Comunicato Stampa
Oggetto: possibile utilizzo dei siti Le Gronde, Mangina e Rocchetta per la discarica di servizio RSU
In merito al tema in oggetto non possiamo che esprimere sconcerto nel sentire che dinanzi alla pressante emergenza rifiuti si parli ancora di “ipotesi”. A beneficio delle comunità osserviamo che per poter utilizzare uno dei tre siti indicati è necessario attivare un procedimento che richiederà un certo periodo di tempo.
Tanto per fare un esempio si dovrà prevedere la V.I.A. ai sensi della L.R. 38/98 all. 3 c. 11b. Inoltre nel caso della discarica di Le Gronde si dovrà procedere ad un ampliamento di poco più di 100 mila metri cubi, anche questo rischierebbe tempo.
Anche se lo scenario prospettato fa riferimento al piano provinciale, ci pare più un test di verifica del consenso popolare, un navigare a vista che una previsione seria di gestione dei rifiuti.
E non è solo per le ragioni che abbiamo sopra indicate:
i siti a cui si è fatto menzione sarebbero utilizzati per conferirvi f.o.s. “frazione organica stabilizzata” una delle tre risultanti a valle del trattamento meccanico biologico effettuato nell’ impianto di Saliceti. Produrre f.o.s. significa quindi anche produrre CDR che poi saremmo costretti ad esportare fuori provincia a costi, come si sa, insostenibili.
Può ACAM mantenere tariffe altissime come quelle oggi adottate? tariffe che potranno persino aumentare se la Regione applicasse l’addizionale prevista per l’ inosservanza dell’ art.205 del Dlgs 152/2006 ? Siamo infatti solo al 23.5 % di raccolta differenziata.
Ed a proposito di costi non dobbiamo dimenticare che 25000 tonnellate di indifferenziato per tutto il 2010, e magari oltre, andranno a Scarpino a più di 200 euro a tonnellata. Questo perché l’ impianto di Saliceti che peraltro ha un consumo energetico elevatissimo è in grado di trattarne solo 80 mila.
La mancata chiusura del ciclo con il perdurante export del CDR fuori Provincia non frenerà la fusione con la multi utility Hera opzione che gli amministratori di ACAM perseguono onde evitare di dichiarare fallimento ?
E ancora: con il regime attuale di raccolta differenziata le ton./annue di f.o.s. da conferire in discarica sono circa 22000 quelle di CDR 45 mila. Se il trattamento dell’ indifferenziato venisse limitato alla sola biostabilizzazione la quantità da gestire sarebbe più o meno la stessa che potrebbe decrescere sensibilmente con la progressiva estensione del “porta a porta” a tutto il territorio.
In passato noi dei comitati avevamo proposto l’ utilizzo della cava di Rocchetta (capacità 350 mila metri cubi) per l’ abbancamento controllato del biostabilizzato. Ci sentiamo di riproporre tale soluzione ma a condizione che venga fermata la produzione di CDR e che con le risorse risparmiate per i mancati trasporto ed incenerimento si converta Saliceti ad impianto di compostaggio, piattaforma per la cernita e l’analisi dei flussi dei rifiuti ed estrusione delle materie plastiche.
Tale scenario oltre a rappresentare una gestione pienamente eco sostenibile rappresenta l’ autentico abbandono dell’ opzione Enel e del ricorso alle discariche.
Al di là di quanto riferito dalla Provincia circa i possibile utilizzo dei siti di Le Gronde, Rocchetta e Mangina in realtà crediamo che gli impianti situati nel Levante spezzino in particolare Saturnia siano quelli davvero al centro dell’ interesse del Gestore e degli amministratori.
L’impiego di Saturnia è peraltro già stato prospettato alle territoriali interessate ma causa le imminenti elezioni regionali è risultato consigliabile “congelarlo” tanto risulterebbe dirompente.
Per i Comitati
Cucciniello Corrado
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