PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
sabato 15 maggio 2010
Il protocollo Conai / Comune SP / Acam Ambiente per estendere il porta a porta a tutto il territorio comunale del Capoluogo. Riflessioni
.. presentato giorni fa alle Associazioni ed ai Comitati prevede l' estensione del porta a porta a tutto il territorio comunale ed il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2012. Il progetto secondo il documento dovrebbe avviarsi a giugno 2010 ma si parla già di settembre. Viste anche le esperienze passate ( lentissimo il processo che interessò la V Circoscrizione !) e la renitenza di Acam ( vedi anche il Conto Economico 2009-2015 o il verbale dell' Assemblea dei soci del 8.12.2009 ) ci pare che le previsioni del protocollo si possano annoverare nel classico libro dei sogni.
Censurabile è che il progetto non sia dotato di un meccanismo di analisi e calcolo delle tipologie e delle quantità di rifiuto. Si tratta di una mancanza grave che impedisce di risalire all' utenza e quindi di applicare incentivi e sanzioni anche in funzione del passaggio da Tarsu a Tia. Quindi non è da pessimisti prefigurare che discrete quantità di materiale possano essere avviate dal CONAI ( a scomputo dei rimborsi ) allo smaltimento, in quanto non correttamente selezionate.
E' bene poi ricordare che il 65% di RD eventualmente raggiunto nel territorio del Capoluogo (32180 tonnellate) non corrisponde al 65% su scala provinciale ( 84500 tonnellate), traguardo -quest' ultimo- che notoriamente non mette al riparo dall' incenerimento.
Resta poi il grande mistero della discarica di servizio: il piano provinciale aveva previsto di ampliare Le Gronde ( Bonassola ) ma l' operazione pare risulti proibitiva per le casse di Acam e quindi i lavori non sono neppure iniziati.
Il sito, per opportuna conoscenza, dovrebbe -sempre secondo il PPR- accogliere solo la FOS (frazione organica stabilizzata). Nelle ultime settimane erano tornati all' onore della cronaca le cave di Mangina e Gravegnana ubicate a Borghetto Vara e Rocchetta Vara ma i Sindaci, appreso del rinato interesse della Provincia, hanno nuovamente alzato gli scudi. Ma queste uscite -a nostro giudizio- non sono altro che degli affondo per vedere chi è meno attrezzato ad evitare di "restare con il cerino in mano".
Sarà come sempre la classica lotta tra poveri. Anche a Pagliari per esempio, sembrano determinati a bloccare le due strade che portano a Saturnia, la discarica per rifiuti speciali situata nel perimetro ad alto rischio di Pitelli. L' impianto dovrebbe essere ancora -anche se indirettamente- in mano ad Orazio Duvia. Ha una capacità ancora utile di circa 650 mila metri cubi. Recentemente un accordo di programma tra Regione e Ministero dell' Ambiente ha stabilito che le discariche dell' area di Pitelli possano essere interessate dal conferimento dei fanghi prelevati dai fondali antistanti le banchine portuali.
Vox populi vuole che l' Autorità portuale potrebbe acquistare Saturnia e "soccorrere " Provincia, Comuni e la stessa Acam che in profondo stato confusionale non sanno più dove sbattere la testa. Come? Consentendo loro di usare la discarica per il conferimento della FOS ed eventualmente anche il biostabilizzato se il porta a porta restasse al palo e si rendesse così necessario abbattere i costi dell' export rifiuti.
In un' intervista a Cronaca4 il Presidente di Acam Garbini, difendendo la scelta dell' impianto TMB di Saliceti, ha preannunciato che una volta raggiunto il 65% di RD, la struttura potrebbe persino garantire profitti. Ciò sarebbe possibile importando dal Tigullio e dalla Provincia di Massa, quote di indifferenziato da trattare nelle biocelle rimaste vuote. La frazione secca risultante dal PaP in esercizio nel comprensorio del Comune della SPezia subirebbe infatti i soli processi di deferrizazione e bricchettaggio. Parole dette in libertà forse non ponderate come si conviene ad un uomo dalle grandi responsabilità .. almeno ce lo auguriamo ! Possibile che non si renda conto che se malauguratamente dovesse prevalere la soluzione della co-combustione in Enel ci ritroveremmo a bruciare anche il CDR di altre province? Ovviamente con il consolidarsi della presenza della centrale ...
Costruire l' impianto di Saliceti è stato uno dei più grandi sbagli che Acam e la Provincia potessero fare. Nessuno tra coloro che lo commissionarono si preoccupò dei sui incredibili consumi energetici ( 3 MW/h ) che rendono risibile chi ancora parla di recupero energetico. Ma forse Garbini ha voluto controbattere alle critiche del centrodestra che strumentalmente e dando segno di totale incompetenza ha sempre invocato un inceneritore per rifiuti tal quali.
Ad ogni modo pensare di importare indifferenziato da fuori Provincia la dice lunga sul rispetto che si mutua agli spezzini, i quali nel caso di specie dovrebbero subire ulteriori disagi rappresentati da un maggiore flusso di mezzi pesanti e, per quanti risiedono a Saliceti- anche dalle prolungate emissioni maleodoranti dell' impianto.
Ma si tratta di uno scenario che non potrà mai verificarsi poichè è possibile raggiungere il 65% di RD su scala provinciale solo nel caso che tutta la frazione organica venga intercettata dal porta a porta. Ma poi non sapremmo dove trattarla giacchè Boscalino - dimensionato per sole 8000 t/a - non potrebbe riceverla. Ecco quindi che gli spazi eventualmente liberatisi nelle biocelle del TMB risulterebbero salvifici !!!
Occorre che gli amministratori riconoscano che Saliceti è stato uno sperpero di risorse pubbliche e che per limitare i danni la migliore soluzione non può che essere quella di trasformarlo in un impianto di compostaggio.
A completare il quadro a dir poco sconfortante, l' ormai imminente fusione tra Acam ed Hera voluta da tutto il centrosinistra (ed anche di più ) per -si dice-contenere i tagli al personale della decotta Azienda spezzina. Il primo passo è già avvenuto con il trasferimento dei debiti di Acam Acque ai cittadini ( 135 milioni di euro ) e lo scorporo da Acam spa della rete idrica. Un' operazione praticamente sconosciuta alla maggior parte dei cittadini confezionata a mezzo stampa in un bel imballo di ipocrisia e verità edulcorate.
Hera è una società quotata in borsa a maggioranza pubblica. Le quote azionarie sono detenute da decine di Comuni emiliano romagnolo marchigiani e da una matrioska societaria in capo a privati i cui capitali risultano in parte sottoposti al segreto fiduciario. Una società del Gruppo è entrata in affari con i fratelli Cosentino e con altre società a capitale secretato. Ma a parte questi "piccoli particolari" è del tutto evidente che una multiutility quotata in borsa rispondente a criteri di economicità e profitto, non possa costituire una vera garanzia dal punto occupazionale. Il taglio di 200 dipendenti già richiesti come una delle condizioni per la fusione, potrebbero in seguito non bastare..
Alcuni esponenti del centrosinistra incalzati sull' argomento ( quei pochi che non si sottraggono ) ripetono come un disco rotto: ma esistono forse delle alternative ?
Forse ci si doveva pensare prima .. quando qualcuno in tempi ancora "non sospetti" invocò l' applicazione della Prodi bis ....
Nei primi anni del 2000 i comitati spezzini insieme alle maggiori associazioni ambientaliste , avevano proposto ed ottenuto la costituzione di una commissione tecnico istituzionale che sovrintendesse sulle attività di Acam, la Direzione sollevò un muro protettivo ai segreti dell' Azienda e non fu neppure possibile incidere sulle scelte impiantistiche relative al ciclo dei rifiuti, il tavolo che con fatica venne reso operativo con l' approvazione di uno statuto, annichilì ...
Rete Ligure Rifiuti Zero
Cucciniello Corrado
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