anni 80 le ceneri della centrale di Vado. Poi arrivarono i rifiuti spezzini in seguito ad una delle tante emergenze .. Grazie alla stupida scelta di Saliceti ci ritroviamo con la FOS da smaltire .. Sarebbe bastato fare la raccolta differenziata ed oggi non avremmo nè Saliceti, nè il problema Saturnia, Rocchetta e Vallescura