LA CRISI DEI RIFIUTI
Nel memorandum Acam Hera si citerebbero Saturnia e l' ex cava di Rocchetta come siti idonei per predisporre la discarica di servizio.
Le due opzioni sono da tempo contemplate nel piano dei rifiuti unitamente ad altre di cui si è dato riscontro negli ultimi giorni come l' utilizzo di Vallescura (ma solo per il cosiddetto "capping") .
Nel memorandum si richiamano altri scenari riportati oltre che in un verbale dell' assemblea dei soci Acam del 12.12.2009, anche nel piano industriale di questa azienda, di cui una bozza era stata consegnata a tutti consiglieri comunali del territorio per facilitarne l' espressione di voto.
La chiusura di un accordo con Enel per la chiusura del ciclo dei rifiuti - in particolare la possibilità di bruciare il CDR di Saliceti- è appunto uno di questi.
Insomma tali piani erano noti da tempo e noi dei "Comitati" avevamo a più riprese espresso preoccupazione e contrarietà anche in occasione di assemblee pubbliche nelle quali avevamo sollecitato gli amministratori locali ad incentivare la raccolta differenziata ed ad abbandonare per sempre la strada delle combustioni.
Le indiscrezioni riguardanti il memorandum hanno creato un notevole scompiglio che rischia di scadere in una lotta tra poveri.
Molti di quelli che oggi protestano mai ci hanno fornito un sostegno e mai si sono preoccupati di quale destinazione prendessero le varie frazioni dei rifiuti fatte girare tra Valbosca ( Pitelli) , Saliceti, Scarpino, Albiano Magra ed inceneritori vari.
Oggi che i nodi vengono al pettine, dopo circa 15 anni di scappatoie e rattoppi, è il ben noto " not in my garden" a farla da padrone, l' unica risposta che le comunità sanno dare è la seguente ... "come finisce, finisce .. ma a casa mia non voglio nulla .!.."
Nella polemica ecco calarsi anche esponenti politici che senza onore cercano di trarne vantaggi di parte.
Anche in questa occasione non rinunciamo a fare un pò di chiarezza, le cose del resto stanno in poco spazio: la discarica di servizio serve essenzialmente per smaltire la frazione organica stabilizzata ( FOS ). Se sull' intero territorio provinciale arriviamo al 65% di raccolta differenziata e riconvertiamo Saliceti in impianto di compostaggio il problema della discarica non esiste più.
Smaltire la Fos a Scarpino costa circa 80 euro alla tonnellata la spesa può anche superare i 2 milioni e 400 mila euro all' anno. Se nessuno vuole nulla bisogna che i residenti di questa provincia se ne facciano carico nella bolletta. E non solo della FOS ma anche del CDR il cui export pesa per oltre 4 milioni di euro senza contare il costo della produzione, almeno altri 2 milioni al tasso attuale di raccolta differenziata.
In un recente convegno organizzato insieme ad Italianostra presso l' Accademia Capellini , attraverso un filmato abbiamo reso pubblico lo stato fallimentare del porta porta avviato nel Levante dal Comune della Spezia. Ancora una volta abbiamo indicato correttivi e scelte virtuose per una corretta gestione dei rifiuti.
Ripeteremo a breve l' iniziativa .. i Comitati Spezzini non si rassegnano all' inevitabili conseguenze che un' emergenza di livello elevato può comportare. Le soluzioni sono arci note e sarebbero soprattutto la città ed il suo Golfo a pagare.
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