Premessa
Per i Comitati che perseguono lo scenario Rifiuti Zero è d' obbligo mantenere la propria autonomia e distanza da tutti i raggruppamenti politici che approvano o favoriscono scelte impiantistiche in linea con il ciclo integrato. Nessun governo regionale, provinciale, comunale del nostro Paese -tranne rarissime eccezioni- può essere quindi preso a riferimento ne tanto meno può essere sostenuto. Si registrano invece mediazioni su percorsi di gestione votati alla " logica dei piccoli passi " o del "limitare i danni " che portano comunque alla piena sconfitta. In questo senso appare illusorio pensare di evitare i vari tipi combustione quando i piani di Province, ATO e Gestori non prevedono adeguati investimenti da liberare nel breve periodo per un porta porta ed una raccolta di prossimità il più possibile estesi. Così come è illusorio attendersi dal cartello di imprese alle quali la politica ha regalato la gestione dei servizi, priorità per la sostenibilità ambientale a danno del profitto. Il gigantismo che oggi si privilegia è l' antitesi del manifesto di Rifiuti Zero che da sempre raccomanda di investire in piccole realtà autonome ma pronte ad interfacciarsi tra loro e con le economie del territorio.
Stesse considerazioni per la Gestione dell' acqua. Com' è possibile dar credito a chi nello tempo stesso asserisce di voler mantenere l' acqua pubblica ( con modifiche agli statuti comunali e con il referendum) e mantiene salda la propria presenza in coalizioni che da tempo l' hanno privatizzata o si preparano a farlo ?
La Spezia il punto su rifiuti e acqua. I rifiuti.
La situazione resta fortemente negativa, la raccolta differenziata non supera il 23 % che è il dato medio provinciale. Nel 2009 è continuato l’ export dei rifiuti: una notevole quantità di indifferenziato è stata avviata alla discarica di Scarpino sulle alture di Genova e circa 10 mila ton. di CDR sono state bruciate nell’ inceneritore di Isernia. Le assessore all’ Ambiente del Comune e della Provincia di La Spezia prevedono che l’ impianto di Saliceti ( Vezzano Ligure ) possa durante il 2010 andare a regime. Com’ è noto lo scorso anno ha operato per circa un terzo della sua potenzialità ovvero 80 mila ton/a. Allo stato però l’ indifferenziato da trattare ammonta a 105 mila tonnellate annue, quindi di queste, 25 mila dovranno -nell' anno in corso- essere esportate fuori provincia previo trattamento nell’ impianto di Albiano Magra ( MS). Pur trattandosi di uno scenario sconfortante -sia sotto l’ aspetto della sostenibilità ambientale che per quanto attiene ai costi del servizio- è considerato la previsione ottimale.! Per dare un' idea di quanto tutto questo peserà sulle tasche dei cittadini si riporta una stima della spesa complessiva dei prossimi 12 mesi, relativa allo smaltimento delle varie frazioni: CDR ( 30 mila T/A x 162 E = 4.800 mila Euro), Scarpino - Costa Mauro ( 25 mila T x 200 E = 5 milioni Euro ). Non è possibile indicare i costi per lo smalitmento della F.O.S. in quanto non è certa la sua destinazione.
Pare che il Gestore sia riuscito a dotare l' impianto TMB Saliceti del necessario numero di operatori. Tempo fa si era diffusa la voce che, causa perduranti condizioni di insalubrità, il personale addetto in forza all’ Acam, si era rifiutato di prendervi servizio e che si era dovuto far ricorso a personale straniero. Ufficialmente si diceva invece che le apparecchiature si trovavano in una condizione di rodaggio. Allo stato si azzarda a credere che se l’ oscura vicenda del mancato accatastamento dell’ impianto (per motivi di illegittimità) non approderà in qualche tribunale, la struttura dovrebbe andare a regime. Certo la decisione di trasferirne la titolarità ai Comuni fa pensare che Hera, il partner forte che dovrebbe acquisire Acam, abbia voluto "scorporare" anche eventuali guai giudiziari oltre che una parte dei debiti accumulati dall' azienda spezzina..
Pare anche che in settembre parta un progetto che farà crescere il porta a porta nel Comune della Spezia dal 2% al 17% della popolazione residente ovvero 16252 abitanti. Gli utenti interessati passeranno quindi da 1912 a 16252 abitanti. Tenendo conto della produzione media annua procapite degli spezzini * 0.617 tonn. * il monte rifiuti raccolto a domicilio e in "prossimità " passerà da 1179 a circa 10027 tonn./ annue. Prevedendo di recuperare il 65% di questa quantità circa 5751 ton./annue - stiamo parlando della parte che ha mercato ( carta, plastiche monotipo CONAI, alluminio, vetro)- unitamente a quella che non ha potere calorifico ( l’ umido ), l’ incremento a settembre 2011 della raccolta differenziata sarà intorno al 4.5%.
Purtroppo non si ha notizia di analoghe iniziative in altri Comuni, per esempio a Sarzana ( il secondo comune per abitanti ) ci si limita a dispiacersi per essere rimasti al palo e per la costosa avventura dei Kanguri che ha lasciato il centro storico senza raccolta differenziata. Niente o quasi neanche a Lerici, Vezzano Ligure, Arcola, Ameglia che sono tra i centri più popolati. Nel settembre del 2011, peraltro, dovremmo viaggiare intorno a percentuali del 60 % ed alla fine del 2012 dovremmo raggiungere il 65% come previsto dal D.lgs 152/2006.
Nel 2011, probabilmente non raggiungeremo neppure al 30 % ! Non di meno è opportuno ricordare che già il limite previsto per il 2008 -cioè il 45 %- non è stato rispettato da nessuno dei comuni della Provincia spezzina. Ancora non si è compreso come la Regione Liguria non abbia applicato ai Medesimi l’ addizionale del 20 % alla tassa rifiuti prevista dall’ art. 205 del suddetto Decreto. Ciò nonostante si vagheggia la possibilità di fare business importando quote di indifferenziato dal Tigullio e dalla Provincia di Massa prevedendo -con il riciclaggio spinto- di liberare tutte o parte delle biocelle del TMB di Saliceti. Ciò sarebbe possibile avviando all' impianto di Boscalino la totalità della frazione umida raccolta a domicilio. Si tratta di uno scenario pericolisissimo che potrebbe trasformare il comprensorio spezzino in un hub della co-combustione CDR carbone poichè alla quantità di combustibile da rifiuto prodotto a regime ( circa 30 mila ton./a ) potrebbero aggiungersene altre risultanti dai rifiuti importati !
Vi è poi la questione del mancato passaggio da TARSU a TIA. In questi anni avremmo dovuto traguardarlo ma non è stato così, ed è facile capire il perché: passare da un sistema di calcolo della bolletta dei rifiuti che si basa in parte sull’ effettiva produzione invece che integralmente sull’ ampiezza degli immobili, avrebbe comportato investimenti nel porta a porta. Il porta a orta è l’ unico sistema idoneo a quantificare -utente per utente- la produzione di rifiuti. Ciò avrebbe significato per il Gestore più investimenti e meno incasso dovuto alla minore quantità di rifiuti smaltiti o trattati. Anche se -va detto- con una raccolta differenziata più alta i Comuni avrebbero goduto di più alti rimborsi Conai. Tarsu e Tia hanno comunque una cosa in comune: la Sentenza numero 238/2009 la Corte Costituzionale, nel rilevare la loro natura tributaria, ha sancito che “le prestazioni del servizio di smaltimento dei rifiuti non debbano essere assoggettate ad IVA e debbano essere ricondotte nel novero dei "diritti, canoni, contributi ". Ne consegue che l’Iva addebitata agli utenti risulti indebitamente percepita e pertanto se ne possa richiedere l’ immediata cancellazione dalle future bollette e lo sgravio del pregresso con riferimento agli ultimi 10 anni. Altro duro colpo per le casse del Gestore.!
Nella Provincia spezzina non si è ancora deciso nulla in merito alla discarica di servizio .. Alcune settimane fa erano comparsi sulla stampa i nomi di siti già ricompresi a suo tempo nella rosa indicata dal Piano Provinciale dei rifiuti. Primo tra tutti quello della discarica di Le Gronde che comunque deve essere ancora ampliata per poter ricevere frazioni di rifiuti.
In questo caso Acam andrebbe incontro a costi che certo non si può permettere ( si è parlato di 6 milioni di euro) per poi avere a disposizione una capienza di poco superiore ai 100 mila metri cubi. Nel caso vi si conferisse la FOS ( frazione organica stabilizzata), si potrebbe andare avanti per 3-4 anni. La Fos però non corrisponde che ad un terzo della massa indifferenziata.
Le cave di Mangina e Gravegnana rispettivamente ubicate a Brugnato e Rocchetta Vara hanno una capacità di 550 e 350 mila metri cubi ma l’ ipotesi di trasformarle in discariche incontra un notevole dissenso e dovrebbe scontare non poche difficoltà procedurali. Perciò è logico prevedere che la discarica Saturnia ( ricadente nel perimetro della bonifica nazionale di Pitelli ) sia il sito su cui ACAM farà maggiormente pressione. Del resto la Territoriale di Pagliari - quartiere sottostante l' impianto- è stata già allertata dal Comune della Spezia, dell’ intenzione di conferirvi compost grigio (FOS). Ma in situazioni di emergenza e/o contingenti (si intenda l’ alto costo dell’ export rifiuti) in quell’ impianto potrebbe finirvi persino il biostabilizzato, cioè quanto esita dalle biocelle di Saliceti. Tutto ciò per un arco di tempo entro cui si provvederebbe a chiudere il protocollo con Enel per la co-combustione del CDR nella centrale di Vallegrande. Questo scenario rientrerebbe nell' insieme di condizioni dettate da Hera (la multiutility romagnola che ha dichiarato formale interesse per Acam) per portare in porto l' aggregazione con l’ azienda spezzina.
La questione si allarga al ciclo dell’ acqua …
Tra le condizioni dettate da Hera vi sarebbe un taglio al personale di almeno 150 unità (in accordo con i sindacati) e la riduzione del debito accumulato. Nelle ultime settimane nei consigli comunali della Spezia, Lerici e Portovenere si è votato per la costituzione della Società delle Reti che è passata grazie a tutto il centrosinistra. Praticamente i Comuni comprano da se stessi ( cioè dall' Acam ) la vetusta rete idrica spezzina. L’ operazione serve a ridurre il debito di Acam Acque scorporandolo. In pochissimi sanno a quanto questo ammonti .. secondo alcuni potrebbe variare da 95 a 150 milioni di euro. Acam Acque è il contenitore dove si sono " sversate " le perdite della Società madre. Oggi quel contenitore si chiama Società delle Reti attraverso il quale le perdite saranno socializzate. Fatto indegno che si è cercato di contenere enfatizzando il fatto che la Rete Idrica deve per legge restare pubblica ! Ma allora perché sino ad oggi era gestita da Acam che è una SPA pubblica ma presente sul mercato?
Le perdite saranno socializzate ma i profitti no .. quelli saranno privatizzati: la nuova società di cui farà parte Hera -gruppo quotato in borsa- si terrà infatti l' acqua .. Si tratta dell’ ormai collaudato sistema delle bed e good company… Altra grave ricaduta per le Comunità potrebbe derivare dall' acquisizione da parte di Hera della maggioranza del pacchetto azionario di Acam eventualità da non scartare visto lo stato di decozione a cui Soci Amministratori e CDA hanno portato l' Azienda spezzina. Ciò potrebbe ancor di più condizionare le scelte che attengono al ciclo rifiuti e dell'acqua ed alle relative tariffe. Chi dice che l' ATO ( la Provincia) ed i Sindaci vigileranno si illude o vuole illudere. Altro particolare: ai Comuni ( cioè i cittadini) andrebbe un affitto per l' uso della rete idrica che secondo alcuni dovrebbe servire a ripianare i debiti che essi stessi si sono accollati ... ma è dato sapere a quanto ammonta questo affitto ? o per meglio dire: qualcuno sa se questi introiti saranno sufficienti a delineare un piano di rientro con le banche creditrici ?
Ma le preoccupazioni per i cittadini non finisco qui: vi è anche il giustificato timore che i nuovi padroni di ACAM dovendo sostenere i costi dell' affitto della rete e volendo mantenere un adeguato margine di profitto, avranno un motivo in più per alzare i costi dei servizi.
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