PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

mercoledì 30 dicembre 2009
































PALMARIA - Il tratto di uno dei due tracciati ad uso cantiere rimasto intatto dopo le ultime mareggiate.













Palmaria- Il tratto semidistrutto dai marosi. Il materiale di riporto è stato asportato dalle onde ed ha reso per un' intera giornata lo specchio di mare che va da punta secca al bunker, dove è presente la poseidonia, di un colore marrone.


Ovvio che ora sarà necessario procedere al ripristino della strada che potrebbe essere di nuovo daneggiata.


La Regione ha confermato che le due strade di cantiere ( una più interna non ancora realizzata) devono poi essere eliminate ricreando lo stato originario. Sulla costa però -in più tratti- verranno disposte scogliere protettive. Ribadiamo che l' opera -a nostro giudizio- ricade nella fattispecie assoggettabile a Valutazione d' impatto Ambientale ai sensi della L.R. 38/98 risultando intervento di modifica della linea di costa, ex novo, esteso e non manutentivo.


Palmaria- Pezzi di ondulina in cemento amianto

Per avere una panoramica sullo stato ambientale della parte terrestre del SIN di Pitelli cliccare qui:

http://www.speziambiente.it/sportello_ambientale/suolo/bonifiche/schede_impianti.htm

domenica 27 dicembre 2009

ASSOCIAZIONE COMITATI

SPEZZINI


In queste ultime ore abbiamo assistito all' interesse peloso di molti partiti politici alla grave situazione amegliese. Una vera e propria fiera delle solidarietà. Solidarietà dispensate a piene mani a coloro che risiedono sul fiume Magra ed a coloro che sulle sue sponde hanno un' attività. Ci auguriamo che le comunità comprendano che la ragione di cotanta fratellanza sta nelle imminenti elezioni regionali così come ci auguriamo che finalmente ripaghino la politica come merita.
Chi ha governato parla di ormai prossimi interventi volti a garantire sicurezza per tutti, chi è stato all' opposizione cavalca l' onda dell' emergenza alluvioni un pò come fa coi rifiuti, la sanità e le mancate colate di cemento.
In entrambi i casi s' ode sempre un bel dischetto con slogan facili facili che investono -va detto- nell' ignoranza e nel mero interesse individuale. Molto più facile e redditizio scambiarsi accuse che dire come stanno realmente le cose e cioè che i fiumi sono sempre esondati e che, se vi sono danni alle cose ed alle persone, è perchè è stato concesso di costruire laddove non si doveva costruire.
Si parla solo di argini evitando di dirla tutta ovvero che gli argini, senza casse di espansione, fanno alzare il fondale del fiume richiedendo continui dragaggi (che diventano occasione di profitto). Molti potrebbero dire che è un male da poco, basta che a governare vadano politici disposti ad aprire sempre il portafoglio.
Ma costoro sanno che grazie ai dragaggi le acque salate risalgono sino a sette chilometri dalla foce ? Forse no .. per questo abbiamo pensato che più di solidarietà ( peraltro falsa ) c' è bisogno di informazione. Magari qualcuno in più potrebbe realizzare che continuare ad interferire nell' ambiente fluviale è la peggior pratica che si possa mettere in atto. In questo senso va da se che rinunciare alle decine di capannoni, ai parchi del divertimento, alle darsene ed al cemento del progetto Marinella - che invece tutti i partiti approvano- sarebbe una sensata inversione di tendenza nel segno di una vera tutela e valorizzazione del territorio.
Ma spetta al cittadino -le leggi gli attribuiscono questo diritto- contribuire alla sua pianificazione non cedendo al ricatto occupazionale ed alle immancabili compensazioni .. non è la Marinella spa che deve fare gli argini a Fiumaretta? La punizione per non aver assolto a questo compito sarà grande: l' alienazione del bene naturale comune ed il "mutuo soccorso" della politica.

Cucciniello Corrado

lunedì 14 dicembre 2009

PIANO DEL PARCO NATURALE REGIONALE DI MONTEMARCELLO MAGRA

VARIANTE NORMATIVA

adottata con deliberazione n. 37 del 12 luglio 2007 del Consiglio dell’Ente
Parco di Montemarcello Magra







Sono apportate le seguenti modificazioni alle Norme tecniche di attuazione del Piano del parco di Montemarcello Magra, approvato con deliberazione del Consiglio regionale 3-4 agosto 2001, n. 41

1. All’articolo 69, la rubrica “Area Contigua a regime speciale dei Servizi della Nautica (ACsf -4)” è sostituita dalla seguente
“Area contigua a regime speciale di sviluppo degli impianti ed attrezzature per la nautica (ACsf -4) - ‘Parco Nautico della Magra’ ”;

2. Al comma 4 dell’articolo 83, il periodo “L'applicazione di tale meccanismo non deve in alcun modo consentire la trasformazione morfologica da terra ad acqua nell'area Contigua destinata unicamente alla realizzazione dei Servizi alla Nautica e non alla realizzazione di specchi d'acqua.” è sostituto dal seguente:
“Un eventuale interessamento di una parte dell’area contigua dalla trasformazione morfologica di cui sopra potrà essere consentito esclusivamente se propedeutica alla realizzazione degli obiettivi di tutela del Parco così come descritti ai commi 5, 6, 7, 8 dell’art. 1 delle presenti norme e se e solo se coerente con la previsioni del Piano di Bacino, con le normative vigenti in materia di conservazione della Biodiversità (Direttiva Habitat e relative norme) e non incida negativamente con le problematiche riguardanti la salvaguardia delle risorse idriche (cuneo salino etc).”

3. Al comma 6 dell’articolo 83, dopo le parole “attività nautiche esistenti.” è aggiunto il seguente periodo:
In sede di approvazione dei SUA – PUO dovrà essere individuata una procedura in coerenza con le linee guida del Piano della Nautica che definisca le modalità ed i modi di trasferimento e/o adeguamento degli impianti e delle attività esistenti per permettere la continuità delle stesse in fase di attuazione dei medesimi strumenti.”

martedì 8 dicembre 2009


Secolo XIX (on – line) – 05/12/09 - Pag. 44


ASSEMBLEA A SANTO STEFANO MAGRA
Sì invece alla complanare e al divieto di transito per i mezzi pesanti

SI’ A NUOVE strade di scorrimento che alleggeriscano il traffico sulla Cisa, no ad una metropolitana leggera che colleghi Santo Stefano con Sarzana e La Spezia:al suo posto, meglio una pista ciclabile. I santo stefanesi non hanno dubbi e preferiscono puntare su nuove infrastrutture. La soluzione? Una complanare alternativa a quella che sarebbe stata realizzata da Salt come contropartita per la creazione della terza corsia autostradale dell’A12 ma “saltata” proprio per la rinuncia della società autostradale a realizzare l’opera. E la popolazione, riunitasi presso i locali della parrocchia di San Borromeo a Belaso su invito della lista civica “Ambiente e sviluppo”, vuole una soluzione che la liberi dal traffico dell’arteria prima in provincia per numero di transiti. In primo luogo il sindaco Juri Mazzanti, che ha stroncato l’idea di un trenino metropolitano e ha rilanciato sulla necessità di riequilibrare il flusso veicolare. «La metro ora serve a poco,le priorità sono altre. Santo Stefano ha dato molto alla provincia in questi anni – sottolinea Mazzanti – ora è arrivato il momento di bilanciare il traffico anche su altre zone del territorio e in questo senso lo svincolo di Forcola e la variante di San Genisio sono opere importanti. Per la realizzazione della complanare, dopo la rinuncia di Salt c’è bisogno di una forte collaborazione tra comuni». Idee condivise dalla maggior parte dei cittadini,che puntano il dito sulla presenza ingombrante dei mezzi pesanti e sulla scarsa efficienza del trasporto pubblico. «La complanare rappresenta una valida soluzione ai problemi – afferma Michele Signani – mentre si dovrebbe vietare il transito dei camion ». «I camion dovrebbero utilizzare solo l’autostrada–rincaraBiagioIncardona– e si dovrebbe potenziare il servizio di trasporto pubblico, davvero scadente». Più politici gli interventi di Angelo Zangani, e quello di Carla Bertolotti del comitato “Vivere bene la Macchia”. «I disagi sono notevoli e sotto gli occhi di tutti–hannodettoiduerappresentantidel comitato popolare–. Il territorio continuerà ad essere tartassato,e le istituzioni come al solito rimarranno a guardare»,mentre dai cittadini è arrivato un secco no anche alla metropolitana leggera: «La dismissione di quel tratto ferroviario – spiega Giuseppe Finetti – è stata una liberazione per la mia famiglia a causa dei disagi che provocava. Meglio una pista ciclabile». Nel dibattito che ha visto ospiti l’assessore provinciale Maurizio Giacomelli, il consigliere Andrea Costa, il presidente dei Comitati spezzini Corrado Cucciniello e Paolo Pisano è stata affrontata anche la situazione provinciale. Se da una parte Giacomelli e Costa si sono mostrati concordi sulla necessità di realizzare nuove infrastrutture che sopperiscano ad una mobilità insufficiente e sofferente da anni (con l’esponente del Pdl che ha invitato la Provincia a fare chiarezza sui progetti), Cucciniello ha puntato il dito sul fallimento del piano provinciale, visto come un’enorme colata di cemento.
MATTEO MARCELLO

domenica 6 dicembre 2009

L' articolo del Tirreno è scioccante e richiama la torbida vicenda della Polveriera di Vallegrande (Pian di Pitelli ). Nel 97 un Dossier del secondo canale RAI curato da Maurizio Torrealta aveva riportato di occultamenti di materiali radioattivi, fusti provenienti dall' Icmesa ( Seveso ), proiettili con testata contenente gas modificati per indurre patologie oncologiche e poi Iprite e Lewsite dell' ultima guerra. Incredibile che la Magistratura non sia intervenuta ..!.. Ora è la volta di Romito ed Aulla ... vediamo se qualcuno si muove ..
Lo svincolo di Fornola con le varianti alla n° 10 ( Ripa ) e la Fornola - Ressora

venerdì 4 dicembre 2009

La mappa sat sotto riprodotta riporta la viabilità principale esistente o progettata in Val di Magra, nella bassa Val di Vara e nel tessuto urbano e pre urbano della città della Spezia.
Tutte le opere già presenti sono tracciate in nero grassetto ( ad eccezione della complanare di Ceparana che è in giallo) , quelle in celeste-turchese sono le nuove direttrici volute dalla Provincia e da altri Enti, (per poter essere distinta la complanare S.Stefano-Sarzana è in colore rosso ). In colore marrone troviamo quelle raccomandate in alternativa dall' Associazione Comitati spezzini: il casello La Spezia Nord a Ceparana, il Tunnel del Buonviaggio. Tra le nostre proposte anche l' uso dell 'A12 con l' abbonamento " alla Svizzera" per pendolari, distribuzione e mezzi pesanti, i caselli Sarzana Nord e Sarzana Sud a S.Caterina e Cà del Sale.
A nostro giudizio questo scenario è il solo in grado di risolvere una volta per tutte il problema del congestionamento delle strade in quanto corredato di un vero collegamento tra La Spezia e la Val di Magra. L' impatto ambientale è di gran lunga meno invasivo rispetto alla nuova variante aurelia (lotti 3° e 4°), il casello La Spezia Nord a Cavanella Vara, lo svincolo di di Fornola e la Fornola -S.Genisio. Ma anche perchè le aree in cui si gioca lo sviluppo futuro del capoluogo spezzino ( ex IP, scali di Valdellora, Waterfront .. anche lì la pianificazione è tutta da rivedere ) verrebbero servite in modo rapido e razionale. Come mai non si è scelta questa soluzione ? Molto semplice .. provate a guardare la viabilità riportata in celeste turchese ( ovvero quella proposta dalle Amministrazioni ) partendo dal Molo portuale A. Ravano presso Fossamastra. Non si può non osservare che la nuova subalvea prevista dall' Intesa Comune della Spezia - Autorità portuale del 2001, unitamente alla nuova Variante Aurelia ed allo svincolo di Fornola costituiscono due nuovi varchi per il trasporto delle merci su gomma e non su rotaia. Infatti i finanziamenti per il terzo lotto della Variante Aurelia sono stati ottenuti per lo sviluppo dell' hub portuale spezzino non per alleggerire -come si dice- il traffico nei quartieri est della Spezia e neppure per servire il chimerico ospedale del Felettino. Con lo stop alla Pontremolese e alla terza corsia dell' A12, che fa saltare anche la complanare ( per fortuna ), si può ben dire che l' intento di trasferire le merci su rotaia così come quello di distribuire il traffico su nuove e varie direttrici è miseramente fallito. Aprendo lo svincolo di Fornola infatti, il traffico portuale e dei pendolari verrà immesso massicciamente nella piana di Arcola in particolare nella nuova variante che correrà in parte sulle arginature ed in parte su via XXV aprile.
Per capire meglio le osservazioni appena sopra riportate e' sufficiente ingrandire la mappa sat con un clic.
LA METROPOLITANA DI SUPERFICIE
E' nostra convinzione che la linea ferroviaria tra Sarzana e S.Stefano "di fatto" dismessa dalle Ferrovie possa essere -con adeguati investimenti- riutilizzata per la realizzazione di un servizio di metropolitana veloce. Per traguardare questo progetto però non si può prescidendere dal coinvolgimento della Regione e dal proprietario della sede rotabile, la finanza di progetto non è certo lo strumento per porlo in essere. A nostro giudizio -pur rispettandole- riteniamo eccessive le preoccupazioni degli abitanti che risiedono lungo la linea dismessa, riteniamo che alcune corse da concentrarsi nelle ore di punta non possano costituire un disagio insostenibile. Siamo pronti in ogni momento ad confrontarci con il comitato della frazione di Belaso ma anche con quelle sarzanesi e vezzanesi per una discussione costruttiva e di ampio respiro. Vorremmo inoltre che tutti coloro che risiedono nella sponda SN del fiume si rendessero conto che una nuova variante alla Cisa ( ovvero la complanare ) significherebbe la distruzione del loro terriotorio come lo sarebbe la Variante all 'Aurelia arcolana. Entrambe porterebbero con se nuova urbanizzazione strumento oggi molto sfruttato per risolvere i problemi di cassa dei comuni.

venerdì 27 novembre 2009

LA VARIANTE AL PIANO DEL PARCO MAGRA ( S. MAURIZIO )

Apprendiamo con molta amarezza che la Giunta regionale ligure ha approvato la variante normativa al Piano di Parco Montemarcello Magra propedeutica all’accordo di pianificazione del Progetto Marinella.
Ora ci auguriamo che il Gruppo dei Verdi mantenga la promessa fatta presso la Sala della Repubblica in Sarzana per bocca della consigliera regionale Cristina Morelli ...ed attendiamo anche di vedere che cosa faranno i consiglieri delle destre giacchè ad Ameglia alle ultime comunali i suoi rappresentanti si sono espressi negativamente a riguardo del Progetto Marinella. Ovvio che se in consiglio regionale anche il PDL dovesse votare a favore le tesi riportate nel libro di Sansa e Preve sull' esistenza in Liguria di un " Partito del Cemento" verrebbero pienamente confermate.


CUCCINIELLO CORRADOAssociazione Comitati spezzini

GIANFRANCO FERRARI
Liberamente Ameglia

martedì 6 ottobre 2009



Liberamente Associazione Comitati spezzini





COMICATO STAMPA


Oggetto: la cementificazione del Senato di Lerici



Quasi un anno fa gli amministratori di Lerici si recarono nella frazione del Senato per illustrare ad alcuni residenti il progetto per la riconversione a parco giochi del frantoio Viti. Si parla di un' area di 180 mila mq ricadente in buona parte nella fascia di riassetto fluviale classificata a pericolosità idraulica molto elevata. Ovviamente vennero dati anche dei numeri, tra quelli più appariscenti: 7 mila mq di nuove costruzioni e 850 posti auto e 18 per bus. Anche questo progetto - come quello previsto nel vicinissimo Ambito R14 - è presentato come riqualificazione. E' davvero uno strano modo di vedere le cose: a nostro avviso invece, altro non sono che l' ennesimo duro colpo ad un ambiente di pregio che meriterebbe ben altri interventi. Primo tra tutti la completa bonifica dei siti inquinati, l' eliminazione / riduzione dell' impatto ambientale determinato dalle attività già presenti e poi a cascata la valorizzazione delle produzioni tipiche, l' agricoltura biologica, il recupero di strutture rurali per favorire la ricettività turistica. A completare questo scenario virtuoso, un maggiore controllo e tutela dell' ambiente fluviale nel complesso piuttosto scarsi .

Si pensa invece ad altro, nell' ambito R14 per esempio, si prevedono nuove strade, una piazza pavimentata, 2500 mq di parcheggi e 5900 mq tra ricettivo, commerciale residenziale. E' facile immaginare che nel medio periodo al Senato di Lerici -sul quale già pesa il problema del traffico- circolerebbero migliaia di macchine in più ( solo il parco giochi ha una potenzialità di 450 mila visitatori all'anno) e verrebbero aperti diversi cantieri edili. Insomma ancora non si è chiuso il terrificante "caso della pietra verde" che già se ne apre un altro. Il fatto curioso è che mentre il Comune di Lerici ( competente per 63132 mq) vuole tutto questo -ancora una volta sperando che il Parco regionale di Monte Marcello sia benevolo- l' Amministrazione di Sarzana ( competente per 13077 mq ) ricorre al Consiglio di Stato impugnando la sentenza del Tar Liguria favorevole al condono delle strutture presenti presso il frantoio Viti.

Inutile dire che la travagliata storia del Senato avrà ulteriori risvolti giacchè un nuovo scontro tra ambientalisti da una parte ed istituzioni locali e privati dall' altra pare già delinearsi.

lunedì 8 giugno 2009





Sul digestore anaerobico in loc. Pomara - periferia di La Spezia


Qualche giorno fa ci siamo recati a Pomara ( Pian di Pitelli ) per parlare ai residenti di un progetto che la multi utility spezzina ACAM prevede di realizzare in questa frazione: un progetto per la costruzione un biodigestore anaerobico con centralina che brucia biogas.

Noi avversiamo questi impianti in quanto in ambiente anaerobico la parte organica dei rifiuti urbani viene gestita nel peggiore dei modi. Il biogas viene prodotto dal percolato generatosi dall' irrorazione con acqua di detta frazione. Per questo tipo di produzione sono previsti i sussidi di stato cip 6 ( certificati verdi finanziati con il prelievo del 7 % della nostra bolletta energetica ) essendo la biomassa considerata una fonte rinnovabile.

Della matrice solida organica ( digestato ) , una parte può essere usata come "arricchente" in agricoltura ma non si tratta di compost di qualità ! Un' altra parte, preponderante, viene utilizzata come copertura di discariche giacchè può contenere metalli pesanti e piccoli residui di rifiuto.

Nel nostro caso -probabilmente- l' intera produzione dovrà essere messa in discarica. Poichè insieme all' organico da rifiuti verranno collocati nelle biocelle del biodigestore, anche i fanghi biologici dei depuratori spezzini. Normalmente nei biodigestori è previsto l' impiego di una certa quantità di sabbia che deve essere avviata ad una discarica ... dopo aver subito un trattamento.

Inutile sottolineare che nei fanghi dei depuratori si può trovare di tutto !!

I biodigestori anaerobici accelerano il processo di fermentazione. Non incentivano una raccolta finalizzata ad ottenere compost di qualità .... perchè ? semplice ... perchè sai in partenza che tutto finirà in discarica. Il vero obiettivo / business e' il biogas sussidiato ..

Nel caso spezzino la parte organica immessa nel biodigestore potrebbe venire da Saliceti: risultato di "una raccolta differenziata sporca".

Noi dell' Associazione Comitati spezzini riteniamo che la biodegradazione della parte organica del rifiuto debba avvenire in modo il più possibile naturale. L' organico deve provenire da una raccolta differenziata domiciliare e controllata, solo così si potrà ottenere un compost di qualità .

Un giudizio sulla scelta dell' area industriale di Pomara :

- Non ci pare per nulla strategica in quanto il compost di qualità deve essere prodotto in siti che possano interfacciarsi con il mondo agricolo ... evidentemente non e' il caso dell’ impianto di Pomara.
- Pomara ( Pian di Pitelli ) non ha certo bisogno di altri carichi ambientali

In sostanza ci troviamo nella stessa situazione in cui ci trovammo qualche anno fa quando si decise di realizzare l’ impianto di Saliceti ( Vezzano Ligure ). Ci auguriamo che questa volta non si commetta un nuovo errore e si valuti bene la necessità di costruire il biodigestore.

Anche perché nell’ impianto TMB le biocelle già esistono ma in esse viene conferito il prodotto di una raccolta parzialmente differenziata sottoposto preventivamente a una vagliatura grossa che esclude i sovvalli e alla deferrizzazione che esclude i metalli ferrosi e non ferrosi.

Se nelle biocelle venisse riposto solo l’ organico, sarebbe possibile ottenere un compost di qualità. La produzione di F.O.S. verrebbe azzerata e resterebbe da gestire solo la frazione secca - a regime - (ovvero con il 45.7 % di RD) poco meno di 30 mila t/a.

Allo stato, con una raccolta differenziata del 23.5 %, la quantità di CDR ammonta a 45 mila t/a che vengono interamente bruciate nell’ inceneritore di Isernia da Veolia. I costi di tale operazione, tra trattamento- trasporto- termodistruzione, sono saliti a 160 euro /t circa 10 milioni di euro /a.

L’ impianto TMB di Saliceti previsto dal piano provinciale, in piena coerenza con il ciclo integrato dei rifiuti, presenta gli aspetti negativi già citati. Ai quali va aggiunto un grande dispendio energetico.

Da fonti ACAM infatti risulta che i vari trattamenti di vagliatura unitamente a quelli meccanico biologici comportano un alto consumo di energia elettrica: vengono assorbiti quasi in continuo sino 2.5 Mw/h. Come dire il consumo in continuo di 3kw/h di 833 appartamenti !

Ma andiamo a vedere nel dettaglio quante tonnellate di CDR è necessario bruciare in co-combustione con il carbone per coprire il fabbisogno energetico del TMB di Saliceti


Unità di misura

- Potere Calorifico Inferiore - medio - Carbone kJ/kg 30.000

- Quantità di Carbone necessario per produrre il m.c.m
del Gr. 3 di Enel (660 MW/h) T/h 140

- Calorie introdotte nel Gr. 3 kJ 4.200.000.000
per la produzione di 660 MW/H

- Apporto orario di Carbone necessario per produrre 1 MW/h T/h 660:140
= 4,7

- Apporto orario di CDR per produr T/h 4,71 x2x2.5
2.5 Mw/h = 23.55

- Calore necessario per rispettare kJ 210.000.000
il parametro del 5% del calorekJ

- Potere Calorifico Inferiore CDR kJ/Kg 150000

- Quantità CDR per introdurre il 5% di calore T/H 14
(Previsto dalla normativa)


N.B.
- 7300 sono le ore di funzionamento del gruppo a carbone nel gruppo 3 a carbone nel 2007
Poco meno di 30000 T/a è la quantità di CDR a regime dal TMB di Saliceti.
- 30000: 7300= 4 T/h è l’ apporto possibile di CDR nel gruppo 3 a carbone della
centrale spezzina a meno di non importarne da fuori provincia e/o regione.
Naturalmente anche la produzione di CDR importato richiederebbe un costo energetico.
- Nella fase cosiddetta “3 bis” della sperimentazione di Fusina l’apporto medio in ton. orarie
di CDR è di circa 8 T/h effettuato durante i test delle diossine.

La quantità di CDR necessario per il solo pareggio del bilancio energetico risulta essere di oltre 23 t/h a fronte delle 4 t. disponibili.













mercoledì 22 aprile 2009

BIODIGESTORE ANAEROBICO A PIAN DI PITELLI ( AREA INDUSTRIALE DI POMARA)
con centralina che brucia il biogas prodotto dal rifiuto organico e dai fanghi biologici provenienti dai depuratori.

Questo è parte di quanto annunciato dai vertici ACAM nell' audizione avvenuta in consiglio provinciale qualche giorno fa. Che fosse necessario realizzare almeno un altro impianto per il recupero del cosiddetto umido noi lo diciamo da sempre ma rigettiamo il progetto ACAM e suggeriamo l' azienda di utilizzare le biocelle di Saliceti per trattare la sola frazione organica del rifiuto. I fanghi biologici quindi potranno essere destinati in altro impianto e gestiti con una diversa tecnologia, evitando alla zona di Pomara ricadente nel comune di Arcola -ma praticamente sotto all' abitato di Pitelli - un altro carico ambientale. L' emergenza rifiuti che si sta preparando - si consideri che attualmente spendiamo 9 ml. di euro l' anno per esportare il CDR prodotto a S.Stefano all' inceneritore di Isernia, con l' ACAM in default finanziario e con soli 120 mila mc disponibili nella discarica di Le Gronde- può essere affrontata rivedendo in toto la funzione dell' impianto TMB di Saliceti. Si può cioè programmare nel breve periodo la sua riconversione in centro per l' analisi del rifiuto, valorizzazione, cernita, recupero di materiali, utilizzando -come detto- le biocelle come compostatore per la frazione organica, sostituendo le linee per la produzione di CDR con altre che riprocessano le plastiche così come avviene a Vedelago ( TV ). Quivi le plastiche costituite da diversa polimerazione vengono "riamalgamate" a bassa temperatura ed in seguito macinate per la produzione di sabbia sintetica che trova vari impieghi, soprattutto nella filiera dell' edilizia. Nessuna prospettiva di incenerire il CDR nè a Vallegrande, nè a Vado Ligure. Ma una proposta che va contro il gigantismo delle multiutilities, che non comporta danni per la Salute e l' Ambiente, che potrà concretizzarsi se verrà nell' immediato esteso il porta a porta e la raccolta di prossimità a tutto il territorio (il sistema della raccolta multimateriale per esempio è da scartare). Ed ancora se verranno riorganizzate o create nuove isole ecologiche (di cui la provincia è carente, un esempio su tutti Arcola) e se si vorrà traguardare il passaggio da Tarsu a Tia. Misura di importanza fondamentale quest' ultima, in quanto che premia i cittadini che più riciclano e colpisce l' inciviltà. Se alle risorse (anche umane) che potrà mettere in campo ACAM, uniamo quelle regionali per rimodulare le esistenti soluzioni impiantistiche potremmo dare la migliore risposta ad un problema che anche in Liguria incombe pericolosamente. I Cittadini non devono in alcun modo delegare queste importanti questioni alle amministrazioni che -come si vede- proseguono inesorabili verso gli scenari previsti dal ciclo integrato dei rifiuti. Scenari che si sappia, "non sono una scelta di civiltà" ma un inganno illegalmente sostenuto da aiuti di stato. Alla fine tutto si traduce in poca raccolta differenziata ( altro che il 65 % previsto al 2012 comunque calibrato sulla " termovalorizzazione" !) , energivori trattamenti meccanico biologici del rifiuto, inceneritori più o meno camuffati. Lo confermano il Dlgs 152/2006, il piano rifiuti della Provincia della Spezia, il piano energetico regionale che prevede tutt' ora una la produzione elettrica da fonte rinnovabile assimilabile ( da CDR per esempio ) pari a 250 mila MW/h.

domenica 8 marzo 2009

Nei vari strumenti urbanistici sono previste diverse opere che si distinguono per la loro inutilità e per il loro impatto sul territorio, ricordiamo tra queste:i lotti 3° ( Stagnoni-Buonviaggio) e 4° (Foce-La Spezia Nord) della Variante Aurelia Spezzina ed il casello La Spezia Nord (Cavanella Vara), la subalvea Stagnoni – Molo Ravano.
Questi interventi, accessori al tracciato già realizzato il 2° lotto (Filettino - traforo Foce), sono in parte finanziati dalla Legge Obiettivo. Nel loro insieme vanno a costituire un nuova direttrice per il trasporto su gomma dei containers giacchè servirà con una nuova galleria subalvea anche il Terzo Bacino.Nonostante ciò venga clamorosamente negato non vi è dubbio che sia stata pensata per rispondere allo scenario di espansione delle attività portuali ed alla necessità di reperire e servire nuovi spazi per l’ insediamento di retro terminal.La complanare Ceparana – S.Caterina strada "aperta" che scorrerebbe parallelamente alla nuova terza corsia dell’A12 andando ad incidere profondamente su territori a vocazione agricola -che nel giro di qualche anno- verrebbero devastati con le solite case a schiera, i soliti capannoni o peggio. La complanare peraltro riverserebbe enormi flussi di traffico nella nuova rotatoria dell’Ipercoop non apportando complessivamente significativi benefici.

La bretella Ceparana - S. Stefano in parte già abbozzata richiederebbe adirittura la costruzione di un nuovo ponte sul Magra.

Lo svincolo di Fornola sarà un colpo durissimo per le Comunità della Piana di Arcola nella quale si riverserà il traffico pesante che nei prossimi anni sarà in forte aumento grazie alla sciagurata approvazione del PRP.La bretella sulla 331 altro non produrrà che il trasferimento di un centinaio di metri, dei disagi patiti dai residenti lungo il suo tratto finale
nonchè l’ incremento del traffico turistico sull’ asse viario V.le S.Bartolomeo – Via Gozzano – Romito. Tale viabilità si può considerare funzionale agli scenari previsti dal progetto Marinella e ad un progetto di urbanizzazione che interessa una zona interna di Romito Magra.Cosa pensate della terza corsia?Il progetto per la terza corsia dell’A12 merita una valutazione specifica … si tratta certamente di un intervento molto impattante che tuttavia si potrebbe mitigare limitando la sua realizzazione alla parte che interessa il territorio ligure. Con Salt potrebbe essere stipulato un accordo che preveda l’ uso dell’ autostrada ai residenti ed ai mezzi della distribuzione attraverso abbonamenti annuali , “ alla svizzera” , a prezzi calmierati.Tale scenario dovrebbe accompagnarsi con il riposizionamento e la realizzazione di nuovi caselli come Sarzana Nord ( S. Caterina ) e Sarzana Sud ( Cà del Sale) e La Spezia Nord a Ceparana anzichè a Cavanella Vara.In assenza di tali condizioni l’ opera fine a se stessa incontra il nostro giudizio avverso .Quali sono le altre soluzioni che proponete?Consideriamo interventi di grande interesse strategico per le Comunità, a condizione che vengano ricompresi in un unico scenario:- il traforo Scoglietti – S. Genisio- il traforo del Buoviaggio fondamentale non solo per liberare dal traffico Bottagna ma anche per servire l' ex IP, gli scali di Valdellora ed il nuovo Waterfront. Tre grandi aree che andrebbero riprogettate e considerate un unicum.- la ristrutturazione della 331, della 432 e della n° 10 ( la Ripa) evitando di dotare quest' ultima dell' ennesima variante.
- il bypass al Senato di Lerici- la costruzione presso l’autoparco degli Stagnoni di una rampa di accesso al raccordo autostradale per S.Stefano per poter chiudere definitivamente il Varco Ravano.Ovviamente la realizzazione dei due trafori deve essere preceduta da una seria e puntuale valutazione di impatto ambientale e sociale.Per quanto riguarda la mobilità tramite mezzi pubblici è da rilevare purtroppo un assoluto stallo nel dare compimento al progetto della metropolitana di superficie.

sabato 21 febbraio 2009





LE ISTITUZIONI NON PENSANO A RISOLVERE IL PROBLEMA DEL TRAFFICO MA A CREARE NUOVE VIE DI PENETRAZIONE IN AREE ANCORA NON URBANIZZATE E A CREARE NUOVI VARCHI PER FAR FRONTE ALLA PREVISTA ESPANSIONE PORTUALE.


NESSUN IMPEGNO PER LA METROPOLITANA DI SUPERFICIE MA SOLO VARIANTI ALLE VARIANTI. DOPO L'APPROVAZIONE ED IL FINANZIAMENTO DEL TERZO LOTTO DELLA VARIANTE AURELIA SPEZZINA ORA TOCCA ALLO SVINCOLO DI FORNOLA E ALLA FORNOLA -S.GENISIO. SOPRA RIPORTIAMO LA NUOVA VIABILITA' PREVISTA NELL'ARCOLANO.




LA SPEZIA 2.2.2009 SOTTO ALCUNI ARTICOLI DI QUALCHE MESE ORSONO

CRITICA AL PROGETTO VIABILITA' DELLA PROVINCIA ( ARTICOLO )



sabato 7 febbraio 2009

Intervento di Gianfranco Ferrari (Liberamente)


Ecco il perchè non si sono mai messe in sicurezza le aree focive del Magra.
DAL PROGETTO MARINELLA SPA

Accordo di pianificazione

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ACCORDO DI PIANIFICAZIONE (BOZZA)

che, ai sensi dell’art. 57 della LUR Liguria n° 36/97 e smi si stipula tra i seguenti soggetti sottoscrittori:
La Regione Liguria
La Provincia di La Spezia
L’Ente Parco Montemarcello Magra
Il Comune di Ameglia
Il Comune di Sarzana
Per l’approvazione sotto il profilo urbanistico territoriale del “Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta” presentato dalla Società Marinella S.p.A., con l’intervento, inoltre, dei seguenti soggetti pubblici non sottoscrittori, che hanno espresso con gli atti allegati al presente Accordo le rispettive valutazioni:

Soprintendenza per i Beni archeologici della Liguria
Soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici della Liguria
Autorità Interregionale di Bacino del fiume Magra
Agenzia del Demanio
Capitaneria di Porto di La Spezia
Al presente Accordo aderisce anche il sig.… in qualità di legale rappresentante della Società Marinella S.p.A., soggetto attuatore delle previsioni del “Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta”, al fine di dare attuazione alle previsioni del Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta e di conformarsi a quanto previsto dagli articoli che seguono.

Premesso che:

• in data 21/02/1997, con delibera del Consiglio Regionale n° 583, venne adottato il Piano di Coordinamento
Regionale relativo all’ambito La Spezia Val di Magra, che individuava l’area oggetto di intervento come area di interesse regionale;
• in data 21/05/1999 venne sottoscritto - da Provincia di La Spezia, Ente Parco Montemarcello Magra, Comune di Sarzana, Comune di Ameglia, Spedia S.p.A., Amministrazioni Immobiliari S.p.A (facente parte del Gruppo Monte dei Paschi di Siena e all’epoca proprietaria del comparto) - un Documento Preliminare d’Intenti avente a oggetto i rispettivi impegni finalizzati alla valorizzazione dell’area in capo ad Amministrazioni Immobiliari S.p.A.;
• in data 06/08/1999 venne presentato, a seguito della deliberazione della Giunta Regionale n° 933, il PRUSST (Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio, ai sensi del Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 8 ottobre 1998 n° 1169 e smi) denominato “Area centrale La Spezia e Val di Magra”;
• in data 27/08/1999, tramite la nota n° 19065, il soggetto promotore Provincia di La Spezia trasmise al Ministero dei Lavori Pubblici la proposta di PRUSST “Area centrale La Spezia Val di Magra”, protocollata in data 27/08/1999 n°1110;
• con Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici n° 591 del 19/04/2000, il suddetto PRUSST venne ammesso ai
finanziamenti;
• in data 23/10/2000 venne sottoscritto (dal Ministero dei Lavori Pubblici, Regione Liguria, Provincia di La Spezia, Ente Parco Montemarcello Magra, Comune di Sarzana, Comune di Ameglia, Autorità Portuale, Amministrazioni Immobiliari S.p.A., altri Comuni della Val di Magra ed Ente nazionale delle strade) il relativo Protocollo d’Intesa;
• al sopra citato PRUSST venne allegata la scheda relativa al Progetto Marinella, che interessa una superficie
territoriale complessiva di circa 4 milioni di mq e si delinea come un’occasione (di carattere operativo e gestionale) di sviluppo socio-economico unica e irripetibile per il territorio in oggetto;
• con delibera della Giunta Regionale n° 583/97 venne avviato il procedimento di formazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di La Spezia, cui ha fatto seguito l’adozione in data 22/03/2002, con delibera del Consiglio Provinciale n° 32 e nel quale sono state recepite le previsioni del PRUSST in precedenza menzionate;
• nel 2001 la Società Amministrazioni Immobiliari S.p.A. presentò il documento “Programma unitario di intervento”,
ai Comuni di Ameglia e Sarzana e all’Ente Parco Montemarcello Magra;
• il suddetto documento venne condiviso dal Comune di Ameglia con Delibera n° 40 del 31/07/2001, dal Comune di Sarzana con Delibera n° 46 del 01/08/2001 e dall’Ente Parco Montemarcello Magra in data 30/08/2001;
• con Deliberazione del Consiglio Regionale n° 41/2001 venne approvato il Piano del Parco Montemarcello, il primo strumento urbanistico che individua l’area di Fiumaretta come localizzazione di un marina;
• in data 13/12/2001 l’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Magra ha adottato, con delibera n° 104/2001, il Piano stralcio per la messa in sicurezza del tratto focivo del fiume Magra, Piano che modifica, in parte, le previsioni dei vigenti Strumenti Urbanistici e delinea le azioni per la messa in sicurezza dell’area fociva del fiume Magra;
• sulla base delle sopramenzionate nuove prescrizioni la Marinella S.p.A. ha elaborato una nuova versione
dell’assetto del marina di Fiumaretta, rispetto a quella inserita nel “Programma Unitario di intervento” sottoposto all’esame dei Comuni interessati e dell’Ente Parco;
• in data 18/03/2002, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, venne sottoscritto l’Accordo Quadro relativo al PRUSST “Area centrale La Spezia – Val di Magra”;
• in data 05/09/02, con delibera della Giunta Regionale n° 963, venne approvato il documento preliminare del Piano Territoriale Regionale, che individua, in relazione all’ambito di Marinella, gli obiettivi di trasformazione compatibili con le caratteristiche paesistico-ambientali e indica la procedura attuativa dell’Accordo di Pianificazione, ai sensi dell’art. 57 della LR 36/97 e smi.

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Masterpal 2004

Art. 5 Opere a carico del soggetto attuatore
1. Saranno realizzati dal soggetto attuatore le seguenti opere a scomputo degli Oneri di Urbanizzazione:
a) lavori riferiti alle opere di urbanizzazione e alle sistemazioni pubbliche relative ai vari ambiti di intervento che compongono il Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta;
b) lavori riferiti alla realizzazione della Variante alla Litoranea e dei connessi parcheggi;
c) lavori riferiti alla realizzazione delle arginature per la messa in sicurezza del tratto focivo del Magra.

Art. 6 Attuazione del Progetto

1. la realizzazione delle opere definite ai punti b) e c) del comma 1 del precedente articolo sarà avviata dal soggetto attuatore secondo una sequenza temporale così definita:

• escavazione dei bacini delle darsene;
• inizio lavori per la realizzazione delle arginature;
• inizio lavori per la realizzazione della variante alla Litoranea;

Le fasi attuative dell’intervento sopra riportate garantiscono l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse disponibili (intese come utilizzo e reimpiego dei materiali, risorse lavorative, progettuali, economiche, ambientali e urgenti esigenze del territorio) e consentono:

a) Una realizzazione complessiva che consenta di sfruttare le sinergie tra i differenti ambiti, in modo da garantire l’unitarietà dell’iniziativa anche in fase di realizzazione e una corretta pianificazione delle risorse e delle attività connesse.
b) L’ottimizzazione relativa all’utilizzo dei materiali da costruzione. Infatti, si è prevista, come prima opera,
l’escavazione dei bacini dei poli nautici, in modo da poter reimpiegare, da subito, il materiale escavato per la realizzazione delle arginature (non solamente degli stralci funzionali oggetto dell’intervento proposto, ma anche dei tratti a conclusione della messa in sicurezza dell’area fociva). Anche la variante alla litoranea potrà essere realizzata con il parziale riutilizzo del materiale escavato. Questa organizzazione delle fasi attuative si configura, perciò, come un importante contributo al tema della sostenibilità ambientale dell’iniziativa complessiva
c) Il territorio potrà usufruire, dal primo anno, delle importanti infrastrutture previste (argini e variante alla Litoranea). Nel Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta la realizzazione della maggior parte delle opere a scomputo degli Oneri di Urbanizzazione avverrà prima dell’edificazione dei comparti. Si tratta di uno sforzo imprenditoriale che consentirà di attuare (con contenimento di costi e risorse anche per gli Enti Pubblici) l’intervento prioritario della messa in sicurezza delle aree focive del Magra, come previsto dal Piano di Bacino e la dotazione di un nuovo asse stradale.
2. La durata delle opere, salvo interruzioni dovute a causa di forza maggiore, è stimata in 24 mesi.
3. In considerazione della delicatezza archeologica dell’area di intervento e, in particolare, di quella relativa al Polo Nautico di Fiumaretta (come meglio esplicitato nello Studio di Sostenibilità Ambientale preliminare), il soggetto attuatore delle trasformazioni previste dal Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta si impegna, a propria cura e spese, a eseguire e/o completare le indagini preliminari a fini archeologici e gli eventuali scavi riferiti alle aree oggetto di interventi edificatori, infrastrutturali o di trasformazione morfologica del territorio, da condursi sotto la direzione scientifica e la sorveglianza della competente Soprintendenza Archeologica, prima dell’approvazione degli Strumenti Urbanistici Attuativi o, comunque, nei modi e nei tempi che verranno concordati con la citata Soprintendenza.
4. il soggetto attuatore delle previsioni del Progetto Unitario Marinella - Fiumaretta si impegna altresì, laddove le esigenze di tutela archeologica lo richiedessero, a predisporre le conseguenti modifiche del medesimo Progetto.
5. In relazione ai precedenti commi 1 e 2 del presente articolo, le Amministrazioni e gli Enti, per quanto di loro competenza, si impegnano a reperire le risorse necessarie al completamento dei restanti stralci funzionali delle arginature per la messa in sicurezza del tratto focivo del fiume Magra e a produrre e rispettare un timing relativo alla loro realizzazione, compatibile e sinergico alle tempistiche indicate nel presente Accordo (e meglio specificate nell’elaborato C2 dello Studio di Sostenibilità allegato al Progetto Unitario), al fine di garantire la realizzazione di tutti i comparti e l’unitarietà dell’iniziativa.
6. I Comuni interessati, sin da ora, si rendono disponibili nei confronti di Marinella S.p.A. a stipulare appositi atti di Convenzione, qualora ne ricorrano i presupposti, che disciplinino la gestione delle aree destinate a parcheggio dell’intero comparto.

Art. 7 Misure di compensazione

1. Nel caso in cui nella fase di progettazione esecutiva e/o di realizzazione:
a) si rendessero necessari impegni economici superiori a quelli preventivati (cfr. all a del Progetto) per le opere infrastrutturali di cui all’art. 5 punti b) e c);
b) si determinasse uno squilibrio economico-finanziario a sfavore del soggetto attuatore (ad esempio, rinvenimenti archeologici, problematiche di natura idrogeologica, ecc.); le Amministrazioni e gli Enti sottoscrittori si impegnano sin d’ora a rinegoziare la quantificazione degli oneri a carico del soggetto attuatore relativi alle opere di cui all’art. 5 punti b) e c).

Art. 8 Margini di flessibilità del Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta

1. Il Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta ha valore prescrittivo con riferimento: a) All’individuazione del perimetro di intervento (Tav. 3 del Progetto allegato), salvo le successive e ulteriori verifiche catastali;
b) All’individuazione dei distretti di trasformazione e degli ambiti di intervento (Tav. 3 del Progetto allegato),
salvo le successive e ulteriori verifiche catastali;
c) All’individuazione delle aree di zonizzazione, come riportato nella Tav. 4 del Progetto allegato;
d) All’individuazione delle quantità da edificare, come riportato nell’art. 4 del presente Accordo e nella tabella
dell’art. 10.1 dell’allegato “b” al Progetto;
2. Il Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta ha valore prescrittivo in relazione alla Superficie Utile edificabile complessiva (cfr. art. 4 e tabella dell’art. 10.1 dell’allegato “b” al Progetto). È consentito uno scostamento del 5% massimo con riferimento: alla suddivisione delle quantità da edificare tra le varie destinazioni d’uso, all’interno del Progetto Unitario complessivo.
3. Il Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta ha valore prescrittivo in relazione alla Superficie Utile edificabile
complessiva d’ambito (cfr. art. 4 e tabella dell’art. 10.1 dell’allegato “b” al Progetto). È consentito uno scostamento del 10% massimo con riferimento: alla suddivisione delle quantità da edificare tra le varie destinazioni d’uso, all’interno dei singoli ambiti di intervento.
4. Il Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta ha valore indicativo di indirizzo con riferimento:
a) al disegno e alla distribuzione planimetrica degli interventi come rappresentata in Tav. 5;
b) al tracciato delle strade e delle arginature;
c) alla sistemazione delle aree scoperte, sia pubbliche sia private.

Art. 9 Procedure di attuazione degli interventi

1. L’attuazione degli interventi del Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta è subordinata all’ottenimento degli atti, pareri e quant’altro previsto dalla normativa vigente.
2. L’attuazione degli interventi negli ambiti 1, 5, 5’, 6, 8, 9, 10 (come individuato in Tav. 3) è subordinata alla
redazione di Strumenti Urbanistici Attuativi, come prescritto dalla Disciplina Urbanistica vigente.
3. L’attuazione degli interventi negli ambiti 1 bis, 1 ter, 2 e 7 (come individuato in Tav. 3) avverrà per intervento edilizio diretto e/o convenzionato.
4. si conviene di utilizzare, di regola, le procedure concertative previste dalla LUR n° 36/97 per l’approvazione degli SUA/PUO e dei relativi contestuali permessi a costruire concernenti le trasformazioni previste nel Progetto Unitario Marinella-Fiumaretta.

venerdì 23 gennaio 2009

La posizione dell’Associazione dei Comitati spezzini sull’eolico in Val di Vara e in Italia


ASSOCIAZIONE COMITATI SPEZZINI


La posizione dell’Associazione dei Comitati spezzini sull’eolico in Val di Vara e in Italia.

Ricordiamo che nella nostra Provincia sono stati individuati 7 siti idonei all' eolico e che in tre di questi, situati sull' Alta Via dei monti liguri in Val di Vara, si vorrebbero “piantare” 37 areogeneratori ( 41 con i 4 di Tresana ).

In Regione il 27 gennaio verrà certamente approvata una modifica al P.E.R. che prevede l’installazione di 120 MW eolici. Per la gioia di sindaci e giunte che già battono a registratore di cassa! ( Attendono infatti con trepidazione i denari delle compensazioni !).

Abbiamo constatato che le Comunità della Val di Vara non sono state adeguatamente informate, toccherà quindi a noi dei Comitati organizzare momenti di incontro con la popolazione. Sarà anche l' occasione per far conoscere quale energia -a nostro avviso- si dovrebbe produrre.

Ancora una volta ( e lo faremo sino alla noia ) rammentiamo che in Italia 1400 torri eoliche producono 2726 MW ovvero lo 0.5 % della produzione nazionale. Il fabbisogno cresce del 2% all' anno !!! Se si volesse ottenere una quantità di energia da eolico pari al 10 % dovremmo installare 28 mila areogeneratori ovvero si dovrebbero occupare 2800 km di crinali.

Come dire due (2) linee immaginarie che vanno dal Brennero alla Sicilia!! Alla Alta Via ne toccherebbe una da 4 km. E’ bene rimarcare che i progetti sotto i 20 MW -grazie a certi favori di cui gode il business dell’eolico- non sono sottoposti neppure ad uno straccio di V.I.A. Basta infatti solo lo screening che non prevede alcuna inchiesta pubblica.

L' eolico, visto il suo scarso apporto e considerata la natura del territorio nazionale, deve essere installato con misura. La Val di Vara potrebbe al massimo ospitare un altro complesso simile a quello già presente sulle alture di Varese ligure non certo caroselli di eliche visibili da ogni dove !

La Val di Vara non deve diventare una terra di conquista per le grandi società energetiche ma restare una delle poche aree geografiche ancora in grado di offrire ciò che oggi il visitatore ricerca maggiormente: la salubrità e l' integrità del paesaggio (avifauna compresa), le produzioni tipiche, la tradizione, in buona sostanza il vivere a misura d’ uomo.

venerdì 16 gennaio 2009

Mercoledì 30 Luglio 2008 da Cronaca4 LA SPEZIA

Cucciniello risponde a Faggioni ed ai Sindacati su Panigaglia

Non credete che per assicu­rare al Paese la necessaria quantità di gas sia fonda­mentale costruire nuovi ri­gassificatori ?

Come abbiamo piu’ volte ri­ferito, nonostante la prevista realizzazione di tre gasdotti ( South Stream dalla Russia, Itgi dall’ Azerbajan, Galsi dall’ Al­geria) che opereranno già dal 2012 con una portata di oltre 46 mld di mc di gas, la V.I.A. nazionale ha approvato 4 rigas­sificatori: Priolo, Porto Empedo­cle, Trieste, Gioia Tauro per altri 40 mld di mc gas.
L’Enel ha acquistato un giaci­mento di gas in Russia ed inve­stirà ancora insieme a Gazprom. Se vi fossero problemi di carat­tere geopolitico ( l’AD Scaroni di ENI lo smentisce categorica­mente) non si rischierebbero tanti soldi … questo lo dico so­prattutto ai Sindacati e a Luigi Grillo- .
In sostanza avremo quindi più gas di quello che ci serve. Que­sto le grandi compagnie ener­getiche lo sanno bene, dal mo­mento che il loro vero obiettivo è rivendere l’eccedenza in Eu­ropa. Poterlo stoccare poi è per loro una manna dal cielo che gli permetterà di metterlo sul mer­cato quando conviene.
Occorre chiarire -e questo lo dico soprattutto a Faggioni- che è in­concepibile pensare di costruire impianti che non ci servono per assicurare introiti ad ENI nella speranza che aggiunga qualche decina -non centinaia- di posti di lavoro in più. Teniamo poi presente che tutto questo gas indurrà “i soliti noti” a spinge­re perchè una parte delle decine di progetti per la costruzione di centrali elettriche -presentati e giacenti presso i vari Ministe­ri- vengano autorizzati ! Vale la pena di ricordare che ad Arco­la abbiamo lottato per quattro anni per salvare la piana. Di­ciamolo pure: in Italia il setto­re dell’ energia è nel caos ma deve essere chiaro che sino a quando non si trova il sistema di produrla in modo pulito non vi può essere business. Vi pos­sono essere unicamente scelte mirate e oculate.
E cioè ?
Occorre costituire una cabina di regia così come previsto dal­la direttiva CEE 80/98 ed anche dal decreto 164 del 2000 che stabilisca preventivamente all’ approvazione di impianti ener­getici, con criteri obiettivi e non discriminatori, di che cosa ha bisogno il Paese. In soldoni bi­sognerebbe verificare di quanto gas c’è bisogno, di quanti rigas­sificatori abbiamo bisogno, con quali criteri questi rigassificatori dovrebbero essere insediati e di quanta energia da fonti rin­novabili si potrebbe ottenere a parità di finanziamenti.
Cosa rispondete alle fami­glie sulla questione del caro bollette?
Che super gasiere e rigassifi­catori (off shore compresi) non saranno sufficienti per abbas­sarci la bolletta perché è stata emanata una delibera dall’Au­thority per l’energia che preve­de vengano ripianati i costi per la costruzione dei rigassificatori ed anche i possibili deficit di bi­lancio dovuti a mancate fornitu­re di gas in forma liquida. Sare­mo tutti noi a pagarli .. proprio con la bolletta!!. Le carenze di gas in forma liquida si potranno facilmente verificare poiché nei paesi produttori gli impianti di liquefazione sono pochissimi e quelli che esistono funzionano a pieno ritmo, quindi anche con un alto rischio, e non reggono la fame di gas dei rigassificatori situati in Europa e nel mondo industrializzato. E’ bene sot­tolineare quindi che quelle dei rigassificatori, sono operazio­ni a perdere, nessuna impresa li costruirebbe se non vi fosse un sostegno dello stato. Gli italiani hanno subito impotenti - più spesso ignari- dei veri col­pi di mano, architettati ad arte per favorire gli operatori ener­getici. Prendiamo per esem­pio l’art 46 della legge 159: è un’autentica norma “sbloc­ca rigassificatori” ! Solo oggi e’ noto ai più che ogni potere decisionale degli Enti Locali per ciò che riguarda la collocazio­ne dei rigassificatori e’ stato cancellato. Resta oggi unica­mente quello delle Regioni che tuttavia i grandi partiti -con le modifiche alla costituzione ( specie del titolo V )- potreb­bero rendere non più vincolan­te. Ricordo che la regione Ligu­ria ha detto no all’ ampliamento di Panigaglia. La predetta legge che accompagna l’ ultima finan­ziaria di Prodi modifica anche il giudizio di V.IA. che diventa un semplice nulla osta in quanto non è più applicata al progetto definitivo ma a quello prelimi­nare .
Veniamo al problema oc­cupazionale ... nella nostra Provincia vi sono 7000 di­soccupati.
Sia l’ ampliamento di Paniga­glia che l’ impianto off shore non darebbero una risposta si­gnificativa. Sarebbe ENI a dire eventualmente di quanti posti di lavoro c’è bisogno. Gli ac­cordi degli anni 90 testimonia­no la sua inaffidabilità e il suo dominante comportamento nei confronti del comune di Porto­venere. Sia chiaro noi non vo­gliamo che chi lavora nell’ im­pianto perda il posto di lavoro. Occorre sedersi ad un tavolo e programmare la dismissione dell’impianto e la dovuta ricol­locazione del personale .. an­dando anche oltre la scadenza della concessione. Dopo di che la baia potrà essere destinata ad attività turistiche ma sempre entro i limiti di una severa tu­tela ambientale. A questo pro­posito vorrei però ricordare che i fondali dello specchio di mare prospiciente Panigaglia sono stati classificati da Icram -area ad alta tossicità- e come il resto del Golfo devono essere bonifi­cati. Solo allora si potrà parlare seriamente di turismo.
Non pensate di essere trop­po rigidi ... tirare in ballo il santuario dei cetacei per dire no all’ off- shore ...
L’ ambiente e con esso la salute dei cittadini non si tutelano con le trattative ... si difendono e basta. Il Santuario dei Cetacei è una realtà preziosa che dobbia­mo salvaguardare anche come elemento di attrazione per un visitatore che apprezzi ciò il nostro Mar Ligure sa offrire. Sia al largo di Livorno che ad un passo dal Golfo spezzino vi sono aree marine protette, il cui pregio ambientale e’ riconosciu­to anche a livello mondiale ... cosa succederebbe se una ga­siera avesse un incidente che le facesse perdere carburante o peggio rilasciasse parte del suo carico ?

Corrado Cucciniello
Associazione Comitati Spezzini

martedì 13 gennaio 2009

Cosa facciamo dei rifiuti?

ASSOCIAZIONE COMITATI SPEZZINI

L' ASSOCIAZIONE DEI COMITATI SPEZZINI RIBADISCE LA PROPRIA CONTRARIETA' AD OGNI SOLUZIONE CHE NON PREVEDA L' OBIETTIVO RIFIUTI ZERO , POICHE' OGNI ALTRA ALTERNATIVA APRE LE PORTE ALL' INCENERIMENTO O AL TRATTAMENTO TERMICO AD ALTE TEMPERATURE DEI RIFIUTI ( "TERMOVALORIZZAZIONE", DISSOCIAZIONE MOLECOLARE, GASSIFICAZIONE ,TORCIA AL PLASMA, T.H.O.R., ECT. )

CONSAPEVOLI DELLA GRAVISSIMA CRISI ECONOMICA DI ACAM, DELLA CONSEGUENTE DIFFICOLTA' DELLA STESSA AZIENDA AD INVESTIRE NEL BREVE PERIODO NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA, LA CATTIVA QUALITA' DEL SERVIZIO FORNITA (DOVUTA ALL' INSIPIENZA DI CHI L' AMMINISTRA, ALL' INVADENZA ED AGLI INTERESSI DELLA POLITICA ), DEL DISINTERESSE DI UNA PARTE RILEVANTE DELLA POPOLAZIONE SPEZZINA ALLA BUONA PRATICA DELLA SELEZIONE DEI RIFIUTI

RITENIAMO COMUNQUE INELUDIBILE IL SEGUENTE SCENARIO:

- L' ADOZIONE DI POLITICHE DI RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI
- RECUPERO DI MATERIA
- L' INCREMENTO E L' INCENTIVAZIONE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
- IL COMPLETAMENTO DEL PASSAGGIO DA TASSA A TARIFFA
- LA RISTRUTTURAZIONE / RICOLLOCAZIONE DELLE ISOLE ECOLOGICHE
- LA PROGRESSIVA ESTENSIONE DEL PORTA A PORTA A TUTTO IL TERRITORIO
- LA CESSAZIONE DELLA PRODUZIONE DEL CDR A SALICETI
- L' ESCLUSIONE DEL COFIRING CARBONE-CDR DAL PIANO RIFIUTI, DAL PIANO INDUSTRIALE ACAM E DAL PIANO ENERGETICO REGIONALE
- L' UTILIZZO DELL' IMPIANTO DI SALICETI COME CENTRO DI ANALISI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA, VALORIZZAZIONE, CERNITA DEI RIFIUTI INDIFFERENZIATI.
- L' UTILIZZO PER RIPRISTINI AMBIENTALI DELLA F.O.S. O COMPOST GRIGIO ( LA CUI QUANTITA' DECRESCE CON L' AUMENTARE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA )
- IL TRATTAMENTO DI ESTRUSIONE DELLE MATERIE PLASTICHE
- LA PROMOZIONE DELLE COSIDDETTE "BIOPLASTICHE"
- LE CAMPAGNE D' INFORMAZIONE CHE INCENTIVINO IL CITTADINO ALLA BUONA PRATICA DELLA RACOLTA DIFFERENZIATA
- LA MITIGAZIONE / RISOLUZIONE DELLE CRITICITA' INCOMBENTI SULLA COMUNITA' RESIDENTE NELLE LOCALITA' SALICETI E LA MACCHIA