BIODIGESTORE ANAEROBICO A PIAN DI PITELLI ( AREA INDUSTRIALE DI POMARA)
con centralina che brucia il biogas prodotto dal rifiuto organico e dai fanghi biologici provenienti dai depuratori.
Questo è parte di quanto annunciato dai vertici ACAM nell' audizione avvenuta in consiglio provinciale qualche giorno fa. Che fosse necessario realizzare almeno un altro impianto per il recupero del cosiddetto umido noi lo diciamo da sempre ma rigettiamo il progetto ACAM e suggeriamo l' azienda di utilizzare le biocelle di Saliceti per trattare la sola frazione organica del rifiuto. I fanghi biologici quindi potranno essere destinati in altro impianto e gestiti con una diversa tecnologia, evitando alla zona di Pomara ricadente nel comune di Arcola -ma praticamente sotto all' abitato di Pitelli - un altro carico ambientale. L' emergenza rifiuti che si sta preparando - si consideri che attualmente spendiamo 9 ml. di euro l' anno per esportare il CDR prodotto a S.Stefano all' inceneritore di Isernia, con l' ACAM in default finanziario e con soli 120 mila mc disponibili nella discarica di Le Gronde- può essere affrontata rivedendo in toto la funzione dell' impianto TMB di Saliceti. Si può cioè programmare nel breve periodo la sua riconversione in centro per l' analisi del rifiuto, valorizzazione, cernita, recupero di materiali, utilizzando -come detto- le biocelle come compostatore per la frazione organica, sostituendo le linee per la produzione di CDR con altre che riprocessano le plastiche così come avviene a Vedelago ( TV ). Quivi le plastiche costituite da diversa polimerazione vengono "riamalgamate" a bassa temperatura ed in seguito macinate per la produzione di sabbia sintetica che trova vari impieghi, soprattutto nella filiera dell' edilizia. Nessuna prospettiva di incenerire il CDR nè a Vallegrande, nè a Vado Ligure. Ma una proposta che va contro il gigantismo delle multiutilities, che non comporta danni per la Salute e l' Ambiente, che potrà concretizzarsi se verrà nell' immediato esteso il porta a porta e la raccolta di prossimità a tutto il territorio (il sistema della raccolta multimateriale per esempio è da scartare). Ed ancora se verranno riorganizzate o create nuove isole ecologiche (di cui la provincia è carente, un esempio su tutti Arcola) e se si vorrà traguardare il passaggio da Tarsu a Tia. Misura di importanza fondamentale quest' ultima, in quanto che premia i cittadini che più riciclano e colpisce l' inciviltà. Se alle risorse (anche umane) che potrà mettere in campo ACAM, uniamo quelle regionali per rimodulare le esistenti soluzioni impiantistiche potremmo dare la migliore risposta ad un problema che anche in Liguria incombe pericolosamente. I Cittadini non devono in alcun modo delegare queste importanti questioni alle amministrazioni che -come si vede- proseguono inesorabili verso gli scenari previsti dal ciclo integrato dei rifiuti. Scenari che si sappia, "non sono una scelta di civiltà" ma un inganno illegalmente sostenuto da aiuti di stato. Alla fine tutto si traduce in poca raccolta differenziata ( altro che il 65 % previsto al 2012 comunque calibrato sulla " termovalorizzazione" !) , energivori trattamenti meccanico biologici del rifiuto, inceneritori più o meno camuffati. Lo confermano il Dlgs 152/2006, il piano rifiuti della Provincia della Spezia, il piano energetico regionale che prevede tutt' ora una la produzione elettrica da fonte rinnovabile assimilabile ( da CDR per esempio ) pari a 250 mila MW/h.
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